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Immagine colloquio orale Maturità

Ecco la scena: entri in aula per il colloquio orale della Maturità 2025 e ti trovi davanti…un’immagine. Nessun testo da analizzare, nessuna citazione, ma una fotografia, un dipinto, una vignetta, una mappa, un manifesto, magari persino una scena tratta da un film. 

Succede davvero.

Sì, perché tra i materiali da cui prende il via il colloquio possono esserci anche immagini visive da osservare, interpretare e usare come trampolino per costruire un discorso interdisciplinare. Anzi, spesso sono tra gli spunti preferiti dai professori.

La sfida è quella di riconoscere, dentro quell’unico fotogramma, le tracce dei tanti saperi appresi nel corso degli anni. L’orale di Maturità non è infatti una semplice interrogazione, ma una prova trasversale, che parte da un input scelto dalla commissione – tra cui anche un’immagine, appunto – e mette in gioco la capacità di legare i puntini tra le diverse materie. 

Sembra un momento lontano, ma non è così. Molto probabilmente, le commissioni inizieranno a calendarizzare i colloqui orali a partire dal 23 giugno 2025, pochi giorni dopo le prove scritte della Maturità 2025. Meglio, perciò, organizzarsi per tempo per prevenire l'effetto sorpresa.

Ma cosa fare, nello specifico, se il materiale d’apertura è proprio un’immagine? Ecco qualche dritta per affrontarla nel modo giusto.

Indice

  1. Come funziona il colloquio orale della Maturità 2025
  2. Leggere un’immagine: partire dal significato, non dalla superficie
  3. Contesto, stile, simboli: gli indizi da cogliere
  4. L’immagine come ponte tra le materie

Come funziona il colloquio orale della Maturità 2025

Facciamo prima chiarezza sull’ultima tappa della Maturità. Il colloquio orale dell’Esame di Stato 2025 si aprirà, come detto, con l’analisi di un materiale scelto dalla commissione: può essere un testo, un documento, un’opera d’arte, un grafico, oppure anche una semplice immagine di qualsiasi tipo. L’obiettivo? Usarlo come punto di partenza per costruire un percorso interdisciplinare, in cui mettere in relazione argomenti studiati durante l’anno nelle diverse materie.

Non si tratta quindi di un’interrogazione diversa da quella con cui sono abituati a confrontarsi gli studenti. Una prova in cui contano soprattutto capacità di analisi, connessioni logiche e visione d’insieme

Dopo questa prima parte, il colloquio proseguirà con l’esposizione dell’esperienza svolta nei PCTO, una riflessione sulle tematiche di Educazione civica e, se richiesto, un commento su quanto riportato nel Curriculum dello studente. Spazio, infine, per la correzione delle prove scritte, con particolare attenzione agli errori commessi. 

L’avvio, però, è tutto nelle mani del candidato, che dovrà interpretare il materiale assegnato e trasformarlo in un discorso strutturato e personale.

Leggere un’immagine: partire dal significato, non dalla superficie

La prima cosa da evitare è limitarsi alla descrizione. Dire cosa si vede in un’immagine va bene, ma è solo l’inizio. Il punto è interrogarsi su cosa rappresenta, su quali temi evoca, su quali connessioni può attivare con ciò che si è studiato. Se si tratta, ad esempio, di un quadro storico, si può partire dal periodo rappresentato e allargare il discorso al contesto socio-politico o culturale. Se invece è una fotografia di attualità, il collegamento potrebbe passare per educazione civica, diritti, ambiente, migrazioni, tecnologia.

Questo perché ogni immagine racchiude un messaggio, esplicito o implicito, e il candidato deve provare a decifrarlo, per poi ricollegarlo a ciò che conosce: testi letterari, filosofi, fenomeni scientifici o artistici, persino esperienze personali affrontate nei PCTO. L'importante è non restare in superficie, ma usare l'immagine come un passaggio segreto verso un discorso più ampio.

Contesto, stile, simboli: gli indizi da cogliere

Ogni immagine, in fondo, porta con sé tante cose: un periodo storico, un autore, uno stile. Individuarli può offrire spunti preziosi. Se si tratta di un dipinto d’arte, ad esempio, si può parlare del movimento artistico di riferimento, delle caratteristiche formali, delle tecniche usate. Ma non solo: si può anche riflettere su quale idea di società o di uomo quell’opera esprime. Per dire: una scena impressionista può far pensare al passaggio tra Ottocento e modernità, una foto in bianco e nero può aprire una finestra sulla memoria storica del Novecento. E così via.

Anche una vignetta satirica o un'immagine pubblicitaria possono essere ricondotte a meccanismi di comunicazione visiva, portando a parlare di linguaggio, retorica, persuasione, propaganda. Insomma, l’immagine è uno strumento narrativo che può guidare verso i collegamenti interdisciplinari più diversi. L’abilità sta nel cogliere i dettagli, trasformarli in domande, e poi in risposte ragionate.

L’immagine come ponte tra le materie

Una volta individuato il tema principale, è il momento di costruire il percorso multidisciplinare. Da lì si può passare alla letteratura, se il soggetto dell’immagine richiama un autore o un’opera; alla filosofia, se stimola una riflessione su etica, libertà, identità; alle scienze, se il contenuto è collegabile a progresso, ambiente, corpo umano, tecnologia. Anche educazione civica trova sempre un suo spazio, specie se l’immagine tocca questioni contemporanee.

Il segreto per dominare il tutto? Non cercare forzare i collegamenti, ma provare a farli emergere in modo naturale, come se fossero già lì, nascosti tra le linee e i colori. Perché, alla fine, ogni immagine racconta una storia. E tu, davanti alla commissione, sei chiamato a darle voce.