
Come fare una buona impressione all’esame orale? Come inizia il colloquio? E i PCTO e l’Educazione Civica? Si può essere bocciati alla Maturità? Dopo le prime due prove scritte i maturandi si preparano a sostenere l’ultimo passaggio dell’esame di Stato, ma i dubbi di certo non mancano. Ecco perché la nuova puntata del podcast #Sapevatelo è dedicata proprio ai suggerimenti in vista dell’esame orale.
Niente panico! In aiuto degli maturandi è intervenuta Loredana Straccamore, docente di Italiano e Latino, che ha fornito i suoi consigli a tema Maturità in compagnia della nostra creator Scarlett.
Fare una buona impressione: presentarsi e salutare!
L’esame orale mette sempre un po’ di apprensione (se non proprio qualche brivido lungo la schiena). E da un certo punto di vista è più che comprensibile: per un tempo che oscilla tra i 40 ai 50 minuti, il candidato si troverà faccia a faccia, da solo, di fronte ai 7 membri della commissione. Insomma, non proprio una situazione rilassante!
Partiamo quindi dalle basi: come bisogna comportarsi per fare una buona impressione all’esame orale? “Innanzitutto è importante come ci si presenta”, spiega Straccamore, che subito smonta uno dei proverbi più famosi nell’arsenale popolare: “Si dice sempre che l’abito non fa il monaco, ma io non ci credo”. Il consiglio è quindi quello di presentarsi in modo semplice e decoroso, senza esagerare con gli eccessi. E poi la calma: “Meglio non far trasparire troppo l’ansia, che comunque è normale e legittima!”.
Non è tutto, la prof confeziona anche un altro suggerimento: “Spesso ho visto che nelle sedute d’esame non accade, ma è fondamentale: salutare e presentarsi”.
Esame orale di Maturità: interdisciplinarietà, collegamenti e domande
Essenziale poi tenere a mente la struttura e l’andamento dell’esame orale Maturità, che “inizia con un argomento presentato allo studente”, dice la docente. “Può trattarsi di un argomento qualsiasi e che coinvolge varie discipline, da un testo letterario a un quadro, da un grafico a una fotografia. E da quel soggetto il candidato deve cominciare a tessere i suoi collegamenti”. Non a caso, infatti, è stata più volte ribadita dal Ministero la natura multi e interdisciplinare del colloquio orale. E anche in questo caso non mancano le dritte: “Un consiglio che mi sento di dare è di mettersi a casa davanti allo specchio e provare a presentare. Questo aiuta ad avere una certa disinvoltura”.
Non dimentichiamoci però che i professori durante l’esposizione non stanno a guardare, ma è loro pieno diritto fare delle domande, che però non sono tutte uguali: “Ci sono varie modalità di fare domande”, spiega Straccamore, “quelle che possono interrompere la presentazione del candidato per approfondire un argomento nello specifico, oppure quelle a fine colloquio, quando si comincia il giro delle domande per ogni materia”.
PCTO ed Educazione Civica: un “valore aggiunto” su cui puntare
I candidati, nei circa 45 minuti da dedicare al colloquio orale, dovranno poi misurarsi con l’Educazione Civica e con la presentazione dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento), che potrà avvenire anche attraverso un supporto multimediale: “Il candidato”, spiega Straccamore, “dovrà raccontare cosa ha significato il percorso scelto. E questo ritengo che sia un valore aggiunto, ancora meglio se è lo studente stesso a inserirlo nel discorso da solo, senza che gli venga chiesto, così da dimostrare la propria capacità dialettica e argomentativa, nonché la maturità di sapersi destreggiare tra i vari argomenti. E lo stesso vale per l’educazione civica”. E da questo punto di vista, aggiunge Straccamore, “più si arricchisce il dialogo con esperienze e conoscenze personali e più l’esame sarà apprezzato”.
E se il candidato non ha finito le ore di PCTO? “Non succede nulla”, sentenzia la docente di Italiano e Latino. “Semplicemente si racconta quello che è stato fatto”.
Gli scritti all’esame orale: “Correggere i propri errori”
Non dimentichiamo, inoltre, che anche le prove scritte possono fare la loro comparsa durante l’esame orale: “Generalmente succede alla fine del colloquio, quando il candidato viene invitato a prendere visione dei compiti scritti”. Naturalmente, il suggerimento in questo caso è quello di andare all’orale consapevoli degli errori commessi agli scritti. In questo modo si potrà dimostrare di aver colmato le proprie lacune.
Punti bonus e lode?
Parliamo adesso di punteggio: come si decide di assegnare la lode o i 5 punti bonus? “I 5 punti sono assegnabili se si è stati ammessi all’esame con almeno 30 punti di credito e se durante le prove si è riusciti a totalizzare almeno 50 punti”. Ma questo non garantisce l’assegnazione, che comunque “rimane sempre a discrezione della commissione. Si valuta il merito, il percorso svolto durante il triennio, la buona volontà del ragazzo. Insomma”, conclude Straccamore, “sono vari i fattori che portano ai punti extra”.
Diverso il discorso della lode, che invece risponde a criteri più stringenti: massimo credito, massimo punteggio alle prove (senza l’ausilio dei 5 punti bonus). Senza dimenticare che “la decisione deve essere presa all’unanimità”.
Il modo più facile di essere bocciati alla Maturità è… copiare
L’argomento che fa tremare i maturandi, però, rimane quello della bocciatura. Il modo più facile per essere bocciati alla Maturità è sicuramente quello di essere beccati a copiare o a usare il telefono: “In quel caso la decisione è immediata”. Ma esistono anche altre possibilità: come ricorda Straccamore, si può essere ammessi all’esame di Stato anche con un’insufficienza. Ma “buon senso vuole che arrivato all’esame questa insufficienza un minimo devi averla saputa colmare”. Se però alle prove si ottengono voti molto bassi e, in più, si dimostra di non aver lavorato sulle proprie lacune, allora può avvenire la bocciatura.