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Giuseppe Valditara e Daniele Grassucci

La nuova Maturità rappresenta un po’ un ritorno alle origini, a quando l’esame finale si chiamava ancora “di Maturità” e non Esame di Stato, come poi avvenuto dal 1999 fino ad oggi. 

Oltre al ripristino della vecchia denominazione, l’orale smette di essere un “giudizio universale” su tutte le materie dell’ultimo anno che, a conti fatti, rischiava di essere abbastanza superficiale (e gli strafalcioni degli studenti ne erano una prova). 

Al contrario, si torna a focalizzarsi su un numero ristretto di materie - 2 nella Maturità “classica”, 4 in quella moderna, scelte dal Ministero dell’Istruzione e del Merito nel mese di gennaio - per poter garantire un maggior grado di approfondimento. 

Queste e altre novità le ha spiegate in maniera approfondita il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a Skuola.net, intervistato dal direttore Daniele Grassucci nel nuovo episodio del vodcast youtube #Sapevatelo, durante il quale il responsabile di Viale Trastevere ha risposto alle domande ricorrenti tra la community dei maturandi. 

Indice

  1. La verità sulle quattro materie del colloquio orale: collegamenti (ed extra) a discrezione dello studente
  2. Non fate come il Ministro, studiate tutte le materie fino alla fine
  3. Rifiuti l’orale? Ripeti l’anno: la scuola deve insegnare a rialzarsi dagli errori
  4. Un nuovo modo per valutare la Maturità degli studenti oltre il voto nelle singole materie
  5. La performance all’esame vale meno (come era già in passato)
  6. Il PCTO rimane ma diventa Formazione Scuola-Lavoro (FSL)
  7. “Ragazzi, valete tanto. Credeteci”. Il messaggio di Valditara per i maturandi

La verità sulle quattro materie del colloquio orale: collegamenti (ed extra) a discrezione dello studente

Quattro discipline. Che non significa non fare collegamenti interdisciplinari, ma fare quelli che sono utili per migliorare la valutazione”. Ad esempio, “saper collegare una domanda di greco con un argomento trattato in storia o filosofia ci sta tutto”. Ma in un certo senso lo studente non sarà “obbligato” a trovare forzatamente un collegamento

Importante sarà invece, ovviamente, “la conoscenza disciplinare delle quattro materie” che saranno indicate (spoiler alert!) “a fine gennaio”. Quattro materie senza extra, perché anche i commissari abilitati in più di una materia dovranno attenersi alle disposizioni ministeriali: in due parole, se la scelta dovesse ricadere su storia, un professore di storia e filosofia dovrà “contenere” le domande esclusivamente all’ambito storico. A meno che il passaggio da una disciplina all’altra, anche tra quelle non oggetto d’esame, venga dallo stesso studente.

Questa, in sintesi, la spiegazione da parte del ministro Valditara delle novità della Maturità che hanno più fatto chiacchierare, ovvero la riduzione delle materie oggetto del colloquio orale - con conseguente “taglio” dei commissari, o viceversa -  e l’addio definitivo a quei documenti “a sorpresa” selezionati dai professori con cui, fino allo scorso anno, i maturandi dovevano misurarsi per dare il via all’esame. 

“Ti costringevano a fare collegamenti interdisciplinari spesso astrusi” o “improbabili”, sostiene il titolare di Viale Trastevere. “Oggi invece abbiamo fatto chiarezza”.

Non fate come il Ministro, studiate tutte le materie fino alla fine

Va da sé che più di qualche studente, dopo l’annuncio ministeriale di gennaio, possa avere la tentazione di concentrarsi solo sulle quattro materie oggetto d’esame, smettendo di studiare le altre. 

Valditara, però, precisa che “ovviamente è un segno di maturità lo studiare anche le materie che non sono state scelte”. 

E racconta che, da maturando, provò anche lui a percorrere la via più breve, ma non gli andò bene: “Quando all'epoca erano due le materie, ricordo che ai primi di febbraio diedi l'interrogazione di algebra e poi chiusi il libro su geometria”.

La prof se ne accorge a due settimane dallo scrutinio e mi dice ‘Valditara, qua c'è solo un'interrogazione. Allora, o tu fai adesso in due settimane quello che avresti dovuto fare in 3-4 mesi oppure io non ti ammetto all'esame di Maturità’. 

E quindi io mi misi a studiare in modo matto e disperatissimo per riuscire ad essere ammesso”. 

Rifiuti l’orale? Ripeti l’anno: la scuola deve insegnare a rialzarsi dagli errori

Il ministro è molto chiaro anche su un altro aspetto: l’esame orale è un passaggio obbligato. In passato, il punteggio ottenuto era il cardine dell’esame, e se il candidato riusciva ad assicurarsi 60 punti - il minimo per la promozione -  anche senza sostenere l’orale, non aveva grosse ripercussioni. 

