
Un estratto del romanzo di Luigi Pirandello, pubblicato nel 1925, è stato proposto ai maturandi del 2024 come seconda traccia di tipologia A, incentrata sull’analisi di un testo in prosa.
L’intera opera affronta il tema del progresso tecnologico e riflette sui suoi possibili effetti, partendo dalla storia di Serafino Gubbio, un cineoperatore che decide di tenere un diario sugli avvenimenti che accadono nel suo ambiente di lavoro.
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Chi è Pirandello
Luigi Pirandello è stato uno dei più importanti scrittori, poeti e drammaturghi italiani del Novecento, insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1934. La sua vastissima produzione conta numerose novelle, romanzi cardine della letteratura italiana come Uno nessuno e centomila o Il fu Mattia Pascal, ma anche diverse opere teatrali come Sei personaggi in cerca d’autore o Enrico IV.
Di cosa parla I quaderni di Serafino Gubbio operatore
Pubblicato inizialmente nel 1915 con il titolo Si gira…, I quaderni di Serafino Gubbio operatore è uscito con la sua versione definitiva nel 1925. Il romanzo ha come protagonista Serafino Gubbio, un operatore cinematografico che lavora per una casa di produzione cinematografica chiamata Kosmograph. La sua vita, raccontata attraverso una serie di quaderni, è caratterizzata dalla monotonia e dalla ripetitività del suo lavoro, che lo spinge ad osservare la vita attraverso l’obiettivo, distaccandosi dalla realtà. Nei suoi diari Serafino racconta le storie di vari personaggi, concentrandosi soprattutto su Varia Nestoroff, un'attrice russa dalla personalità misteriosa, nota per essere una grande seduttrice di uomini.
Il tema del romanzo
A partire dalla storia di Serafino, un operatore cinematografico che ha come unico compito quello di girare la manovella che aziona la macchina da presa, Pirandello riflette sull’inutilità della vita nell’era dello sviluppo tecnologico. Per l’autore, la macchina è colpevole di sminuire la natura e di alienare l’uomo, che si trova costretto a vivere sempre più nella fretta, senza trovare tempo per fermarsi a riflettere. L’individuo si ritrova, così, disumanizzato e schiavo della tecnologia, tanto da perdere i propri valori e la propria identità.