Concetti Chiave
- La Monaca di Monza, Geltrude, è basata su un personaggio storico: Virginia di Leyva, forzata a prendere i voti per motivi familiari.
- Nel romanzo, Geltrude viene presentata attraverso una complessa narrazione che svela la sua vita dall'infanzia alla sua relazione con Egidio.
- La sua vocazione imposta le causa infelicità, portandola a trasgredire le regole, manifestato anche nel suo modo di vestire.
- Il contrasto tra il bianco e il nero nella sua descrizione simbolizza la sua personalità estrema e contraddittoria.
- Geltrude prova invidia e frustrazione per le altre donne e monache, trovando sollievo nel controllo e nella vendetta.
Indice
La Storia di Geltrude
La figura di Geltrude (o monaca di Monza) è un personaggio storico in quanto Manzoni prende spunto da un personaggio realmente esistito; Virginia di Leyva al secolo Marianna, la quale, dopo essere stata educata nel monastero benedettino di santa Margherita a Monza, fu costretta dal padre, figlio del primo governatore spagnolo di Milano e feudatario a Monza, a prendere i voti a sedici anni per trasmettere intatto il patrimonio al primogenitomaschio, la quale in seguito sarà coinvolta nell’assassinio di una conversa che scoprirà la sua relazione con Gianpaolo Osio.
Descrizione Fisica e Carattere
Il personaggio di Geltrude viene presentato indirettamente nel IX capitolo dal barrocciaio dove, nel corso del quale la monaca di Monza viene descritta prima nel suo aspetto fisico,e dove in seguito, verrà raccontata, dal narratore onnisciente, attraverso una digressione temporale, la sua vita dall’infanzia all’adolescenza.
Successivamente nel decimo capitolo proseguirà la narrazione della vita di Geltrude dalla vita in convento alla relazione con Egidio fino alla scomparsa della conversa.Contrasti Interiori e Relazioni
Durante il corso della narrazione viene definita con il termine di signora, in quanto figlia di un potente nobile appartenente alla costola d’Adamo; famiglia di antica nobiltà, che fin da quando era piccola l’aveva indirizzata alla vita in convento anche se questo andava contro la volontà di Geltrude. La vocazione impostale la rende una donna infelice e soggetta a peccare. Il disprezzo delle regole si manifesta nel modo di vestire infatti nell’abbigliamento c’era qualcosa di troppo curato o di appositamente trascurato: la vita era molto attillata e dalla benda posta sul capo usciva una ciocca di neri capelli, simbolo di una femminilità repressa dalla vita in convento, inoltre un velo nero le contornava il viso, sotto di esso c’era una bianchissima benda di lino e un’altra benda a pieghe che terminava sotto il mento e sul petto e, a coprire lo scollo giaceva un saio nero.
Aspetti Psicologici e Sociali
La descrizione delle vesti e dei contrasti cromatici tra il bianco e il nero richiamano la situazione contraddittoria della sua personalità, ovvero una personalità priva di mezzi toni e di conseguenza estrema. In particolare la descrizione degli occhi svela completamente il carattere della monaca, essi infatti vengono descritti come due occhi neri neri che a volte fissavano con un modo di guardare che allo stesso tempo comunicava desiderio di voler sapere e un senso di superiorità, ma dove un attento osservatore avrebbe potuto cogliere un bisogno di affetto, corrispondenza e pietà che il rapporto con il padre aveva indelebilmente lasciato, altre volte essi rivelavano invece un odio di antica origine e a lungo represso, in altri momenti quando restavano immobili comunicavano una noncuranza superba.
per quanto riguarda la descrizioni del viso vengono descritte le gote pallidissime che scendevano con un contorno delicato e grazioso e le labbra tinte di un roseo sbiadito dai movimenti vivi, peni d’espressione e di mistero.
Geltrude non ha ancora accettato la vocazione impostale dal padre e questo la rende una donna invidiosa, in quanto era gelosa di qualsiasi donna, in qualsiasi condizione che potesse, al contrario suo, godersi liberamente la propria bellezza e gioventù e che potesse vivere spensieratamente la sua vita mancata. È anche una donna frustrata perché odiava la vista della monache che avevano favorito la sua entrata in convento, le quali le ricordavano dei molti raggiri che avevano commesso. Anche verso le altre suore provava un sentimento d’astio nato dalla loro aria di pietà e di contentezza che le ricordava la sua enorme inquietudine. La monaca di Monza trova appagamento solo nel comandare e nel vendicarsi sugli altri, nel ricevere visite di complimento da persone esterne al monastero e nel riuscire a conseguire qualche impegno.
Domande da interrogazione
- Chi è Geltrude e quale figura storica ha ispirato il suo personaggio?
- Come viene descritta fisicamente Geltrude nel romanzo?
- Quali sono i contrasti interiori che caratterizzano Geltrude?
- Quali aspetti psicologici emergono dalla descrizione degli occhi di Geltrude?
- Quali sentimenti prova Geltrude verso le altre suore e la sua condizione?
Geltrude, conosciuta anche come la monaca di Monza, è ispirata a Virginia di Leyva, una figura storica realmente esistita. Manzoni si ispira a lei per creare un personaggio che fu costretto a prendere i voti per motivi familiari e che fu coinvolto in eventi drammatici.
Geltrude viene descritta con un aspetto fisico curato ma con elementi di trascuratezza voluta, come una ciocca di capelli neri che sfugge dalla benda sul capo, simbolo della sua femminilità repressa.
Geltrude vive un conflitto interiore tra la vocazione impostale e il suo desiderio di libertà. Questo la rende infelice e incline a peccare, manifestando disprezzo per le regole attraverso il suo abbigliamento e comportamento.
Gli occhi di Geltrude rivelano il suo carattere complesso, esprimendo desiderio di conoscenza, superiorità, ma anche un bisogno di affetto e pietà, oltre a un odio represso e una noncuranza superba.
Geltrude prova invidia e frustrazione verso le altre suore e le donne che possono vivere liberamente. Odia le monache che hanno favorito la sua entrata in convento e prova astio per la loro apparente pietà e contentezza.