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Capitolo 33 Promessi Sposi - Riassunto (3) Pag. 1
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Sintesi

Riassunto del capitolo 33 dei Promessi Sposi


All’inizio del capitolo la scena si concentra su don Rodrigo, che a fine agosto (periodo dell’apice della pestilenza) sta ritornando a casa con un seguito di bravi dopo aver cenato in onore della morte del cugino Attilio, perito due giorni prima a causa della peste stessa; durante il tragitto stesso, egli avverte una forte calura, male alle gambe e il respiro si fa affannoso.
Una volta tornato, viene accompagnato dal Griso (che inizia a nutrire qualche sospetto sulle condizioni del padrone) in camera da letto; la notte che sarà destinato a passare, però, sarà del tutto tormentata, dato che il signorotto stesso fatica a prendere sonno ed è continuamente tormentato a livello fisico.

Ad un certo punto, però, riesce a prendere sonno, tuttavia si ritrova in un vero e proprio incubo: egli infatti si vede in una chiesa, circondato da appestati e vorrebbe perciò scappare il prima possibile, ma è totalmente inerme; improvvisamente, guardando verso l’alto nota la figura di fra Cristoforo, che in maniera simile a quanto avvenuto durante il dialogo che apriva il capitolo VI del Romanzo, inizia a discorrere e indica proprio nella sua direzione.
Così, atterrito, il signorotto urla e si sveglia di soprassalto; improvvisamente, avverte un dolore sotto l’ascella sinistra e, dopo vari tentennamenti, prova a vedere di cosa si tratti e nota un grosso bubbone livido e rossastro. Quindi, avverte il Griso di chiamare immediatamente il Chiodo chirurgo, ma alla fine il bravo tradisce il padrone rivolgendosi ai monatti, che lo trasportano verso il lazzaretto, tra gli inutili lamenti di don Rodrigo; da sottolineare che il signorotto viene anche derubato dal Griso, il cui bottino viene poi diviso con i 2 monatti.

La scena si sposta su Renzo, di cui viene riferito il ritorno dal cugino Bortolo dopo 5 o 6 mesi da quando era stato trasferito in un altro filatoio; il promesso di Lucia manifesta subito al cugino la volontà di tornare in paese per conoscere notizie sulla fanciulla, ma Bortolo rifiuta tutto ciò sottolineando la pericolosità del piano (Renzo, da ricordare, era ancora un ricercato).
Tuttavia, il giovine viene lasciato libero di proseguire la sua impresa quando inizia a circolare la peste: ne è stato contagiato, ma è guarito dopo pochi giorni senza riportare gravi danni, e quindi conviene con il cugino (che è chiuso in casa per evitare potenziali contatti fatali) che il pericolo ormai non si pone più.

Così, dopo un lungo tratto di strada, Renzo riesce finalmente a raggiungere quantomeno il paese dove viveva; nota lo stato pietoso in cui sono ridotte le strade, e per queste stesse incontra anche Tonio, reso incapace d’intendere dal morbo probabilmente contratto in precedenza; dopo aver camminato ancora per qualche tratto, incontra don Abbondio, con cui si ferma a parlare per conoscere le ultime notizie inerenti al luogo.
Il curato, in cui sono manifesti i segni della pestilenza, lo informa che sia Agnese che Lucia e fra Cristoforo non si trovano più in quelle zone da tempo e gli racconta di quanto accaduto con l’epidemia di peste, nominando molte persone (tra cui Perpetua) perite a causa della stessa.

Alla fine del capitolo, Renzo passa anche per casa sua (che trova completamente devastata dai bravi) e trova i vigneti in pessime condizioni; trova però anche ospitalità da un suo vecchio amico, da cui si ferma a cenare e che gli riferisce altre informazioni importanti, specialmente riguardo a dove si trova Lucia.
Così Renzo, la mattina seguente, si mette in cammino per Milano.
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