
Il Miur ha da poche ore rilasciato le tracce ufficiali di questa seconda simulazione della prima prova di Maturità 2019. La traccia 3 della Tipologia B, ovvero il Testo argomentativo parla della controversa questione della vittoria dell’Italia del 4 novembre 1918.
Il frammento sottoposto agli studenti fa parte del testo di Paolo Rumiz dal titolo ‘L'eredità del 4 novembre. Cosa resta all'Italia un secolo dopo la vittoria’, e invita quindi a una riflessione sulla Prima Guerra Mondiale, le vittorie e le conseguenze di questa guerra con particolare attenzione alla questione della regione di confine della Venezia-Giulia.Proprio in questi momenti i tutor di Skuola.net sono alle prese con le tracce della simulazione di prima prova del 26 marzo, cercando di risolverle il prima possibile così da poter aiutare voi maturandi a confrontare e verificare il lavoro che avete svolto in classe durante queste simulazioni di maturità 2019. In attesa quindi delle soluzioni complete, ecco un commento alla traccia 3 della Tipologia B delle simulazioni di prima prova Maturità 2019 del 26 marzo.
Clicca qui per vedere la soluzione svolta dai nostri tutor alla traccia 3 della Tipologia B
Il commento dei tutor nostri tutor alla traccia ‘L'eredità del 4 novembre’
Istituita nel 1919, la festa del 4 novembre ricorda convenzionalmente la fine della Prima guerra mondiale in Italia.È una ricorrenza che pur non essendo segnata in rosso sul calendario, con quel colore dovrebbe ricordare un’appartenenza che va al di là della divisa indossata.
Migliaia di uomini la cui memoria è stata volutamente oscurata solo perché si trovavano a combattere dall’altro lato del confine.
Uomini a cui non è stato concesso il privilegio di essere ricordati con un fiore, inghiottiti dalle fauci di una Storia che decide chi fagocitare e ingoiare e chi invece ricordare.
La Storia è scritta dai vincitori ma è la stessa Storia che dopo un lungo processo di digestione restituisce ciò che ha inghiottito.
Ci ha pensato il Presidente della Repubblica - quella stessa Repubblica i cui semi sono stati gettati tra le macerie del primo conflitto mondiale - a farsi incarnazione di una doverosa restituzione che ridisegna i confini ricordandoci che si trattava innanzitutto di persone cui va concesso l’onore del ricordo.