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Concetti Chiave

  • Manzoni ha contribuito all'unificazione linguistica italiana con "I Promessi Sposi", proponendo un linguaggio comune per tutte le regioni.
  • Ha scelto il fiorentino parlato dalle classi colte, evitando i dialetti locali per rendere l'opera accessibile a un pubblico più ampio.
  • Il romanzo non solo rappresenta un'importante opera letteraria, ma trasmette anche un messaggio culturale e sociale significativo.
  • Manzoni ha dedicato vent'anni alla stesura del romanzo, mantenendo un dialogo attivo con intellettuali italiani ed europei.
  • Nonostante la revisione linguistica, alcune espressioni lombarde sono rimaste nel testo, rendendolo familiare ai lettori della regione.

Indice

  1. L'importanza linguistica dei Promessi Sposi
  2. La scelta del fiorentino contemporaneo
  3. Manzoni e il linguaggio medio
  4. Manzoni e il dibattito culturale

L'importanza linguistica dei Promessi Sposi

Importanza linguistica: I promessi sposi sono molto importanti non solo dal punto di vista letterario, ma anche dal punto di vista linguistico. Con questo romanzo Manzoni da alla letteratura italiana in prosa un linguaggio comune, comune tutte le regioni d’Italia.

L’edizione che leggiamo dei promessi sposi è del 1840 e l’unità d’Italia è avvenuta nel 1861, quindi in un certo senso questa è l’opera che ha dato il più grande contributo all’unificazione linguistica del nostro paese. Manzoni stesso diede molta importanza a quella che chiamava “questione della lingua”, perché si rendeva conto che non era possibile una vera unità sociale e politica tra persone che parlavano lingue diverse, dialetti regionali. Inoltre la lettura dei Promessi sposi dava anche una base comune dal punto di vista del pensiero, culturale, un codice di valori e riferimenti tramandati di generazione in generazione. Con il suo romanzo Manzoni da per la prima volta alla letteratura in prosa un linguaggio comune a tutte le regioni. Questo è importantissimo ed era una questione che gli stava particolarmente a cuore, poiché è proprio nel periodo di Manzoni che avviene l’Unità d’Italia (1861) e per favorire una vera unità del popolo italiano serviva anche una lingua comune.

La scelta del fiorentino contemporaneo

(Attenzione: la letteratura italiana in prosa inizia ufficialmente con il “cantico delle creature”, scritto da Francesco d’Assisi in volgare umbro. Di fatto poi la poesia italiana delle origini si sviluppa in lingua toscana con i più grandi autori della letteratura italiana degli inizi, cioè Dante, Boccaccio, Petrarca, tutti e tre toscani, che danno quindi inizio alla nostra lingua letteraria, che è sempre stata improntata sul fiorentino. siccome a firenze si era sviluppata la tradizione italiana questo faceva sì che il fiorentino parlato fosse rispetto ai dialetti regionali quello più vicino alla lingua parlata comune, che più o meno tutti conoscevano. I vari dialetti locali erano molto diversi e praticamente incomprensibili per le altre persone mentre a Firenze non c’è proprio un dialetto, parlano proprio l’Italiano corretto. Per questo Manzoni ad n certo punt della stesura decide di recarsi a Firenze a risciacquare i panni in Arno, cioè a fare una revisione della lingua, ovvero revisionare lo scritto eliminando tutte le parole e espressioni tipiche del dialetto milanese e sostituirle con i termini fiorentini.) Ma quale fiorentino ? Non il fiorentino che usavano Dante o Boccaccio, perché era ormai superato, sarebbe parso troppo antico e solenne. Manzoni usa invece il fiorentino contemporaneo parlato dalle classi colte, borghesi, che avevano quindi un registro linguistico né troppo alto né troppo basso, medio. (Attenzione: comunque molte espressioni tipiche della Lombardia sono rimaste e le riconosceremo anche come tipiche della nostra zona e ci suoneranno familiari. Infatti per quanto Manzoni avesse cercato di uniformare il suo linguaggio al fiorentino, tanti termini restano.

