Concetti Chiave
- La Monaca di Monza e Lucia rappresentano due personalità opposte: Gertrude è potente e spregiudicata, mentre Lucia è povera, umile e simbolo di purezza.
- Entrambe hanno caratteristiche fisiche simili, ma i loro rossori riflettono emozioni diverse: dispetto per Gertrude e modestia per Lucia.
- La descrizione di Gertrude è ricca di contrasti tra bianco e nero, staticità e movimento, evidenziando la sua infelicità e la sua condizione tormentata.
- Gertrude si distingue come monaca per la sua bellezza e i segni di femminilità, che indicano una mancata rinuncia ai mezzi di attrazione.
- Manzoni ritrae Gertrude come una figura complessa, colpevole ma degna di compassione, vittima delle consuetudini del suo tempo.
Indice
Differenze Monaca di Monza e Lucia
Ecco alcune differenze tra la Monaca di Monza e Lucia.
Quello di Gertrude è un esempio di ritratto fisico che prelude alla storia e al destino del personaggio. La descrizione, infatti, è ricca di indizi rivelatori circa la personalità e i sentimenti della monaca di Monza. Costei, inizialmente, viene inquadrata con gli occhi di Lucia, che ne rappresenta l’antitesi: orgogliosa e potente la prima, povera e umile la seconda, spregiudicata Gertrude quanto Lucia è simbolo di purezza e di fede.
Entrambe sono nere di capelli e bianche di carnagione, entrambe arrossiscono.
La descrizione successiva si sviluppa quindi lasciando nel lettore la sensazione che Manzoni, in questo caso, abbia scelto un punto di vista interno, con focalizzazione sulla ragazza perseguitata da don Rodrigo. Ma, come viene chiarito dopo, lo sguardo attento e indagatore che coglie una serie di indizi rivelatori sul conto della monaca non è certo quello dell’ingenua e inesperta Lucia Mondella. Si tratta, come quasi sempre ne I promessi sposi, del narratore onnisciente.
Il ritratto che il narratore dà della sfortunata e infelice Gertrude è tutto giocato sulla contrapposizione tra bianco e nero, di staticità e di movimento. Reclusa nel monastero di cui è allo stesso tempo, di fatto, “signora” (Lucia la vede ritta dietro “due grosse e fitte grate di ferro”), Gertrude è tormentata da una condizione che mal sopporta.
Lo rivelano i movimenti degli occhi e delle labbra, le contrazioni dolorose della fronte, i lampi d’odio e di ferocia nello sguardo.

Altre differenze tra i due personaggi
Ecco delle altre differenze tra la Monaca di Monza e Lucia.
Che la donna non sia una monaca come le altre lo si desume, inoltre, non solo dalla bellezza (per quanto sbattuta, sfiorita), ma anche da alcuni particolari, come la “ciocchettina di neri capelli che esce dalle bende dell’abito monacale e dalla vita “attillata con una certa cura secolaresca”. Tutti segni di una ricerca di femminilità e di una mancata rinuncia a quei mezzi di attrazione e di seduzione che le regole monastiche impongono invece di sopprimere.
L’effetto complessivo del ritratto, insomma, è di forte chiaroscuro. La scelta dell’autore è perfettamente coerente con l’interpretazione che Manzoni dà di Gertrude, colpevole, ma allo stesso tempo degna di umana compassione, vittima delle consuetudini del tempo e dei meccanismi di quel feudalesimo contro cui lo scrittore milanese combatteva in nome della borghesia italiana dell’Ottocento, ma anche incapace di vincere il male e di scegliere la via del bene.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali differenze tra la Monaca di Monza e Lucia?
- Come viene descritta la Monaca di Monza nel testo?
- Quali dettagli rivelano che Gertrude non è una monaca come le altre?
- Qual è l'interpretazione di Manzoni riguardo a Gertrude?
La Monaca di Monza, Gertrude, è orgogliosa e potente, mentre Lucia è povera e umile. Gertrude è spregiudicata, mentre Lucia simboleggia purezza e fede. Entrambe hanno capelli neri e carnagione bianca, ma i rossori di Gertrude sono di dispetto, mentre quelli di Lucia sono di modestia.
La Monaca di Monza è descritta con un ritratto fisico che prelude alla sua storia e destino. È caratterizzata da una contrapposizione tra bianco e nero, staticità e movimento, e mostra segni di tormento e insoddisfazione per la sua condizione.
Gertrude si distingue per la sua bellezza, sebbene sfiorita, e per particolari come una ciocchettina di capelli neri che esce dall'abito monacale e una vita attillata, segni di una ricerca di femminilità e seduzione che le regole monastiche dovrebbero sopprimere.
Manzoni interpreta Gertrude come colpevole ma degna di compassione umana, vittima delle consuetudini del tempo e dei meccanismi feudali. È incapace di vincere il male e scegliere il bene, riflettendo la critica di Manzoni al feudalesimo in nome della borghesia italiana dell'Ottocento.