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Pedagogia I: l'importanza delle fiabe nello sviluppo del bambino; Bettelheim, Il mondo incantato
Latino: la curiositas come "motore" del romanzo; Apuleio, Metamorfosi (riassunto dell'opera, con particolare attenzione per il mito di Amore e Psiche; in italiano)
Storia dell'arte: il Surrealismo; Dalì, Gli orologi molli
Italiano: la letteratura fantastica in Italia nel XX secolo; M. Bontempelli, La scacchiera davanti allo specchio
Filosofia: il sogno; Freud e la sua interpretazione psicanalitica
Pedagogia II: I diritti dei bambini; Amnesty International e Il grande libro dei diritti dei bambini; Progetto UNICEF
INTRODUZIONE
Alice nel paese delle Meraviglie
La fiaba di nasce nel 1865
dalla volontà di Lewis Carroll di intrattenere e divertire Alice Liddell di
dieci anni, figlia di un suo amico. Dalla narrazione orale ed estemporanea
egli ha poi ricavato un racconto scritto, dapprima molto breve, poi ampliato nella forma che
conosciamo oggi. Tale fiaba ha riscosso un enorme successo, tanto che è stata tradotta in quasi tutte
le lingue, e ne sono state tratte anche versioni cinematografiche: l'ultima è quella del 2010, ma la
più celebre per i bambini di tutto il mondo è il cartone animato Disney del 1951. Questo è stato il
mio primo contatto con tale racconto, e l'origine del mio interesse: infatti ha costituito lo stimolo ad
approfondire l'argomento anche attraverso la conoscenza diretta del testo originale. La storia, poi, si
presta a numerose analisi e a numerosi collegamenti, che la rendono ancora più interessante anche
nell'ottica di un lavoro interdisciplinare.
ETA' VITTORIANA
Lewis Carroll vive nel pieno dell'età vittoriana: così chiamata per la regina Vittoria, che
regnò dal 1837 al 1901, un’era piena di contraddizioni. Se è vero che fu un periodo di progresso,
stabilità e riforme sociali, è altrettanto innegabile che fu caratterizzato da povertà e ingiustizie. I
valori promossi erano il rispetto, il duro lavoro, la rispettabilità e la carità. Per le donne, era
fondamentale la castità e le ragazze madri erano emarginate e disprezzate; il pudore estremo portava
a condannare anche la nudità dell'arte e ad effettuare una costante censura sul vocabolario. Questi
valori dovevano essere trasmessi a tutte le classi sociali, il modo migliore per farlo era attraverso
l'educazione: infatti nel 1870 venne promulgato l'Education Act, che obbligava i bambini fino ai 10
anni ad andare a scuola. L'educazione si basava su una disciplina ferrea e sull'esaltazione della
virilità, messa in evidenza attraverso l'attività sportiva. Per le donne invece il modello proposto era
quello della "matrona", cioè della donna di casa che si occupava della gestione dell'abitazione
familiare e dei bambini all'interno di una struttura patriarcale. Questo contesto storico è importante
perché si riflette variamente nell'opera: le numerose filastrocche contenute possono essere
considerate una parodia delle rime che venivano fatte memorizzare ai bambini a scuola.
Sei vecchio, pa’ Guglielmo,
Una parodia significativa è contenuta nella filastrocca che riprende una
poesia edificante di Southey in cui il vecchio padre dà una serie di consigli moralistici; qui invece
Guglielmo è più smaliziato e dedito ai piacere, per esempio al cibo. 1
“Vecchio lo sei, papà - e fiacche hai le mascelle, dovresti masticare - sol calde minestrelle. Pur ti
Or spiegami il mistero.”
mangiasti un´oca - con l´ossa e il becco intero. Soggiunse il giovanotto -
Fonte: “Alice nel paese delle meraviglie” cap V
Con questo tipo di educazione passiva l'opera sembra contrapporre l'intenzione di stimolare la
fantasia dei bambini e di creare un intreccio fiabesco molto utile allo sviluppo del fanciullo.
