Concetti Chiave
- Dopo il 1840, le opere di Manzoni furono oggetto di critiche, con tradizionalisti che apprezzavano I Promessi Sposi e marxisti che ne evidenziavano i limiti.
- Francesco De Santis considerava Manzoni l'iniziatore del realismo, poiché le sue opere riflettono la realtà del suo tempo.
- Benedetto Croce vedeva I Promessi Sposi come un'opera di oratoria piuttosto che di poesia, focalizzata sulla diffusione di principi morali.
- Antonio Gramsci apprezzava il rinnovamento culturale di Manzoni, ma criticava la sua incapacità di rompere completamente con il passato aristocratico.
- Italo Calvino percepiva un perfetto equilibrio triangolare attorno a Renzo e Lucia, valutando l'opera manzoniana come rivoluzionaria.
Indice
Critiche Letterarie Post-1840
Dopo il 1840, Manzoni non scrisse più nulla e le sue opere da quel momento furono oggetto di critiche letterarie, soprattutto in Francia. Ci sono critici tradizionalisti estimatori de I Promessi Sposi e critici appartenenti alla corrente marxista che, ne sottolineano i limiti e le imperfezioni.
FRANCESCO DE SANTIS: Il critico di età romantica ritiene che il Manzoni sia l’iniziatore di una nuova epoca letteraria ossia il realismo poiché la sua opera fa i conti con la realtà del suo tempo.
Opinioni di Benedetto Croce
Benedetto Croce: ritenne che i Promessi Sposi fossero un’opera di oratoria e non di poesia, intesa come espressione disinteressata dei sentimenti dello scrittore, in quanto l’opera si propone come unico scopo la diffusione di principi morali e l’educazione di un popolo.
Gramsci e il Rinnovamento Culturale
Antonio Gramsci: nelle famose “lettere dal carcere” affronta, la disputa sui Promessi Sposi. Egli ritiene sia encomiabile il rinnovamento culturale introdotto dal Manzoni come esponente della nuova coscienza borghese. Tuttavia, ritiene ci siano limiti in quanto Manzoni non rompe fino in fondo con il passato, e in lui permane un atteggiamento aristocratico e di superiorità nei confronti dei ceti subalterni.
De Rosa e i Valori Popolari
Alberto De Rosa: ritiene che i popolani rappresentati da Manzoni siano portatori di valori positivi, ma allo tesso tempo propone loro umiltà, la rassegnazione e accettazione della loro inferiorità sociale.
Squarotti e il Pessimismo Manzoniano
Giorgio Barberi Squarotti: ritiene che il pessimismo manzoniano non sia legato ad un particolare periodo storico o tipo di società, ma è convinto che il disordine e l’ingiustizia per Manzoni, siano elementi connessi alla condizione stessa dell’uomo.
Moravia e il Realismo Cattolico
Alberto Moravia: I Promessi Sposi, sono l’interpretazione di un realismo cattolico ossia strumento di propaganda ecclesiastica di regime cattolico.
Calvino e il Triangolo Perfetto
Italo Calvino: stima che attorno a Renzo e Lucia si istauri una figura triangolare perfettamente equilibrata. Valuta il capolavoro manzoniano come un libro rivoluzionario.
Domande da interrogazione
- Qual è l'opinione di Benedetto Croce sui Promessi Sposi?
- Come Antonio Gramsci interpreta il contributo di Manzoni al rinnovamento culturale?
- Qual è la visione di Italo Calvino riguardo alla struttura narrativa dei Promessi Sposi?
Benedetto Croce considera i Promessi Sposi un'opera di oratoria piuttosto che di poesia, poiché si concentra sulla diffusione di principi morali e sull'educazione del popolo, piuttosto che sull'espressione disinteressata dei sentimenti dello scrittore.
Antonio Gramsci apprezza il rinnovamento culturale introdotto da Manzoni come esponente della nuova coscienza borghese, ma critica il fatto che Manzoni non rompa completamente con il passato, mantenendo un atteggiamento aristocratico verso i ceti subalterni.
Italo Calvino vede nei Promessi Sposi una struttura triangolare perfettamente equilibrata attorno ai personaggi di Renzo e Lucia, valutando l'opera come un libro rivoluzionario.