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Sintesi

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Storia: due dittatori a confronto Voldemort (purosangue-mezzosangue) Hitler (razza ariana-ebrei);
ITALIANO: due anime in eterno contrasto: Harry Potter -Cesare Pavese;
ARTE: Salvador Dalì- La persistenza della memoria;
GEOGRAFIA: AIDS in Sudafrica;
INGLESE: Nelson Mandela- Apartheid;
ECONOMIA: "Come creare un business da favola" di Susan Gunelius (Marketing);
Matematica : Derivate
Estratto del documento

mentali e in particolar modo gli ebrei considerati come l’origine di tutti i mali del mondo, la

tubercolosi della Germania e inoltre occupavano posizioni di rilievo in importanti settori della

finanza e potevano quindi ostacolare i piani economici del nazismo. Nel 1935 con le leggi di

Norimberga ( leggi per la protezione del sangue e dell’onore tedesco) gli ebrei furono costretti a

portare la stella gialla sui vestiti e privati dei diritti civili e politici. Alle stesso modo nel mondo

magico di Harry Potter vediamo le leggi Anti-Babbane che fanno la loro comparsa nel settimo libro

con l’introduzione dello Statuto di sangue ovvero un documento che dimostri l’ascendenza

magica. Il 9 Novembre 1938 i nazisti distrussero le sinagoghe e le vetrine dei negozi ebrei per ciò

ricordiamo la Notte dei cristalli. Seguì poi la deportazione nei ghetti e dopo la conferenza di

Wannsee nel 1942 si decise di attuare la soluzione finale della questione ebraica dove quest’ultimi

vennero mandati a morire nei campi di sterminio nelle camere a gas e nei forni crematori . Il 27

gennaio 1945 avviene la liberazione del campo di Auschwitz ad opera dell’Armata rossa e il 30

Aprile 1945 Hitler si suicidò nel suo Bunker a Berlino insieme alla compagna Eva Braun che aveva

sposato poche ore prima.

ITALIANO

Altri due oggetti che ho deciso di mettere a confronto sono Harry Potter, protagonista principale

della saga, e Cesare Pavese. Già dal titolo e dalla frase che ho scelto * possiamo intuire ciò che li

il bene e il male in quanto una parte dell’anima di

accomuna: Harry è sempre stato combattuto tra

Voldemort viveva in lui. Alla fine riesce comunque a scegliere da che parte stare, distruggendo il

male e vivendo al fianco del bene. Pavese al contrario, tormentato da i suoi eterni contrasti, si

suicida non riuscendo a dare un senso alla propria vita.

Tra le diverse forme di conflittualità e contrasto in Cesare Pavese si distinguono.

fra bellezza e innocenza della campagna e durezza e falsità della città;

-l’opposizione

-il desiderio di avere una donna amata e la consapevolezza di non poter vivere un amore appagante;

contrasto fra l’avere un impegno attivo nella società e nella politica, ed

-il una oscura vocazione alla

solitudine;

Occorre aggiungere che ogni termine di questi contrasti ha in se positività e negatività. Nella

formazione giovanile di Pavese influiscono importanti linee di pensiero antifascista, così dopo la

guerra aderisce al comunismo italiano. Il suo comunismo era però una forma di umanesimo che

sostiene il diritto alla liberta sociale di tutti gli uomini. Egli stesso dice che sangue e angoscia non

sono la fine di tutto ed una cosa si salva sull’orrore ed è l’apertura dell’uomo verso l’uomo stesso.

Concepisce così la politica come un dovere dal quale sente che rimarrebbe volentieri estraneo.

Pavese come scrittore condivideva l’idea di Vittorini secondo cui la letteratura doveva contribuire a

sconfiggere le sofferenze che la storia infligge agli uomini ma avvertiva in se la propria

inadeguatezza a questo compito in quanto sapeva che la sua letteratura nasceva dalle proprie

sofferenze esistenziali più che dall’indignazione storica e politica. I tre termini fondamentali che

riassumono Pavese e la sua poetica possono essere naturalismo, mito e simbolo. Il naturalismo

come opera letteraria diretta che rappresenta una realtà naturale delle cose. Il mito-simbolo dove

una poesia o racconto trasfigurano la realtà attraverso immagini che hanno una forza evocativa. Il

mito è quindi ciò che di fondamentale viviamo nell’infanzia e portiamo sempre dietro. Ritornare

con la memoria a quei miti costituisce la condizione da cui nasce la poesia che è dunque frutto della

memoria, come se rivivessimo quei miti una seconda volta. Così la realtà rappresentata dalla poesia

non è quella oggettiva ma quella in cui si coglie il riflesso mitico e simbolico.

