
Ad ogni esame - anche alla Maturità 2018 - la parola d'ordine degli studenti è solamente una: copiare. Chi infatti non ha mai buttato l'occhio sul compito del secchione della classe o non ha portato con se bigliettini preparati con cura il giorno prima? Nessuno, ne siamo sicuri.
Nonostante molte scuole italiane, tutte ormai, si siano attrezzate per evitare che gli studenti copino, i più preparati, in questo tipo di attività, riescono sempre a farla franca. Ma ci riuscirebbero in altri Paesi visti i metodi anti-copioni messi in atto?
Metodi anti-copioni negli altri Paesi del Mondo
In Etiopia ad esempio, per non far copiare gli studenti, viene tolto in maniera preventiva l’accesso ad internet in tutto il Paese. Il 30 maggio 2017, infatti, nessuno ha potuto collegarsi alla rete, lo scopo era evitare che venissero svelate le tracce d’esame come accaduto lo scorso anno. Nel 2016 mentre più di un milione di ragazzi affronta l’esame equivalente alla nostra maturità, degli attivisti hanno reso pubbliche le prove, e lo Stato si è trovato costretto a dover rimandare l'esame. L'accesso vietato ad internet ha creato disagi a tutti i cittadini che si sono trovati così a non poter comunicare con gli altri. Lo stesso metodo è stato adottato anche da Iraq e Algeria dove l'accesso ad internet è stato sospeso per quasi tre giorni interi. In Kenya invece, nonostante l'impossibilità di accedere alla rete, gli studenti sono riusciti a copiare lo stesso perchè qualcuno ha venduto loro le tracce d'esame. Dopo esser stati arrestati, la polizia ha sciolto il Board per la correzione degli esami e invalidato circa cinque mila test.
Cina: la vita dura dei copioni
La Cina invece non si accontenta di questo. Nella prima settimana di giugno circa nove milioni di studenti sostengono il Gaokao, un esame che influisce anche sulla scelta universitaria e quindi sulla vita del candidato. Le precauzioni prese per questa prova sono metal detector all’entrata di ogni aula edue droni per classe. Ma neanche questo ferma gli studenti. Qualcuno è addirittura arrivato a farsi sostituire da sosia. Lo Stato cinese è però pronto a rispondere rendendo obbligatorio il riconoscimento attraverso l'impronta digitale, e anche qui molti “furbetti” si sono attivati ingannando lo scanner con il dito avvolto nella pellicola. Il governo ha però subito trovato un rimedio, sottoponendo i candidati al riconoscimento facciale, scansione dell’iride e altre tecnologie biometriche e per essere del tutto tranquillo anche un prelievo di sangue, il dna non si può modificare. Nonostante in Italia non vengano usati questi metodi così meticolosi, ti ricordiamo che prima dell'inizio dell'esame è praticamente impossibile conoscere le tracce prima prova maturità 2018.
Margherita Murizzi