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Concetti Chiave

  • Alessandro Manzoni, nato in una famiglia complessa, trascorse la sua giovinezza in collegio, un'esperienza che influenzò profondamente la sua formazione e visione della vita.
  • Dopo la conversione al cattolicesimo, Manzoni iniziò un periodo creativo intenso, scrivendo opere che riflettono la sua nuova fede, tra cui Inni Sacri e le tragedie Il conte di Carmagnola e Adelchi.
  • Il conte di Carmagnola esplora il conflitto tra politica e morale, evidenziando la visione pessimistica di Manzoni sul potere umano, descritto come inquinato e crudele.
  • Adelchi si svolge durante la guerra tra Longobardi e Franchi, con il protagonista che muore in battaglia, riflettendo il tema manzoniano della sconfitta dei buoni.
  • I Promessi Sposi, ispirato da Walter Scott, è un romanzo storico con personaggi di umili origini; Manzoni lo rielaborò per renderlo un'opera verosimile e accessibile in lingua fiorentina.

Indice

  1. Le origini di Manzoni
  2. Conversione e nuova fede
  3. Opere e fede religiosa
  4. Tragedie e visione pessimistica
  5. Il romanzo e la sua evoluzione

Le origini di Manzoni

Manzoni nasce alla fine del 1700 in una famiglia complicata: la madre è Giulia Beccaria, figlia di Cesare, autore del trattato "Dei delitti e delle pene", che la da in sposta al conte Pietro Manzoni, molto più anziano di lei.

Giulia, nonostante il matrimonio, ha una amante, che probabilmente è il padre di Alessandro. Questa relazione porterà alla separazione dei genitori di Manzoni.

Manzoni vive la sua adolescenza lontano dalla famiglia, entra in colleggio a 6 anni e ne esce a 16: l'istruzione e l'educazione del poeta deriva da questo e in seguito ricorderà con tristezza la sua giovinezza.

Nella sua vita entra in contatto con Vincenzo Monti e Ugo Foscolo.

Conversione e nuova fede

Manzoni sposa Enrichetta Blondel, attraverso un matrimonio con rito calvinista, in seguito ad un evento (Ritrovamento della moglie, in seguito ad una preghiera, durante una situazione di caos dovuta ad una bomba esplosa alle nozze di Napoleone) entrambi si convertiranno al cattolicesimo.

In seguito alla conversione, Manzoni decide di dimenticare la persona che era e rifiuta i suoi testi precedenti alla conversione. Decide dunque di scrivere una serie di Inni Sacri, dedicati alle principali festività cristiane.

Da questo momento inizia una fase d'intensa creatività per il poeta: scrive due tragedie e un saggio letterario come lettera al signor Chauvet, criticando la sua scelta di non rispettare l'unità di tempo e l'unità di luogo e affermando che in un opera la storia deve essere la principale fonte d'ispirazione.

Nel 1821 scrive l'ode Marzo 1821 in cui tratta la richiesta di una costituzione in Piemonte e la rivolta lombarda contro gli Austriaci, e il "5 Maggio", un ode nella quale commemora le conquiste di Napoleone e lo difende scrivendo che solo Dio avrebbe potuto giudicarlo.

Opere e fede religiosa

Gli Inni Sacri, le due tragedie, il romanzo "I Promessi Sposi" e i vari saggi sono imbevuti della sua nuova fede religiosa e al termine delle opere possiamo vedere come il protagonista risulti essere sempre la divina provvidenza.

Manzoni aveva il desiderio di raggiungere i lettori incuriositi dal nuovo genere utilizzato all'estero: il ROMANZO.

Il testo dei suoi romanzi, doveva essere, a differenza di quelli stranieri, verosimile;

I personaggi non erano eroi, ma popolani umili che subivano gli effetti delle scelte dei governanti.

Tragedie e visione pessimistica

Manzoni, decise di scrivere due tragedie ispirato dai testi Alfieriani, queste avrebbero avrebbero sicuramente raggiunto un maggior numero di persone poichè sono piu semplici da capire anche dai meno acculturati.

Dalle tragedie di Manzoni notiamo la sua visione pessimistica della vita che si può riassumere in una sua frase: "O si è oppressi o si è oppressori".

Manzoni credeva, quindi, che i buoni finivano sempre per soccombere, come il conte di Carmagnola e Adelchi.

Nelle opere teatrali di Manzoni ricordiamo il "Coro", precedentemente utilizzato per danzare e cantare, viene sfruttato dall'autore per esporre le sue riflessioni sugli eventi narrati.

