
Negli anni è diventata una vera e propria leggenda: “se firmi all’orale, qualche punto lo prendi comunque”. Una di quelle dicerie che resistono di Maturità in Maturità, come se bastasse la presenza per strappare un voto di consolazione.
Ma se già prima si configurasse come una fake news, con la nuova Maturità 2026 le cose cambiano davvero senza lasciare spazio a interpretazioni di sorta. Il Ministero ha infatti deciso di mettere fine alla possibilità di presentarsi all’orale senza parlare, introducendo una regola ferrea: chi fa volontariamente scena muta viene bocciato, anche se ha già raggiunto la soglia minima di punti per superare l’esame.
Una misura nata dopo le polemiche della scorsa edizione, quando diversi studenti avevano scelto il silenzio come forma di protesta. Ora quella “strategia” non sarà più ammessa.
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No, la firma all’orale non vale punti
Partiamo dal mito più diffuso: la firma non vale nessun punto. Non c’è alcun “bonus presenza”, né un voto minimo garantito solo perché ci si siede davanti alla commissione. Non era così prima, e a maggior ragione non sarà così adesso.
Il punteggio dell’orale viene deciso esclusivamente sulla base della griglia di valutazione nazionale, che tiene conto di competenze, chiarezza espositiva, capacità di collegamento e padronanza dei contenuti.
In pratica, la commissione può assegnare da 0 a 20 punti per il colloquio, in base alla qualità della prova. Presentarsi e firmare non basta: serve dimostrare di aver compreso, ragionato, collegato i temi del percorso scolastico e del materiale proposto.
“Scena muta” uguale bocciatura
Fino al 2025 c’era chi decideva di affrontare l’orale restando in silenzio, magari per protesta o per paura. Da quest’anno non sarà più possibile.
La nuova disposizione del ministro Giuseppe Valditara stabilisce che chi sceglie volontariamente di non rispondere alle domande della commissione verrà bocciato, indipendentemente dal punteggio già ottenuto tra scritti e crediti.
Lo spirito della norma punta valorizzare il colloquio come momento di verifica reale delle competenze e non come un atto formale. Il silenzio, quindi, sarà considerato una rinuncia alla prova stessa che ti farà ripetere l’anno.
Maturità 2026: i nuovi punti bonus
Cambiano anche i punti bonus, ridotti rispetto agli anni precedenti. Se finora i commissari potevano concedere fino a 5 punti extra, dalla prossima edizione il tetto massimo scende a 3 punti.
Per poterli ottenere, inoltre, lo studente deve aver raggiunto almeno 90 punti complessivi, sommando crediti e prove d’esame. Solo in quel caso la commissione potrà assegnare fino a tre punti aggiuntivi, come riconoscimento di un risultato particolarmente meritevole.