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Concetti Chiave

  • Il colloquio tra il cardinale Borromeo e don Abbondio mette in luce il carattere pavido e indeciso del prete di campagna.
  • Don Abbondio cerca di evitare le domande del Cardinale con giri di parole, mostrando il suo egoismo e la meschinità dei sentimenti.
  • La concezione di don Abbondio sulla preservazione della vita è terrena e ottusa, incapace di comprendere i doveri superiori del sacerdozio.
  • Le parole nobili del Cardinale scivolano sulla coscienza di don Abbondio, suscitando fastidio per la loro morale elevata e non accomodante.
  • Il contrasto tra la meschinità di don Abbondio e l'altezza morale del Cardinale è espressione del talento artistico e umoristico di Manzoni.

Indice

  1. Il colloquio con il Cardinale
  2. La reazione di don Abbondio

Il colloquio con il Cardinale

Il carattere pavido, indeciso, vile di don Abbondio risalta in modo perfetto nell'episodio del suo colloquio col cardinale Borromeo, il quale, durante una sua visita pastorale, capita nella parrocchia del nostro prete. Ed è una vera tegola quella che cade sul capo del povero don Abbondio, ormai certo che Lucia e Agnese non abbiano fatto parola del mancato matrimonio, quando si sente all'improvviso interpellare dal Cardinale e proprio su quell'argomento.

Don Abbondio, preso quasi alla sprovvista, anziché rispondere alle domande del Cardinale, cerca di sfuggire con larghi giri di frasi che, in fondo, non dicono nulla. Alle parole cortesi, ma inesorabili del Cardinale, egli non sa se non rivelare ancora una volta il suo egoismo, la meschinità dei suoi sentimenti e, ancor peggio, l'incomprensione di quanto gli viene via via detto da Federigo. Nelle deboli obiezioni che egli oppone alle accuse, non gli passa neppure per il capo che il suo ministero debba andare avanti a tutto e che nessuna minaccia, nessuna violenza possono giustificare il fatto di venirvi meno. Il Cardinale è padrone di pensarla come vuole, ma per lui, povero prete di campagna, la preservazione della sua vita è una ragione decisiva. La sua concezione su questo punto è tanto ottusa e tanto terrena, ma anche tanto fondata, che egli non riesce neppure a comprendere perché il suo superiore debba essere così ingrato verso di lui. Né può e potrà mai capire la nobile, sublime requisitoria del Cardinale sui doveri della vita sacerdotale: questo non è pane per i suoi denti, né aria per in suoi polmoni.

La reazione di don Abbondio

Così le calde, umane, commosse parole del Cardinale scivolano sulla sua coscienza, dandogli, perfino, un moto di fastidio per quella morale troppo alta e per nulla accomodante: "Che sant'uomo! Ma che tormento!". E il fatto che le parole del Cardinale coincidono perfettamente con quelle che già gli disse Perpetua, gliele fanno considerare non senza un certo disprezzo. Un cardinale che ha le stesse idee di una serva? E non si rende conto che "dovere" e "buon senso" si possono armonizzare e dare a lui, ancor più evidente, la dimostrazione di avere scelto la via dell'errore e della viltà. Così, non sa capacitarsi che "la vita debba finire". E' proprio la vita che gli preme, con le sue ore tranquille, con i buoni desinari che gli prepara Perpetua. Ora, è qui, proprio in questo contrasto fra la incosciente meschinità di don Abbondio e la sublime altezza del Cardinale, che il Manzoni si rivela, ancora una volta, grande artista e grande umorista. Ciò che dovrebbe indignarci, finisce invece, col farci sorridere. Non c'è niente da fare e don Abbondio non può esser preso sul serio: è quello che è, e anche se alla fine del colloquio, una voce che sembra venirgli finalmente dal cuore, esprime una timida promessa, chi ci garantisce che questa promessa sarà poi mantenuta?

Domande da interrogazione

  1. Qual è la reazione di don Abbondio durante il colloquio con il Cardinale Borromeo?
  2. Don Abbondio reagisce con paura e indecisione, cercando di sfuggire alle domande del Cardinale con frasi vaghe e mostrando il suo egoismo e la sua incomprensione dei doveri sacerdotali.

  3. Come percepisce don Abbondio le parole del Cardinale?
  4. Don Abbondio percepisce le parole del Cardinale come un fastidio, trovandole troppo elevate e non accomodanti, e le considera con un certo disprezzo, paragonandole a quelle di una serva.

  5. Qual è il contrasto principale tra don Abbondio e il Cardinale?
  6. Il contrasto principale è tra la meschinità e l'egoismo di don Abbondio e la nobiltà e sublimità del Cardinale, che mette in luce la differenza tra la vita tranquilla e terrena di don Abbondio e i doveri elevati della vita sacerdotale.

  7. Come viene rappresentato don Abbondio da Manzoni?
  8. Manzoni rappresenta don Abbondio come un personaggio pavido e meschino, ma con un tocco di umorismo che, invece di indignare, fa sorridere, mostrando la sua incapacità di essere preso sul serio.

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