Manzoni e il linguaggio medio

La lingua: Come lingua per la sua opera Manzoni sceglie il fiorentino parlato dalle classi colte, perché era considerato la vera lingua italiana per eccellenza, quella che era sempre stata centro della cultura e degli scambi culturali e intellettuali italiani. Manzoni capisce che se voleva che più persone possibile leggessero e comprendessero al sua opera doveva evitare i dialetti locali e trovare una lingua che accomunanasse più persone possibile. Per questo motivo, dopo aver scritto la sua opera in milanese si recherà a Firenze per “sciacquare i panni in Arno”, (Attenzione: comunque molte espressioni tipiche della Lombardia sono rimaste e le riconosceremo anche come tipiche della nostra zona e ci suoneranno familiari). Inoltre importante è il fatto che non utilizza il linguaggio del popolo né quello degli intellettuali, ma un linguaggio medio, rivolto a più persone possibile. Durante la stesura dei promessi sposi, che durò vent’anni, scrisse però molte altre opere, per cui è considerato altrettanto importante. Inoltre era soprattutto un intellettuale molto attento e interessato alla cultura del suo tempo, quindi il suo romanzo non è solo un romanzo storico che presenta il 1600, ma è anche un’opera con cui cerca di trasmettere un contenuto di idee, di pensiero, un messaggio culturale significativo. È per questo che si rivolge a un pubblico medio, di persone alfabetizzate e abbastanza acculturate, ma non necessariamente aristocratici o intellettuali,per rivolgersi a più persone possibile, a un pubblico che fosse il più vasto possibile.

Manzoni e il dibattito culturale

Inoltre è appunto molto inserito nel dibattito culturale del suo tempo, quindi accompagnava le sue opere con lettere in cui esponeva le proprie idee, chiedeva consigli, dibatteva agli altri intellettuali, non solo italiani, ma anche francesi per esempio. Il suo obiettivo infatti, nonostante il suo romanzo sia ambientato due secoli prima, era quello di mandare un messaggio, di condividere le proprie idee e pensieri. Manzoni infatti era molto interessato alla cultura della sua epoca e amava soprattutto dialogare discuterne con altri intellettuali, di tutta Europa. Per questo, nonostante impiegò vent’anni per scrivere i Promessi Sposi, non smise mai di frequentare gli altri studiosi e letterati e di scrivere altre opere minori.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza linguistica de "I Promessi Sposi"?
  2. "I Promessi Sposi" è fondamentale non solo letterariamente, ma anche linguisticamente, poiché ha contribuito all'unificazione linguistica italiana, fornendo un linguaggio comune a tutte le regioni d'Italia prima dell'unità politica del 1861.

  3. Perché Manzoni ha scelto il fiorentino contemporaneo per il suo romanzo?
  4. Manzoni ha scelto il fiorentino contemporaneo perché era considerato la lingua italiana per eccellenza, parlata dalle classi colte, e quindi più accessibile e comprensibile per un pubblico ampio rispetto ai dialetti locali.

  5. In che modo Manzoni ha affrontato la "questione della lingua"?
  6. Manzoni ha affrontato la "questione della lingua" recandosi a Firenze per "sciacquare i panni in Arno", cioè per revisionare il suo scritto eliminando espressioni dialettali milanesi e adottando termini fiorentini, pur mantenendo alcune espressioni lombarde.

  7. Qual era l'obiettivo di Manzoni nel rivolgersi a un pubblico medio?
  8. Manzoni mirava a trasmettere un messaggio culturale significativo e a raggiungere un pubblico ampio, composto da persone alfabetizzate e acculturate, ma non necessariamente aristocratiche o intellettuali, per diffondere le sue idee e pensieri.

  9. Come si inseriva Manzoni nel dibattito culturale del suo tempo?
  10. Manzoni partecipava attivamente al dibattito culturale del suo tempo, accompagnando le sue opere con lettere in cui esponeva idee e discuteva con intellettuali italiani ed europei, cercando di condividere e diffondere il suo messaggio culturale.

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