
La Maturità è un appuntamento obbligato, che sancisce di fatto la fine del percorso scolastico degli studenti italiani.
E ogni anno, verso la fine di gennaio, il Ministero dell’Istruzione e del Merito svela le materie esterne e interne che caratterizzeranno l’esame.
Si tratta di una decisione importante, che influenza non solo la preparazione dei maturandi, ma anche l’andamento dell’esame e il modo in cui verranno valutati.
Ma come funziona questa suddivisione? Perché alcune materie vengono affidate ai commissari esterni e altre restano sotto la supervisione dei docenti interni?
In questo articolo faremo chiarezza su un sistema che potrebbe sembrare complicato, ma che segue logiche precise per garantire equilibrio e imparzialità.
Indice
Come sono composte le commissioni di Maturità 2025
Le commissioni della Maturità 2025 saranno miste, cioè composte da 3 commissari esterni e 3 professori interni, oltre a un presidente di commissione esterno. In totale, quindi, gli studenti dovranno affrontare 7 commissari, di cui 4 provenienti da altre scuole.
Materie esterne: cosa sono e come vengono scelte
Le materie esterne, come si può facilmente dedurre dal nome, sono quelle discipline affidate ai commissari che non fanno parte del corpo docente della scuola frequentata dagli studenti.
L’obiettivo del meccanismo è chiaro: garantire una maggiore imparzialità nella valutazione.
Ogni anno, le materie esterne cambiano secondo un sistema di rotazione. Se una materia è stata esterna l’anno precedente, è probabile che diventi interna l’anno successivo, soprattutto quando si tratta delle discipline protagoniste della prima e della seconda prova.
Ma non bisogna cantare vittoria troppo velocemente: si tratta infatti di una regola non scritta, con le dovute eccezioni.
Bisognerà aspettare quindi l’effettiva pubblicazione delle materie per avere una sicurezza del 100%.
In ogni caso, può essere utile conoscere le materie esterne della Maturità dell’anno precedente.
Un aspetto fondamentale è che prima e seconda prova non possono mai essere affidate entrambe a commissari esterni o interni contemporaneamente: anche in questo caso, l’equilibrio è pensato per bilanciare il giudizio tra chi conosce gli studenti e chi li valuta da un punto di vista esterno.
Materie interne: il ruolo dei docenti della scuola
Le materie interne, al contrario, sono quelle affidate ai commissari che insegnano nella scuola degli studenti.
Questo significa che i professori che hanno seguito la classe durante l’anno scolastico avranno un ruolo attivo nell’andamento dell’esame e nella valutazione finale.
Naturalmente, queste materie rappresentano una sicurezza per molti studenti, poiché i docenti interni conoscono meglio il percorso e le potenzialità di ciascuno.
Inoltre, il loro giudizio può integrare quello dei commissari esterni, offrendo una visione più completa del livello di preparazione.
Le materie interne sono tutte quelle non scelte per essere esterne: in pratica, ogni disciplina studiata durante l’anno trova spazio nell’esame, sia scritto che orale.
La seconda prova: il cuore della Maturità
La seconda prova è una delle parti più impegnative della Maturità. Si tratta di un test scritto che verte su una o più discipline caratterizzanti il corso di studi.
Per il 2025, la data fissata è il 19 giugno.
Come detto, il Ministero comunica le materie della seconda prova generalmente entro gennaio.
Ad esempio, per il liceo scientifico, è probabile che venga scelta matematica, ma non è da escludere la possibilità che venga combinata con fisica.
Un dettaglio interessante è che, sebbene ci sia una tradizione di alternanza tra le materie, il Ministero può decidere liberamente quali discipline scegliere, adattandosi alle esigenze educative dell’anno.
È pure vero, però, che il Ministero tenda a scegliere molto più spesso alcune materie di altre.
Il colloquio orale: multidisciplinarietà e competenze trasversali
Il colloquio orale è il momento in cui gli studenti possono dimostrare non solo la propria preparazione, ma anche la capacità di collegare argomenti tra le diverse discipline, tanto esterne quanto interne.
L’approccio multidisciplinare, come ribadito più volte dal Ministero, è centrale per verificare il livello di maturità degli studenti.
Durante il colloquio, potranno essere affrontati tutti gli argomenti del quinto anno, a cui oltretutto si aggiungeranno:
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Educazione civica, con temi come la Costituzione, i diritti umani e la sostenibilità.
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La presentazione della relazione sui PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento).
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L’esposizione in lingua straniera, per dimostrare le competenze linguistiche acquisite.
La commissione avrà il compito di proporre spunti iniziali, come testi o documenti, per poi ampliare il discorso e coinvolgere altre discipline.
Questo rende il colloquio non solo una prova di contenuti, ma anche di elasticità mentale e spirito critico.