
Con le sue prime parole da Pontefice, Papa Leone XIV ha fatto subito capire quale sarà l’anima del suo pontificato. “La pace sia con tutti voi!”, così si è aperto il suo discorso prima della benedizione “Urbi et Orbi”, pronunciato dalla loggia della Basilica Vaticana. Una termine che, nel saluto alla piazza, è stata ripetuta ben sette volte. Lasciando intendere che questa potrebbe essere la parola chiave del suo "governo".
Pace come ponte, come dialogo, come costruzione attiva e condivisa. Un invito rivolto non solo alla Chiesa ma al mondo intero, a partire dai giovani.
In un momento storico segnato da guerre, conflitti sociali e fratture culturali, il suo discorso appare quantomeno “presente”. E per chi si prepara ad affrontare la Maturità 2025, il tema della pace può offrire spunti fortissimi sia per la prima prova scritta – in particolare nelle tracce argomentative e in quelle di attualità – sia, e forse ancor più, per il colloquio orale, dove i candidati dovranno costruire un percorso interdisciplinare. Ecco allora come declinare il messaggio di Papa Leone XIV attraverso le principali materie scolastiche.
Indice
- Il discorso del Papa: una pace “disarmante”
- Italiano: la pace nella letteratura, tra memoria, testimonianza e impegno civile
- Storia: dalla tragedia dei conflitti alle istituzioni per la pace
- Filosofia: la pace come progetto etico e razionale
- Arte: la pace nelle immagini, dai capolavori religiosi alla denuncia sociale
- Diritto ed Educazione civica: la pace come fondamento giuridico e principio costituzionale
- Scienze umane: la pace come relazione, empatia e comunità
Il discorso del Papa: una pace “disarmante”
Nel suo primo intervento pubblico, Leone XIV ha scelto la parola pace come cuore del messaggio. Una pace “disarmata e disarmante”, ha detto, che nasce da Dio ma che poi si costruisce nel concreto, con le mani e con il cuore. Tra le persone, tra le nazioni, tra le differenze. E, ancora, un “ponte da costruire” attraverso il dialogo, l’incontro, l’amore reciproco.
Il suo invito è anche a una Chiesa missionaria, vicina agli ultimi, aperta, sinodale, che sappia camminare insieme. Un messaggio universale, ma che può diventare anche un ottimo punto di partenza per uno spunto multidisciplinare, incrociando letteratura, storia, filosofia, diritto, scienze umane e molto altro ancora.
Italiano: la pace nella letteratura, tra memoria, testimonianza e impegno civile
La letteratura italiana è da sempre attraversata dal tema della pace, anche nei suoi risvolti più drammatici. Si pensi ad Ungaretti, poeta-soldato che, nelle liriche nate dalle trincee della Prima guerra mondiale, trasforma la devastazione del conflitto in un grido umano, dolente ma teso alla fratellanza: “Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie”. La guerra, per Ungaretti, svuota la persona ma apre anche alla riscoperta dell’essenziale, della solidarietà tra i vivi.
Il discorso può proseguire con Primo Levi, testimone lucido della barbarie del Novecento. In Se questo è un uomo, la parola scritta diventa strumento di resistenza etica. Raccontare l’orrore serve a ricostruire una base comune di umanità, a scongiurare il ritorno della violenza.
Ma anche autori come Italo Calvino – con la sua ricerca di leggerezza, precisione e apertura – possono essere letti come cantori di un mondo riconciliato, in cui la cultura si fa ponte tra le differenze.
Storia: dalla tragedia dei conflitti alle istituzioni per la pace
La pace non è mai scontata nella storia. E ogni conquista in questa direzione ha un costo e una memoria. Il programma di quinta superiore offre moltissimi spunti. Si può partire dai due conflitti mondiali, esempi estremi di distruzione, ma anche motore per la nascita di nuovi assetti. Il Trattato di Versailles, la Società delle Nazioni e poi l’ONU sono tutte tappe di un tentativo, ancora in corso, di dare alla pace una forma istituzionale e collettiva.