Ma dal 2026 la situazione cambia. “La scuola ti deve abituare ad affrontare i problemi, non ad aggirarli, a saper affrontare le valutazioni, non a rifiutarle, a saper affrontare le frustrazioni risolvendole”, dichiara Valditara. “Se cadi, la scuola deve abituarti a rialzarti perché ognuno di noi ha commesso degli errori”

“Questa è la vera grande sfida. E allora per questo ho voluto dare una risposta netta a quei ragazzi che la scorsa estate hanno contestato l'esame di Maturità rifiutandosi di prendere parte alla prova orale. Tra l'altro potendo già contare sui voti acquisiti nello scritto. Attenzione perché questo non sarà più possibile. Rifiuti l’orale? Non è un problema, ripeti l’anno”, avverte il ministro.

Un nuovo modo per valutare la Maturità degli studenti oltre il voto nelle singole materie

Ci si potrebbe chiedere in che modo questa riforma - che torna a chiamare l’esame di quinta superiore esame di Maturità, non più esame di Stato - si propone di valutare meglio di prima la maturità, per l’appunto, dei giovani. “Questo è uno dei passaggi più importanti della riforma - ammette Valditara - è decisivo il tema della maturità”. 

Oltre alle conoscenze scolastiche che è sempre bene avere, infatti, “c’è anche quel grado di responsabilità e di autonomia che si acquisisce grazie alla scuola”. In questo senso va, ad esempio, l’inserimento nella valutazione delle attività extracurricolari, culturali o sportive, che arricchisce il profilo di ogni studente. 

Così come l’attenzione ai comportamenti meritevoli, “che dimostrano il grado di maturità, di responsabilità, di sensibilità” raggiunti. 

In sostanza superare l’esame di Maturità della riforma di Valditara non significa solo dimostrare di aver imparato il programma dei cinque anni di scuola. Per questo tornare alla parola Maturità, sottolinea il ministro, “non è solo un cambiamento terminologico”.

La performance all’esame vale meno (come era già in passato)

Non c’è differenza rispetto agli scorsi anni nel resto dell’impostazione dell’esame: “I due scritti, il sistema di voto, la valutazione” resteranno gli stessi. Non cambieranno neanche le tempistiche nella comunicazione del voto degli scritti, che continuerà a precedere la prova orale.

Non deve passare però in sordina una novità che è forse piccola a livello di “peso” nel voto ma che rema nella stessa direzione delle altre. I cinque punti “premio” che la commissione poteva assegnare - sulla base di precisi requisiti - ad esami particolarmente brillanti diventano oggi tre. Forse, a sottolineare ancora di più che sarà l’intero percorso e, di conseguenza, il giudizio “a tutto tondo”, a prevalere sulla singola prova.

Nello stesso senso va interpretato il peso della condotta sul credito scolastico - elemento, anche questo, introdotto di recente da Valditara -, il quale continuerà ad avere un impatto complessivo importante sul voto finale, ben 40 punti

Il PCTO rimane ma diventa Formazione Scuola-Lavoro (FSL)

Non varia neanche il ruolo dell’alternanza scuola lavoro, ex PCTO, che oggi prende il nome di Formazione Scuola-Lavoro

Continuerà ad essere centrale nell’esame di Maturità e, come in passato, si dovrà relazionare davanti alla commissione. Ciò che cambierà, sottolinea il ministro, riguarda soprattutto la modalità in cui questa si svolgerà durante l’anno. Infatti, non sarà più possibile “contemplare lavorazioni ad alto rischio”.

Anche in questo caso, non sarà solo un cambiamento formale: “Ci sono stati degli interventi strutturali, ma c'è anche un messaggio culturale”, chiosa il ministro. “Preparare i giovani a orientarsi e a sperimentare per acquisire competenze che poi potranno essere utili nelle esperienze professionali e lavorative future è importantissima, è fondamentale”.

“Ragazzi, valete tanto. Credeteci”. Il messaggio di Valditara per i maturandi

“Ricordatevi, ragazzi, che valete tanto. Questa è l'occasione per poterlo dimostrare. Valete tanto, ma di questo dovete essere voi i primi ad essere consapevoli. E poi l'impegno. Nessun traguardo, nessun obiettivo, nessun risultato può essere raggiunto senza l'impegno”: suona così, infine, l’appello ai maturandi del 2026 espresso dal ministro in persona attraverso i microfoni di Skuola.net. 

Questo è il vero senso del merito, no? Dare il meglio di ciò che si ha dentro con l'impegno. Ragazzi, ce la potete fare tranquillamente e ce la farete sicuramente. Ma credeteci”.

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Maturità 2026, Valditara la spiega a Skuola.net

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