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Viaggio nella psicoanalisi, percorso
Italiano - Italo Svevo
Filosofia - Sigmund Freud
Storia - Prima e seconda guerra mondiale
Fisica - Albert Einstein
Storia dell'arte - Salvador Dalì
Inglese - James Joyce
La psicoanalisi è un metodo terapeutico che nasce agli inizi del 900 per
Sigmund Freud,
merito dello psicoanalista definito infatti come "padre
della psicoanalisi".
Tra le sue scoperte, la più importante è stata quella riguardo l'
"inconscio", concetto concepito in seguito a studi sulle isterie e che è da
lui definito come una delle tre parti della psiche che non può essere
conosciuta dall'uomo poiché ha scopi autonomi e nascosti alla coscienza
superficiale; parte che contiene inoltre tutti i ricordi considerati
"inaccettabili" dalla coscienza che vengono per questo "rimossi" e quindi
dimenticati. Le altre due parti della psiche umana che individua lo
psicoanalista sono il preconscio e il conscio. Nel preconscio sono
compresi una serie di ricordi che, seppur momentaneamente inconsci,
possono diventare consci attraverso la terapia psicoanalitica; il conscio
invece è la parte consapevole della personalità dell'uomo che interagisce
direttamente col mondo esterno, e questa è l'unica parte della propria
interiorità che l'uomo conosce di se.
Come conseguenza dei suoi studi, lui, e in seguito tutta l'umanità,
diventa consapevole che l'uomo non può né conoscere né controllare se
stesso perché esiste questo lato di se, che è appunto l'inconscio, che,
nonostante gli appartenga, non conosce. Per tentare di lasciar spazio a
questo inconscio, Freud utilizza prima l'ipnosi (che però da scarsi
risultati), poi le associazioni libere e l'interpretazione dei sogni.
associazioni libere,
Il metodo delle o associazioni di idee, consiste nel
creare intorno al paziente un ambiente di neutrale tranquillità e di fargli
dire tutto ciò che pensa senza utilizzare il filtro della coscienza o della
dei sogni
logica mentre l'interpretazione è un percorso o studio fatto
dal medico che cerca di trovare dietro al contenuto manifesto del sogno, il
suo significato latente.
Grazie alla nuova teoria sull'inconscio, la psicoanalisi freudiana può
essere considerata una vera e propria rivoluzione per la profonda
influenza che ha avuto non solo in psicologia, ma anche su molti altri
campi della cultura e sul modo di concepire l'uomo. Sono stati infatti molti
gli artisti, i letterati e i filosofi che sono rimasti affascinati da questa
rivoluzionaria teoria. Italo
Per quanto riguarda gli scrittori, si ricordano in particolare
Svevo James Joyce
per la letteratura italiana e per quella inglese, poiché
entrambi hanno fatto della psicoanalisi il tema chiave di tutta la loro
letteratura sviluppando un metodo di scrittura che si focalizza
sull'interiorità dei personaggi e sul loro "flusso di coscienza" invece che
sulla trama o sugli eventi della loro vita. Infatti è comune il fatto che sia
complicato sintetizzare il contenuto dei loro scritti che sono spesso
caratterizzati dall'assenza di azione, dal rifiuto delle regole sintattiche,
dalla presenza di eventi passati che si intrecciano a quelli presenti.
Queste caratteristiche sono note soprattutto nei loro romanzi più famosi:
"La coscienza di Zeno" di Svevo e "Ulysses" di Joyce.
coscienza di Zeno"
"La è uno scritto innovativo non solo perché
l'autore si sofferma sul lato interiore dei personaggi, ma anche per la
tecnica usata e per il modo stesso in cui il romanzo è organizzato. Questo
infatti è definito "autodiegetico" poiché il narratore è il protagonista
stesso, che racconta la sua storia lasciando che i suoi pensieri scorrano
liberi e senza filtri. Le vicende sono raccontate sotto forma di memoriale,
e nuovo è il fatto che l'autore, Zeno, non ha lo scopo di pubblicare il suo
memoriale, che invece deve rimanere privato perché contenitore dei suoi
segreti più intimi; è pubblicato infatti per vendetta da parte del Dottor S.,
il medico che lo seguiva nella sua terapia, perché il suo paziente, arrivato
quasi alla fine della cura, si è rifiutato di continuarla perché si
considerava guarito, e neanche per merito della psicoanalisi.
"Ulysses" is considered an important novel because it marked the
beginning of the English modern age. In his work, Joyce breaks with the
tradition using the stream of consciousness technique to write about his
characters' thoughts. This technique was born with William James, a
psychologist who suggested that man didn't think in an ordered sequence
of coherent thoughts but in a unbroken flow of thoughts. Using this
technique, Joyce focus his attention on the mental process of his
characters rather than their actions and relations. One example of this
system is at the end of the novel, in the 18 chapter, where there are
th
eight long periods without punctuation which describe the thoughts of
one of the character. Particular is that there is a parallel between Ulysses
and the Odyssey, in fact Joyce uses the Odyssey as a model for his book,
arranging its characters and events around Homer’s heroic model. This is
evident in all the chapters which correspond to the episodes of the
Odyssey, moreover, every character represents an Odyssey's character, in
fact Stephen is Ulysses’ son Telemachus, Molly is Penelope and Leopold is
Ulysses.
