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Concetti Chiave

  • "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni è considerato il primo romanzo storico italiano, simbolo del Romanticismo, e si basa su eventi storici del 17° secolo in Lombardia.
  • Il romanzo segue le vicende di Renzo e Lucia, protagonisti principali, insieme a personaggi come Don Rodrigo, Don Abbondio, Fra Cristoforo e la Monaca di Monza.
  • L'Innominato è un personaggio complesso, rappresentato come un ribelle radicale contro l'ordine sociale e giuridico dell'epoca.
  • Il contrasto tra L'Innominato e Don Rodrigo evidenzia la coerenza e la radicalità del primo rispetto all'ambiguità e alla viltà del secondo.
  • L'Innominato subisce una trasformazione durante "La notte dell’Innominato", culminando in una conversione che lo porta a liberare Lucia e a cercare un nuovo ordine.
Questo appunto di Italiano presenta brevemente il romanzo “i Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, fornendo informazioni generali sullo scritto e sul periodo, per poi offrire una panoramica dei personaggi presenti nel testo, concentrandosi sulla descrizione del carattere e dell'aspetto de L’Innominato.
La figura de L’Innominato nei Promessi Sposi di Manzoni articolo

Indice

  1. I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni
  2. I personaggi presenti ne I promessi Sposi
  3. L'Innominato, descrizione del personaggio

I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni

L’opera I Promessi Sposi costituisce lo scritto più celebre e famoso di Alessandro Manzoni.

La prima versione dell’opera, intitolata “Fermo e Lucia” fu scritta tra il 1825 e il 1827, motivo per cui è soprannominata la “ventisettana”. Successivamente, Manzoni rielaborò la prima stesura e questa fu pubblicata tra il 1840 e il 1842 con il titolo “I promessi sposi”; questa versione è detta “quarantana”. I Promessi Sposi costituisce il primo romanzo storico scritto in lingua italiana, l’opera inoltre, è considerata la più simbolica e rappresentativa nell’ambito del Romanticismo italiano. Il romanzo è ambientato nel periodo compreso tra il 1628 e il 1630 in Lombardia, che all’epoca era posta sotto il dominio spagnolo. L’opera è considerata romanzo storico in quanto, pur narrando le vicende dei due innamorati Renzo e Lucia, è basata sulle ricerche rispetto agli eventi storici avvenuti nel 17° secolo, che sono rintracciabili negli archivi e nelle cronache dell’epoca. Esempi di questi avvenimenti sono i riferimenti all’epidemia di peste, avvenuta tra il 1629 e il 1631, ma anche alcune vicende inerenti alla Monaca di Monza.

I personaggi presenti ne I promessi Sposi

I due protagonisti indiscussi dell’opera sono senza dubbio Renzo e Lucia, tuttavia, vi sono anche altri personaggi indispensabili nella trama del romanzo.

  • Renzo Tramaglino viene descritto come filandiere in possesso di un piccolo podere, un giovane umile e ingenuo.
  • Lucia Mondella, giovane devota e contadina lombarda, figlia di Agnese.
  • Don Rodigo, nobile lombardo e tiranno, innamorato di Lucia, costituisce il motivo per cui Lucia e Renzo non riescono a sposarsi.
  • Don Abbondio, prete del piccolo paesino lombardo in cui vivono Renzo e Lucia, viene descritto come un uomo timoroso, diventato sacerdote non per reale vocazione ma per convenienza, intimorito da Don Rodrigo decide di non ufficiare il matrimonio fra i due giovani.
  • Fra Cristoforo, padre cappuccino, aiuta Renzo e Lucia nella mediazione con Don Rodrigo rispetto al volere del nobile di non far sposare i due giovani.
  • La Monaca di Monza, suor Gertude, personaggio che vive nell’ombra celandosi sotto le vesti di una monaca devota; ospita Lucia nel suo convento, ma cede ai ricatti morali del suo amante Egidio, mandato da Don Rodrigo per rapire Lucia.
  • L’Innominato, storicamente identificato come Bernardino Visconti, rappresenta il personaggio più complesso dell’intero romanzo.
La figura de L’Innominato nei Promessi Sposi di Manzoni articolo