Bruno Bettelheim, psicoanalista, nel suo libro Il mondo incantato ha dimostrato l'utilità formativa
delle fiabe: esse illustrano la ricerca dell'identità dell'individuo, che passa anche attraverso imprese
rischiose. Così il ragionamento dei bambini viene stimolato, perché essi sono spinti a cercare
soluzioni proprie a situazioni che sono irreali "all'esterno" ma esemplificano conflitti e dissidi
interiori. Infatti, i bambini sperimentano varie sensazioni anche di aggressività e conflitto nel loro
ambiente: gelosia per i fratelli, odio nei confronti del genitore, insicurezza ecc. La fiaba sposta
questi conflitti sugli oggetti simbolici che rappresenta, e così li rimuove. Le fiabe, inoltre, fanno sì
che il bambino si ponga degli interrogativi sulla natura del mondo, sul giusto comportamento da
tenere in determinate situazioni, senza però offrire risposte precise, ma stimolando la capacità
critica infantile. Infatti le immagini fantastiche di cui si servono sono conformi alla forma mentale
del bambino, che percepisce la realtà in modo soggettivo, ed dà espressione alle fantasticherie che
queste fiabe hanno stimolato grazie ai suoi giochi. Per questo è molto importante che i genitori
raccontino fiabe ai figli, e possibilmente senza tagliare le parti che a prima vista sembrano eccessive
e spaventose, perché così facendo si rischia di indebolire il messaggio e il processo conoscitivo. 2
LA CURIOSITAS: ALICE E I
ROMANZI LATINI
Alice è una bambina caratterizzata da una grande curiosità, la quale
costituisce il motore del racconto.
“Alice balzò in piedi, perché le era balenato nella mente che non aveva mai visto prima un coniglio
bruciata dalla febbre
con un panciotto né tanto meno con un orologio dentro al taschino, e,
della curiosità , lo inseguì di corsa attraverso il campo dove fece appena in tempo a vederlo
sparire dentro una grossa tana sotto la siepe.
Un attimo dopo, anche Alice ci si infilava dentro, senza riflettere per un attimo come avrebbe fatto
a uscirne fuori.”
Fonte: “Alice nel paese delle Meraviglie” cap.I
In generale, la curiositas è sempre stata la molla dei romanzi, perché mette in moto l'azione
e crea l'intreccio narrativo. Lo osserviamo già nei
primi esempi di romanzo a nostra disposizione: nel
Satyricon di Petronio essa è importante, ma lo è
molto di più nelle Metamorfosi di Apuleio, nelle
quali il protagonista, Lucio, è sempre guidato da un
desiderio incontenibile di conoscere e sperimentare,
che lo porta anche a cacciarsi nei guai.
Il romanzo di Apuleio è in undici libri ed assomiglia a Lucio o l'asino, operetta conservata tra quella
di Luciano di Samosata, ma quest'ultima è molto più semplice e meno elaborata, mentre il romanzo
latino raccoglie al suo interno numerosi racconti secondari, spesso legati alla vicenda principale
dalle tematiche dominanti. Infatti Lucio, recatosi in Tessaglia, ha il desiderio di imparare l'arte della
magia, e grazie alla serva dei padroni di casa può farne la prova: egli chiede di essere trasformato in
uccello ma per errore è mutato in asino, e potrà riacquistare la sua forma primitiva solo cibandosi di
rose. Incominciano così una serie di avventure, fino al lieto fine. Già da questo sommario scorcio si
vede che la curiositas è un tratto preminente del carattere di Lucio, ed è la tematica fondamentale
della più ampia favola presente all'interno del romanzo, quello di Amore e Psiche (occupa la fine
3
del libro IV, tutto il V e buona parte del VI).
La storia è raccontata da una vecchia che fa la guardia ad una
fanciulla rapita dai briganti. Psiche è una principessa talmente bella da
suscitare la gelosia di Venere, che fa si che essa venga esposta in seguito
ad un oracolo, per essere preda di un drago. Amore, il figlio di Venere, se
ne innamora e la salva, la trasporta in un castello incantato e la fa sua
sposa, visitandola solo di notte, proibendole di vederlo. Ma Psiche infrange il divieto proprio a
causa della sua curiosità fomentata dalle sorelle invidiose: Amore se ne va e Psiche viene messa alla
prova da Venere, che le sottopone quattro imprese: l'ultima consiste nello scendere nell'Ade a
chiedere a Proserpina un unguento per Venere. Psiche riesce, ma è nuovamente rovinata dalla sua
curiosità, poiché apre il vasetto cadendo in un sonno mortale. La fanciulla viene di nuovo salvata da
Amore, si celebrano le nozze e presto nasce loro una figlia.