E se si guarda all’integrazione europea, si scopre che l’UE nasce anche come progetto di pace, per legare economicamente e politicamente ex nemici.
Si può poi riflettere sul ruolo di figure come Aldo Capitini, promotore del primo movimento nonviolento italiano, o su eventi recenti come il conflitto in Ucraina, per confrontare le sfide della diplomazia e della mediazione con l’invito del Papa al dialogo.
Filosofia: la pace come progetto etico e razionale
Il pensiero filosofico ha affrontato il tema della pace con strumenti diversi, ma spesso convergenti. Kant, nel saggio Per la pace perpetua, ipotizza un sistema di Stati repubblicani uniti da un diritto internazionale fondato sulla razionalità. Una sorta di utopia concreta, in cui la pace non è solo assenza di guerra ma convivenza ordinata e giusta. Kant propone anche una dimensione morale universale, dove ogni essere umano è fine e mai mezzo. Un principio che riecheggia nel messaggio cristiano di Papa Leone XIV.
Anche Gandhi e Martin Luther King possono essere richiamati - pur non essendo parte del canone filosofico europeo - come pensatori morali della nonviolenza. Le loro azioni politiche fondate su mezzi pacifici mostrano come il cambiamento possa passare attraverso la forza del disarmo interiore, proprio come la pace “umile e perseverante” di cui ha parlato Leone XIV.
Arte: la pace nelle immagini, dai capolavori religiosi alla denuncia sociale
L’arte offre un linguaggio potente per rappresentare la pace, la guerra e il desiderio di armonia. Si può partire da opere religiose come la “Scuola di Atene” di Raffaello, che celebra il dialogo tra i saperi come fondamento della civiltà. Oppure dalla “Pietà” di Michelangelo, dove il dolore si trasforma in spiritualità, in compassione. La pace, qui, è simbolo di redenzione e di armonia cosmica.
Ma si possono citare anche immagini di denuncia: la “Guernica” di Picasso, con il suo urlo contro la violenza cieca, o i murales di Banksy, che riflettono sull’assurdità della guerra con linguaggi contemporanei.
Diritto ed Educazione civica: la pace come fondamento giuridico e principio costituzionale
Sul piano giuridico, la pace è principio fondante di ogni democrazia moderna. L’articolo 11 della Costituzione italiana è una delle formule più nette e avanzate nel panorama internazionale: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli”. Ma anche l’articolo 2, che riconosce e garantisce i diritti inviolabili della persona, e l’articolo 3, sull’uguaglianza, sono strumenti che disegnano una società orientata alla convivenza e alla nonviolenza.
A livello internazionale, lo Statuto delle Nazioni Unite, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e i trattati europei fissano la pace come obiettivo comune e inderogabile. Il discorso di Papa Leone XIV – in cui invita a camminare “mano nella mano con Dio e tra di noi” – può essere letto come espressione simbolica proprio di quel principio giuridico di cooperazione e solidarietà tra i popoli.
Scienze umane: la pace come relazione, empatia e comunità
Infine, nelle scienze umane la pace si studia come costruzione relazionale. Non è mai un dato, ma un processo fatto di educazione, ascolto, rispetto. Si possono portare in questo senso le teorie di Carl Rogers, che valorizza l’empatia e l’ascolto attivo come strumenti per la crescita personale e relazionale.
Oppure si può riflettere sulla psicologia sociale del conflitto, analizzando i meccanismi che portano allo scontro e quelli che permettono la mediazione e la cooperazione.
Il riferimento di Papa Leone XIV agli ultimi, ai migranti, a chi soffre, può essere letto anche alla luce dei concetti di inclusione e cittadinanza attiva. L’educazione alla pace, in questo contesto, diventa una delle missioni principali della scuola, e quindi della Maturità stessa.