Pavese affronta quinti la realtà dei suoi luoghi, del suo tempo della politica sociale senza tralasciare

però il velo simbolico che li avvolge. Nelle sue opere privilegia alcuni temi particolari quali il

contrasto tra campagna e città legati a quello tra infanzia ed età adulta. Abbiamo quindi da una parte

la campagna , ricordo infantile legato alla spensieratezza, innocenza ma anche al mondo selvaggio

Dall’altro lato

caratterizzato da miseria, violenza e superstizione. abbiamo la città, un riscatto alla

miseria, ma anche luogo alienante che isola l’uomo. L’opera che meglio racchiude l’intera poetica

di Pavese è:

La luna e i falò (Il titolo richiama le credenze della popolazione contadina, che, anche dopo

anni, dopo la guerra, crede che il risultato positivo o negativo del raccolto sia determinato

dalla posizione della luna e dai falò)

“Pubblicato nel 1950 è l’ultimo romanzo di Cesare Pavese dove vediamo il viaggio nel tempo di un

trovatello, Anguilla, cresciuto bracciante in una fattoria delle Langhe, emigrato in America , e tornato con

un po’ di fortuna nelle sue campagne. In questo romanzo troviamo molti temi, il tema del ritorno dove il

protagonista ritorna a S. Stefano Belbo( città natale di Cesare Pavese) e riscontra sin da subito che non è

più il ragazzino che veniva mandato nei campi a lavorare, anche se i ricordi naturali del paesaggio

provocano in Anguilla una sorte di nostalgia che lo portano anche a vergognarsi del suo comportamento del

suo abbigliamento ormai diverso dal resto degli altri abitanti. Altro tema è il ritornare con la mente alla sua

vita giovanile anche grazie all’aiuto di Nuto , amico d’infanzia, che gli ricorda gli anni passati e gli racconta

gli avvenimenti più importanti avvenuti durante la sua assenza capendo che tutto in realtà è cambiato

anche sotto il punto di vista storico. Il tema della morte si riscontra nelle ultime pagine dove Valino padre di

Cinto con cui Anguilla aveva stretto un legame affettivo,compie l’eccidio della propria famiglia e da fuoco

alla casa. Pavese raccoglie come miti quello della città e della campagna, della fuga e del ritorno e anche il

mito d’America che rimane solo un sogno perché in realtà l’autore non è mai andato in America.”

La luna e i falò è quindi l’opera conclusiva non solo in quanto Pavese non scrisse più ma anche perche

l’autore aveva ormai detto e trasmesso tutto ciò che doveva e avrebbe quindi solo riscritto altre copie o

nuove edizione di La luna e i falò. Il 27 Agosto 1950 in una camera d’albergo a Torino Cesare Pavese si tolse

la vita lasciando scritto sulla prima pagina de I dialoghi con Leucò: “Perdono a tutti e a tutti chiedo perdono.

Non fate troppo pettegolezzi.”

ARTE

Una curiosità su Pavese è che si interessò alle teorie sull’inconscio di Freud medico e neurologo austriaco

fondatore della psicanalisi, cura dei disturbi mentali analizzando l’inconscio , liberando l’individuo dalla

nevrosi. Secondo Freud una via d’accesso all’inconscio era il sogno quindi l’interpretazione dei sogni come

metodo fondamentale della psicanalisi freudiana. Per Salvador Dalì, ( 1904-1989) artista eccentrico e

geniale, il surrealismo, quell’arte libera dalle convenzioni, era l’occasione per far emergere il suo inconscio

secondo quel principio di Automatismo psichico puro teorizzato da Andrè Breton ovvero il processo in cui

l’inconscio è quella parte di noi che emerge sia nei sogni e sia durante la veglia e permette di associare

liberi pensieri e immagini senza freni o scopi prefissati.

