Concetti Chiave
- Gli Inni sacri di Manzoni rappresentano una svolta poetica, rifiutando la mitologia classica in favore di temi vivi e contemporanei.
- Manzoni desidera una poesia popolare, capace di risuonare con un pubblico ampio, piuttosto che con un'élite letteraria.
- Inizialmente furono progettati dodici inni per le festività liturgiche, ma ne furono completati solo cinque tra il 1815 e il 1822.
- I primi quattro inni seguono uno schema fisso, mentre La Pentecoste rompe la tradizione con un focus sullo Spirito Santo.
- La Pentecoste culmina in un'invocazione per un rinnovamento spirituale dell'umanità, sottolineando il cambiamento portato dallo Spirito.
Indice
La Rottura con la Tradizione
La prima opera scritta dopo la conversione, gli Inni sacri, nati fra il 1812 e il 1815, fornisce l'esempio concreto di una poesia nuova. Per capire il valore di rottura di questi inni, basta pensare a qual era, in quegli anni, il modello poetico dominante: quello consacrato da Foscolo, fondato sul culto del mondo antico, delle sue forme e del suo linguaggio, e sull'adozione della mitologia classica come argomento per eccellenza. Manzoni rifiuta tutto questo, sentendo la materia mitologica e classica come repertorio ormai morto di temi ed espedienti formali, come qualche cosa di «falso», e decide di cantare temi che siano vivi nella coscienza contemporanea, aderenti cioè al «vero». Ne deriva una poesia che non si rivolge più alla cerchia iniziatica dei letterati, ma vuole avere un orizzonte «popolare», trattare ciò che è sentito da una larga massa di persone.
Progetto e Realizzazione degli Inni
Manzoni aveva progettato dodici inni, che cantassero le principali festività dell 'anno liturgico, ma ne scrisse solo quattro, pubblicati nel 1815: La Resurrezione, Il Natale, La
Passione, Il nome di Maria. Un quinto inno, La Pentecoste fu condotto a termine solo nel 1822, passando attraverso varie stesure tra loro differenti.
Struttura e Innovazione degli Inni
I primi quattro inni, i più antichi, sono costruiti su uno schema fisso: enunciazione del tema, rievocazione dell 'episodio centrale, commento che affronta le conseguenze dottrinali e morali dell'evento. La Pentecoste, invece, nella redazione definitiva, rompe lo schema, mettendo da parte i motivi teologici e l'episodio, e insiste sul rivolgimento portato dallo Spirito nella sua discesa nel mondo, culminando in un'invocazione affinché esso scenda ancora sull'umanità.