L'Innominato, descrizione del personaggio

L'Innominato può essere definito uno dei personaggi "tutti d'un pezzo", coerenti nel bene e nel male, capaci di resistere alle contingenze e alle suggestioni del momento; dei personaggi che si muovono nella dimensione del sublime, a differenza degli altri che rimangono al livello del mediocre. Si tratta di un personaggio doppiamente sottile, in cui si incarna e prende vita un misto fra le tenebre più assolute e la luce , in cui si svolge un contrasto tra poli opposti. Lo scrittore non rappresenta direttamente con narrazione analitica la prima parte della vita dell'Innominato, ma si limita a esporne un piccolo quadro. L’Innominato, infatti, postosi come fine l'arbitrio e la violenza, agiva in questo senso in modo scoperto, con mezzi brutali e manifesti, mettendosi in guerra contro tutti e per cominciare contro le autorità e la classe dominante da cui egli stesso discendeva, e da cui traeva la sua potenza. Le arti subdole, le finzioni, i temporeggiamenti erano esclusi dalla sua strategia, che conosceva solo l'attacco diretto e frontale. Mai l'Innominato si sarebbe inchinato a qualcuno posto più in alto di lui, per usare poi dell'autorità di questo per andare a colpire chi si trovava a un livello sociale più basso. Può riuscire utile a questo punto un confronto col comportamento di don Rodrigo, confronto che permette di rilevare l'ambiguità, la doppiezza e la viltà della condotta di quest'ultimo rispetto alla limpidezza della condotta dell'Innominato. Don Rodrigo, infatti, non è né dentro né fuori della legge: da essa intende trarre i possibili vantaggi per chi si trova dalla parte dei dominatori; ma nello stesso tempo non esita ad abbandonarla e a trasgredirla quando da ciò gli derivi un profitto maggiore, stando attento a fare in modo che l'infrazione non sia troppo clamorosa. L'Innominato, al contrario, ha preso partito una volta per tutte dichiarandosi contro la legge, e quindi non pretende di usarla come strumento in determinate circostanze per perseguire i suoi scopi delittuosi. Il suo rifiuto è radicale, esteso ad ogni ordine della costituzione sociale e giuridica del tempo, né egli fa discriminazioni o scende a compromessi. Nella radicalità di questo atteggiamento si può scorgere un senso di giustizia primordiale e grossolana nei confronti di una società che ha legittimato i privilegi, le prevaricazioni e le violenze di alcune caste e di alcuni gruppi sociali su tutti gli altri. È vero che l'atto dell'Innominato è di natura esclusivamente distruttiva come il gesto di un dinamitardo, e non prevede alcuna possibilità per una successiva opera di ricostruzione. Ma intanto, egli è venuto a stabilire una sorta di diritto all'uguaglianza, benché si tratti di un'uguaglianza che altro non è se non un uguale grado di esposizione al male. E infatti tutti, qualunque gruppo sociale, sono perennemente sotto la minaccia delle violenze dell'Innominato, che non si lascia intimorire dai privilegi e dalle posizioni di potenza; i suoi colpi non sono rivolti solo contro gli umili, ma non esitano ad abbattersi anche sulle persone influenti, tanto è vero che da questi ultimi egli viene respinto, bandito, costretto all'esilio o a un'esistenza clandestina, tollerata a stento. In questo modo l'Innominato ha iniziato un processo di purificazione e di liberazione, sottraendosi alle limitazioni di casta, per muovere risolutamente a una chiarificazione e semplificazione dei rapporti umani. Sotto questo aspetto la rivolta dell'Innominato presenta molti punti di contatto con l'altra oscura, rivolta, tenacemente perseguita contro i nobili da colui che, abbandonato il secolo, divenne padre Cristoforo. In entrambi i casi la reazione all'ordinamento sociale viene condotta in un primo tempo sullo stesso piano mondano e valendosi degli stessi strumenti di violenza e d'offesa, degli stessi sentimenti d'orgoglio e di superbia di cui usualmente si serve il ceto dominante. Ma per entrambi sopravviene successivamente l'illuminazione, la conversione e quindi l'ingresso in un nuovo ordine. Complessivamente, si può dire che il carattere fondamentale dell'Innominato, come pure quello di padre Cristoforo, è l’infinita ricerca dell'assoluto. Finché non gli si è presentato un ideale positivamente formulato e definito, l'Innominato ha incanalato la sua energia in direzione negativa, scagliando colpi al vecchio ordine, ma senza scopo, gratuitamente. Poi, nella notte angosciosa trascorsa nel castello, nota come “La notte dell’Innominato”, quando Lucia dopo essere stata rapita, si dà pena e tormento, nell'animo dell'Innominato matura una conversione talmente forte che quasi lo spinge al suicidio, e dunque il personaggio cambia fazione, aspetta l’alba e fa visita al Cardinale Federico Borromeo, decidendo poi di liberare Lucia, e di ospitare gli abitanti della zona all’interno del suo fortino durante il conflitto con i Lanzichenecchi.
Per ulteriori approfondimenti su L'Innominato vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza de "I Promessi Sposi" di Alessandro Manzoni nella letteratura italiana?
  2. "I Promessi Sposi" è considerato il primo romanzo storico scritto in lingua italiana e rappresenta un'opera simbolica del Romanticismo italiano, ambientata tra il 1628 e il 1630 in Lombardia sotto il dominio spagnolo.

  3. Chi sono i protagonisti principali del romanzo e quali sono le loro caratteristiche?
  4. I protagonisti principali sono Renzo Tramaglino, un giovane umile e ingenuo, e Lucia Mondella, una giovane devota e contadina lombarda. Entrambi affrontano ostacoli per sposarsi a causa delle interferenze di Don Rodrigo.

  5. Come viene descritto il personaggio dell'Innominato?
  6. L'Innominato è descritto come un personaggio complesso, coerente nel bene e nel male, che si oppone radicalmente alla legge e all'ordine sociale del tempo, incarnando un contrasto tra tenebre e luce.

  7. Qual è il ruolo di Don Rodrigo nel romanzo?
  8. Don Rodrigo è un nobile lombardo e tiranno innamorato di Lucia, che impedisce il matrimonio tra Renzo e Lucia, utilizzando la sua posizione per trarre vantaggi e trasgredire la legge quando gli conviene.

  9. Qual è il significato della conversione dell'Innominato?
  10. La conversione dell'Innominato rappresenta un passaggio da una vita di violenza e ribellione a una ricerca di un nuovo ordine e significato, culminando nella sua decisione di liberare Lucia e aiutare gli abitanti durante il conflitto con i Lanzichenecchi.

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