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Concetti Chiave

  • La "Pentecoste" di Manzoni è l'ultimo degli Inni Sacri, scritto tra il 1817 e il 1822, e inizia con cinque strofe dedicate alla Chiesa e alla sua storia.
  • Le prime strofe rappresentano la Chiesa come custode del messaggio di Cristo, dalla debolezza delle origini alla diffusione della parola di Dio.
  • Nella sesta strofa, Manzoni descrive come lo Spirito Santo parli in diverse lingue, rendendo la Chiesa un punto di riferimento universale.
  • Manzoni evidenzia l'importanza della fede nella vita umana, mostrando la continuità tra valori illuministici e cristiani.
  • La visione manzoniana riconosce la persistenza di violenza e ingiustizia, vedendole come parte della natura umana imperfetta senza la grazia divina.

La pentecoste è l’ultimo degli Inni Sacri, scritta da Manzoni,fu frutto di un lavoro durato dal 1817 al 1822. Le cinque strofe iniziali sono dedicate alla Chiesa e alla sua storia:

Indice

  1. Le prime cinque strofe
  2. La decima nota e la grazia divina
  3. Manzoni e la visione del mondo

Le prime cinque strofe

-nella prima strofa, la Chiesta alla quale il poeta si rivolge con l’apostrofe “Madre dei Santi” per meglio cogliere la sua dimensione militante: attivamente impegnata a custodire il messaggio di Cristo, è rappresentata come città terrena, immagine della città di Dio;

-nella seconda strofa, Manzoni allude naturalmente al sacramento dell’Eucarestia, descrivendo l’immagine della chiesa debole e segreta delle origini;

-nella terza strofa, soggetto principale è la sofferenza della passione, con la quale Cristo ha riscattato gli uomini dal peccato originale;

-nella quarta strofa vediamo una chiesa attenta unicamente al suo terrore, prima del giorno della Pentecoste.

Il terrore è sottolineato dall’anafora dei vv. 30-31 “sol vigile / sol nell’oblio serena “;

-nella quinta strofa si nota come la discesa del divino sulla terra abbia dato inizio alla diffusione della parola di Cristo.

- “Tal risonò molteplice la voce dello Spiro: l’Arabo, il Parto, il Siro in suo sermon l’udì” scrive Manzoni nella sesta strofa. Egli sottolinea così, come la parola dello Spirito Santo pur essendo una, si espresse nelle varie lingue dei popoli cui si rivolse, menzionando io popoli di Arabia, Persia e Siria. La Chiesa diventa ora punto di riferimento per l’intera umanità e fonte della parola di Cristo che per suo tramite si diffonde tra gli uomini.

La decima nota e la grazia divina

Nella decima nota si nota che la premessa di una vita eterna, guarisca la conquista di una nuova dignità interiore. L’intervento dello Spirito Santo si traduce in consolazione per gli umili e in terrore per i violenti. Manzoni, così come disse San Paolo, parla di una “Chiesa del dio vivente”, indicando come essa sia il luogo in cui la presenza di Cristo sulla terra diventa perpetua rivelazione. Il poeta attribuisce forza e validità alla preghiera corale per illustrare il ruolo della grazia divina che continuamente deve illuminare gli uomini. Per designare gli effetti della Grazia sulle menti umane, utilizza metafore tratte dalla natura che sottolineano l’energia della preghiera. Nella Pentecoste, il messaggio cristiano diviene autentico annuncio di giustizia e di libertà in senso romantico e democratico.

Manzoni e la visione del mondo

Manzoni non vuole tanto mettere in luce gli aspetti dottrinali, teologici e dogmatici del cattolicesimo, ma piuttosto sottolineare l’importanza e gli effetti della fede nella vita degli uomini. Dal cristianesimo isola il filone evangelico, democratico ed egualitario, testimoniando così la continuità tra i valori illuministici della sua formazione e quelli nuovi, frutto della conversione. Quello che distingue la posizione di Manzoni dall’atteggiamento illuministico è però il rifiuto di una visione ottimistica del progresso e della ragione come strumento definitivo di liberazione dell’uomo dal pregiudizio e dalla sofferenza. Nella concezione manzoniana del mondo, la violenza e l’ingiustizia restano infatti componenti ineliminabili, se non prevalenti. Si tratta di una visione della storia che va compresa all’interno dell’orizzonte religioso e spirituale di Manzoni: il male del mondo è il naturale prodotto dell’imperfetta natura umana, che se non è sorretta dalla grazia divina è destinata a cadere.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale delle prime cinque strofe dell'Inno Sacro "La Pentecoste" di Manzoni?
  2. Le prime cinque strofe si concentrano sulla Chiesa e la sua storia, descrivendo la sua dimensione militante, il sacramento dell'Eucarestia, la sofferenza della passione di Cristo, il terrore prima della Pentecoste e la diffusione della parola di Cristo.

  3. Come Manzoni descrive l'intervento dello Spirito Santo nella decima nota?
  4. Manzoni descrive l'intervento dello Spirito Santo come una fonte di consolazione per gli umili e di terrore per i violenti, sottolineando la Chiesa come luogo di perpetua rivelazione della presenza di Cristo sulla terra.

  5. Qual è la visione del mondo di Manzoni rispetto al cristianesimo?
  6. Manzoni enfatizza l'importanza della fede nella vita degli uomini, isolando il filone evangelico, democratico ed egualitario del cristianesimo, e rifiutando una visione ottimistica del progresso e della ragione.

  7. In che modo Manzoni utilizza le metafore per descrivere gli effetti della grazia divina?
  8. Manzoni utilizza metafore tratte dalla natura per sottolineare l'energia della preghiera e il ruolo della grazia divina nel illuminare continuamente gli uomini.

  9. Qual è la posizione di Manzoni riguardo alla violenza e all'ingiustizia nel mondo?
  10. Manzoni considera la violenza e l'ingiustizia come componenti ineliminabili della storia, prodotti naturali dell'imperfetta natura umana, che senza la grazia divina è destinata a cadere.

Domande e risposte

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