Allontanandoci dall'ambito letterario, notiamo che anche nel campo
artistico ci sono artisti che nelle loro opere si riferiscono chiaramente agli
studi freudiani. Questo è visibile maggiormente nelle opere che fanno
parte del movimento Surrealista, che si è sviluppato nel 1924 col
"Manifesto Surrealista" scritto da André Breton, che sostiene la
fondamentale importanza che ha avuto la psicoanalisi per la nascita della
corrente. Questa infatti è legata alle teorie freudiane poiché esse hanno
contribuito ad alimentare la fantasia degli artisti che hanno iniziato a
considerare la loro forma artistica superiore alle altre perché risultato di
pensieri inconsci non soggetti al filtro della ragione. Breton stesso
sostiene che bisogna lasciarsi guidare dall'inconscio, che diventa il punto
di partenza della loro arte, per far si che le immagini scorrano
Salvador Dalì,
liberamente. Tra i surrealisti, ho scelto di concentrarmi su
perché mi sono resa conto che le sue opere sono cariche dei temi tipici
degli studi freudiani come il sogno, l'inconscio e la scoperta della
sessualità.
Tra le opere principali dell'artista, penso siano due quelle che possono
essere considerate più adatte a rappresentare i concetti psicoanalitici:
di Milo con cassetti"
"Venere ad esempio, evidenzia il concetto
freudiano che dice che esistono parti all'interno dell'uomo, che essendo
causato
nascoste, non sono conoscibili dall'uomo stesso mentre "Sogno
da volo di un'ape intorno a una melagrana, un attimo prima del
risveglio" rappresenta i pensieri inconsci che uno stimolo esterno, in
questo caso una puntura di un'ape, scatena durante un sogno. Questa
secondo me è l'opera più significativa e particolare di Dalì perché, dietro
all'irrazionalità dei soggetti dipinti, c'è la volontà di tentare di
rappresentare proprio ciò che non si può conoscere e quindi neanche
rappresentare, e parliamo proprio dell'inconscio. Questa volontà da parte
di Dalì di andare oltre i limiti a lui consentiti, è un concetto che si
potrebbe collegare benissimo al Romanticismo, e quindi alla volontà
dell'uomo di conoscere l'infinito nonostante sia consapevole di essere
finito, ma, poiché all'inizio del colloquio avevo solamente 10 minuti e
questo non è l'argomento della tesina direi che non posso approfondire
ulteriormente.
Continuando a parlare delle scoperte fatte da Freud, in seguito ai suoi
studi sulle nevrosi, fondamentale è stata la sua teoria che ricerca le cause
di questi disturbi proprio nell'inconscio invece che nell'organismo come si
era sempre creduto fino ad allora. Il periodo in cui Freud scopre ciò è
caratterizzato dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, e una conferma
traumi post-
pratica delle sue teorie si ha prendendo in considerazione i
guerra dei soldati. Tutti coloro che erano andati a combattere,
manifestavano infatti molti disturbi psichici sia durante la guerra che in
seguito, ed era evidente che non erano conseguenze di traumi fisici, ma
bensì psicologici, che si manifestavano attraverso problemi (come
immobilismo, incapacità psicomotoria o fuga improvvisa ed irrefrenabile)
che, avendo le cause all'interno della psiche, non si riuscivano a curare.
Di solito, per far si che i soldati potessero essere rinviati al fronte il
prima possibile, si ricorreva a dolorosi trattamenti basati sulla
somministrazione di scariche elettriche, ordini urlati, isolamento,
restrizioni alimentari, minacce, che però non risolvevano assolutamente il
"nevrosi da guerra"
problema. Dopo la guerra, lo stato di come le definiva
Freud, si manifestava attraverso altri sintomi che lo psicoanalista ha
classificato in tre categorie ben distinte:
episodi di intrusione: si ha l'impressione che il trauma si stia
ripetendo attraverso ricordi improvvisi accompagnati da emozioni
dolorose;
volontà di evitare e mancata elaborazione: l’individuo cerca di
evitare contatti con chiunque e con qualunque cosa che lo riporti al
trauma.
ipersensibilità e ipervigilanza: le persone si comportano come se
fossero costantemente minacciate dal trauma reagendo in modo violento
e improvviso. A volte, per alleviare il proprio stato di dolore, le persone si
rivolgono al consumo di alcol o di droghe o si suicidano.
Prima Guerra Mondiale
Tutto ciò dimostra che la non ha portato solo
a gravissimi danni materialmente parlando, ma, in primo luogo, ha
danneggiato irreversibilmente la vita e la mente di tantissime persone che
rimarranno segnate per il resto della loro esistenza dagli orrori della
guerra.
In seguito alla consapevolezza della totale rovina portata da questo
conflitto, gli uomini di cultura del tempo hanno contribuito, ognuno con le
proprie teorie, a far riflettere sul perché sembra che le Nazioni abbiano