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Vicentini e Magnarelli, La trisettrice di Ippia
S
2 O
N L R
Rimane da trasformare il rettangolo nel quadrato equivalente; la costruzione
geometrica corrispondente si ottiene applicando il 1° o il 2° teor. di Euclide.
–
N. 2 Trisezione di un angolo: altra dimostrazione.
Consideriamo una semicirconferenza di centro C e di diametro AD (fig.4).
ˆ
Preso un punto B su di essa, consideriamo l’angolo e
ACB
supponiamo, per semplicità, che esso sia un angolo acuto. Vogliamo
indicare una costruzione geometrica che ci permette di dividere l’angolo
in tre parti uguali. Vedremo che anche questa costruzione non può essere
eseguita con la sola riga e compasso, ma solo per tentativi.
Conduciamo dal punto B una retta; sia E il punto di intersezione con la
semicirconferenza ed F il punto di intersezione con il prolungamento del
diametro AD. Scegliamo l’inclinazione della retta in modo che il segmento
EF sia uguale al raggio della semicirconferenza, quindi
.
EF CE raggio
Consideriamo il triangolo (CEF) ; poiché esso è isoscele sulla base CF
possiamo scrivere l’eguaglianza ˆ
ˆ .
DFE DCE ˆ
Inoltre, per il teorema dell’angolo esterno, l’angolo CEB è uguale alla
somma degli angoli interni non adiacenti; quindi si ha
ˆ
ˆ ˆ
CEB ECD DFE ,
e per la (1) possiamo scrivere ˆ ˆ
CEB 2 DFE .
Consideriamo ora il triangolo (CBF) ; per il teorema dell’angolo esterno si
ha ˆ ˆ ˆ
ACB CBE DFE .
Ma il triangolo (CBE) è isoscele sulla base BE, avendo due lati uguali
come raggi della semicirconferenza; possiamo quindi scrivere
ˆ ˆ
.
CBE CEB
In tal modo la (4) diventa ˆ ˆ ˆ
.
ACB CEB DFE
ˆ
Ricordando l’espressione di data dalla (3), la (5) diventa
CEB
ˆ ˆ ˆ
,
ACB 2 DFE DFE
ˆ ˆ
da cui ,
ACB 3 DFE
ˆ ˆ
o anche .
ACB 3 DCE
Più semplicemente possiamo scrivere 1
, da cui .
3 3
Se a partire dal punto A riportiamo tre volte l’arco sulla
DE
possiamo dividere l’arco
semicirconferenza, in tre parti uguali.
AB
c.v.d.
–
N. 2 Centro di curvatura ed evolvente di una curva
Voglio indicare un procedimento molto semplice che ci permette di trovare
le coordinate del centro del cerchio di curvatura di una curva e quindi
l’equazione cartesiana dell’evolvente della curva stessa. Ricordo ancora lo
sgomento che mi procurò la questione nei primi mesi del mio corso di
laurea. Il procedimento che illustrerò riesce molte volte vantaggioso. Diamo
un esempio. 1
2
In un riferimento cartesiano Oxy è data la parabola di equazione .
y x
2
Trovare le coordinate del centro del cerchio di curvatura relativo al generico
2
punto , cioè le coordinate del centro del cerchio osculatore della
P(t; t 2)
curva in tale punto (fig. 5).
Consideriamo due punti infinitamente vicini della parabola: siano essi
1 1
2 2
e .
P(t; t ) Q[t t; (t t) ]
2 2 2
x
La derivata della funzione in un generico punto è ; ne
y(x) y '(x) x
2
segue che le tangenti alla parabola nei punti P e Q hanno rispettivamente i
coefficienti angolari
m t t
m t ed .
Q
P
Le normali alla parabola nei punti stessi hanno i coefficienti angolari
1 1
, .
m ' m '
P Q
t t t
Scriviamo le equazioni delle due normali e mettiamole a sistema
1 1
2
y t (x t t)
2 t
(1) 1 1
2
y (t t) (x t t) .
2 t t
Troviamo le coordinate del punto di intersezione di queste due rette;
passando poi al limite per si ottengono le coordinate del centro del
t 0
cerchio di curvatura nel punto P, cioè del cerchio osculatore in tale punto.
(1)
Dalla si ha
2