Il conte di Carmagnola è il capitano dell'esercito veneziano, coraggioso e amato dal popolo, riesce a vincere sull'esercito del suo precedente signore ma lascia libera i soldati prigionieri.

Quest'evento desta i sospetti dei governatori veneziani che lo processano e condannano a morte.

Alla base di quest'opera c'è il tema del conflito, in questo caso tra Politica e Morale, è un conflitto che interessa profondamente Manzoni che giudica il potere umano definendolo inquinato e crudele.

Tratta dalla guerra tra i Longobardi, che occupano alcuni territori dello stato pontificio, e il Papato, che chiama in soccorso i Franchi di Carlo Magno.

Adelchi, principe longobardo, si ritroverà trascinato in guerra contro i Franchi, e morirà nella stessa.

Il romanzo e la sua evoluzione

Alessandro Manzoni decise di scrivere un romanzo ispirato dai libri di Walter Scott, una decisione ardua per il poeta, che alle spalle non aveva alcuna esperienza in questo genere.

Manzoni decide di non raccontare avventimenti fantastici come quelli di scott, ma di ricostruire un mondo verosimile attraverso un'approfondito studio della storia.

Anche i personaggi si differenziano da quelli di Scott, per lo più eroi e cavaliere, il romantico italiano mette al centro della sua storia due ragazzi dalle umili origini.

La prima stesura del romanzo è intitolata "Fermo e Lucia", inizialmente Manzoni rimane insoddisfatto dal risultato e decide di riscriverlo modificando ogni livello del testo.

La Versione riscritta risulta più compatta rispetto alla prima: vengono eliminati i testi saggistici, le riflessioni linguistiche e la storia della colonna infame.

Modifica i nomi di alcuni personaggi e approfondisce la loro personalità, infine attenua le atmosfere cupe.

Terminata la revisione, il libro verrà pubblicato e resterà per sempre nella storia della letteratura italiana.

Nonostante il successo ottenuto con la versione del 1827, Manzoni non era soddisfatto della lingua scelta, cosi decise di tradurre il romanzo in Fiorentino, il poeta voleva che la lingua del romanzo fosse una lingua viva, parlata da tutto gli italiani.

Per tradurre il testo in fiorentino, Manzoni aveva bisogno di avere una buona conoscenza della lingua, parte per Firenze e partecipa ad un circolo letterario.

La seconda edizione verrà pubblicata nel 1840 ed oltre alla lingua sono due le novità:

Le illustrazioni affiancate al testo;

La presenza della storia della colonna infame, correlata al romanzo e con una vignetta finale che mostra un lieto fine.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini familiari di Alessandro Manzoni?
  2. Manzoni nasce in una famiglia complicata alla fine del 1700; sua madre è Giulia Beccaria, figlia di Cesare Beccaria, e suo padre è il conte Pietro Manzoni. La madre ha una relazione con un amante, che probabilmente è il vero padre di Alessandro, portando alla separazione dei genitori.

  3. Come avviene la conversione religiosa di Manzoni?
  4. Manzoni e sua moglie Enrichetta Blondel si convertono al cattolicesimo dopo un evento significativo durante il matrimonio di Napoleone, che li porta a rinnegare i testi precedenti alla conversione e a scrivere opere ispirate dalla nuova fede.

  5. Qual è la visione pessimistica di Manzoni nelle sue tragedie?
  6. Manzoni esprime una visione pessimistica della vita nelle sue tragedie, riassumibile nella frase "O si è oppressi o si è oppressori", credendo che i buoni finiscano sempre per soccombere, come dimostrato nei personaggi del conte di Carmagnola e Adelchi.

  7. In che modo Manzoni si differenzia da Walter Scott nella scrittura del suo romanzo?
  8. Manzoni si ispira a Walter Scott ma decide di non raccontare avvenimenti fantastici, preferendo ricostruire un mondo verosimile attraverso uno studio approfondito della storia, con protagonisti due ragazzi di umili origini, a differenza degli eroi e cavalieri di Scott.

  9. Quali modifiche apporta Manzoni alla seconda edizione del suo romanzo?
  10. Nella seconda edizione del romanzo, pubblicata nel 1840, Manzoni traduce il testo in fiorentino per renderlo una lingua viva e parlata da tutti gli italiani, aggiunge illustrazioni e include la storia della colonna infame con un lieto fine.

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