Dalì si servì quindi del metodo “paranoico-critico”: la paranoia come malattia mentale cronica che suscita

nell’artista immagini che nascono dalla confusa agitazione dell’inconscio e riescono a prendere forma solo

grazie alla razionalizzazione di tale confusione. Da questa sua tecnica nacquero opere di grande importanza

come la “Persistenza della memoria” compiuta da Dalì quando aveva solo 27 anni su una piccola tela con

dimensioni circa 24x33 cm utilizzando la tecnica dei colori a olio. Nel Gennaio 1932 l’opera viene esposta

nella galleria di Julien Levy a New York e successivamente venne acquistata dal Museum of modern art di

New York dove possiamo ammirarla tuttora. L’opera si presenta come una composizione asimmetrica, con

elementi disorganici ed una forte luce frontale genera delle nette ombre sulla superficie degli oggetti.

Dalì rappresenta un paesaggio desertico di sfondo che è PortLigat caratterizzato da scogli aguzzi all’interno

del quale si presentano degli oggetti appartenenti alla realtà ma deformati dalle allucinazioni del sogno

come ad esempio gli orologi molli di cui uno poggiato su una strana forma da cui spuntano delle ciglia e che

probabilmente è il profilo dello stesso Dalì, ed indicano come la durata del tempo può essere dilatata.

Rappresentano quindi l’aspetto psicologico del tempo il cui trascorrere assume una forma soggettiva in

base alla vita, agli stati d’animo di ogni soggetto. All’interno della composizione c’è un altro orologio non

deformato ma invaso da formiche come ad indicare l’inutilità del tempo e come esso venga distrutto

nonostante sia l’elemento razionale per eccellenza che scandisce l’esistenza di chiunque.

GEOGRAFIA

Aids in Sud Africa cosa possa legare l’AIDS

Vi chiederete certamente alla storia di Harry Potter. In una delle

sue ultime interviste la Rowling ha parlato riguardo Remus Lupin, un insegnante e amico

di Harry, in particolare riguardo il sue essere Lupo mannaro affermando che sia una

metafora per tutte quelle malattie che portano con sé uno stigma sociale come l’HIV e

AIDS. Lupin era infatti sempre stato discriminato dalla comunità magica e per ciò si dispera

quando scopre di aspettare un figlio in quanto sa che il bambino in futuro dovrà subire la

stessa emarginazione ed umiliazione del padre. A distanza di quasi 35 anni dai primi casi

diagnosticati, l’AIDS continua ad essere una piaga che affligge uno degli Stati considerato

avanzati e democratici dell’Africa: il Sudafrica.

tra i più

I fattori che contribuiscono alla diffusione del virus dell’HIV/AIDS sono molti. Come prima

cosa l’ammissione di non usare preservativi in quanto alcuni pensano che esso sia stato

prodotto al solo scopo di limitare la crescita della popolazione africana. Altri rifiutano il fatto

che il virus dell’HIV sia la causa dell’AIDS come Thabo Mbeki, presidente del Sudafrica,

suggeriva che l’AIDS veniva contratta

che insieme a Robert Mugabe e il biologo Dusberg

solo attraverso povertà e malnutrizione. Per ciò vengono ancora considerati dissidenti in

quanto in passato bloccarono l’arrivo di farmaci contro il virus convinti che quest’ultimi

fossero solo delle armi, una cospirazione contro il popolo africano. Grande problema è

quello dello stigma sociale: scarsa informazione, pregiudizi legati all’ignoranza, tabù

culturali e religiosi sono i nemici di chi deve convivere con il virus soprattutto le donne.

Qualcuno come Annie Kaseketi Mwaba è riuscita ad usare la propria esperienza per

combattere lo stigma e lo ha fatto da una posizione molto particolare essendo una Pastora

cristiana. Quando scopre di essere infetta, dopo che il suo medico si rifiuta di farle il test, lei

stessa alla fine deve ammettere che il virus non colpisce solo i peccatori, chi non è

cristiano, prostitute, omosessuali o adoratoti del diavolo. Decide così di raccontare e sfidare

le ostilità dei leader religiosi durante una predica a messa, riuscendo oggi ad aiutare molte

famiglie ,vittime della discriminazione sociale.

L’epidemie dell’HIV/AIDS hanno effetti molto importanti sulla società, sull’economia e sulla

politica del continente. Il risultato dell’impatto sociale è evidente quando si considera che

circa 12 milioni di bambini nel Sudafrica sono orfani come risultato del virus. Nonostante si

stia cercando di educare anche i più giovani sulla prevenzione delle malattie, l’alienazione

degli studenti stigmatizzati da HIV/AIDS ha reso impossibile un educazione adeguata. I

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