Lucio sul finale è salvato grazie all'intervento stesso della dea Iside: questa conclusione ha
un preciso significato, poiché spiega la chiave di lettura dell'intera vicenda. Lucio aveva causato le
proprie disavventure per colpa della sua curiositas: questo ha fatto sì che l'uomo cadesse in balia
della fortuna, dalla quale poteva essere riscattato solo dal soccorso provvidenziale della divinità. Il
finale infatti contiene la celebrazione dei misteri di Iside, che è uno specifico messaggio religioso,
che si somma agli altri intenti dell'autore, volto soprattutto ad intrattenere piacevolmente il lettore
oltre che a fornirgli insegnamenti.
IL PAESE DELLE MERAVIGLIE E
L'IMMAGINARIO SURREALISTA
NELL'ARTE
L'atmosfera che domina in Alice nel paese delle
meraviglie è caratterizzata dal dominio dell'immaginazione,
di immagini e creature fantastiche, appartenenti ad una
dimensione alternativa e contrapposta a quella della realtà.
Tale procedimento diventerà sistematico e troverà una base
teorica compiuta nell'avanguardia novecentesca che è
chiamata Surrealismo. 4
Il Manifesto del surrealismo fu scritto da André Breton nel 1924, e
contiene tutti i principi ideologici del movimento. Esso esalta la forza
dell'immaginazione, che permette di esprimere l'Io interiore in piena
libertà, senza il filtro della razionalità che ci condiziona, o senza le
imposizioni della società.
"La sola parola di libertà è tutto ciò che ancora mi esalta. [...] Fra le tante disgrazie di cui siamo
eredi bisogna riconoscere che c'è concessa la più grande libertà di spirito."
Fonte: Manifesto del surrealismo 1924
Importante (e piuttosto vicino allo spirito di Carroll) è anche l'esaltazione della follia, con la quale
viene bollato, è vittima dell'immaginazione perché non osserva certe norme comportamentali
accettate dalle persone "normali":
"[...] I folli devono il loro internamento ad un piccolo numero di atti legalmente reprensibili [...]
che essi siano, in una certa misura, vittime di una loro immaginazione, io sono pronto ad
ammetterlo [...] essa li spinge all'inosservanza di certe leggi [...] Ma il profondo distacco che essi
dimostrano nei confronti del nostro comportamento contro di loro, permette di supporre che essi
trovino un grande conforto nella loro immaginazione [...] e perciò le allucinazioni, le illusioni
eccetera non sono una fonte trascurabile di piacere."
Fonte: Manifesto del surrealismo 1924 Un autore che sembra aver recepito alla
perfezione il messaggio e lo spirito del
surrealismo è Salvator Dalì, che dà libera
espressione alla sua realtà interiore non
curandosi dei condizionamenti esteriori e
del filtro della ragione. La figura di Dalì
(1904-1989) è la più stravagante del
gruppo surrealista: le sue opere sono
caratterizzate da rappresentazioni oniriche
e morbose, danno libero sfogo alle sue visioni e ossessioni, che costituivano una sorta di pazzia.
Una delle sue opere più famose è Gli orologi molli (1931). Il pittore ha coniugato lo sfondo di un
paesaggio con l'ispirazione che gli aveva fornito una forma di formaggio che si stava sciogliendo e
deformando su un piatto durante una cena: quell'oggetto si era trasformato, grazie alla capacità
5
visionaria dell'artista, in un orologio. Infatti sulla tela ci sono tre orologi
molli, uno adagiato su un ramo, uno su un cubo e il terzo su una figura
che rappresenta simbolicamente un autoritratto dell'artista (anche se l'unica
parte meglio riconoscibile è l'occhio). Vi è poi un quarto orologio, chiuso e
rigido, coperto di formiche, che completa quella che è una
rappresentazione della duplicità del tempo. Il tempo soggettivo non è
rigidamente determinato ma è fluido, perché plasmato dalla psiche dell'uomo; invece il tempo
oggettivo è chiuso e compatto, e corrode come le formiche.
Anche in Alice è introdotto il problema della percezione e della natura del tempo: il
Cappellaio Matto ed il Leprotto Marzolino hanno una concezione del tempo completamente diversa
da quella razionale di Alice. Per il Cappellaio il tempo è una specie di bambino capriccioso e
viziato, che fa tutto quel che si vuole a patto di non irritarlo, perché c'è il rischio che si ribelli. Se
questo accade gli orologi impazziscono, e sono buoni più da imburrare e inzuppare nel tè che per
leggere l'ora.
LETTERATURA SURREALE E
FANTASTICA IN ITALIA NEL XX
SECOLO
In Italia il surrealismo non fa presa nell'ambito della letteratura, che trova i suoi maggiori
rappresentanti in Francia con Breton e Paul Eluard, la cui poesia è spesso alogica e dominata dal