Concetti Chiave
- Oriana Fallaci, notable Italian journalist and writer, gained recognition for her works and controversial views, especially post-9/11.
- "Lettera a un bambino mai nato" is a bestselling epistolary novel from 1975, exploring themes like abortion, family, and love in a 1970s setting.
- The book is a monologue of a woman contemplating motherhood, raising profound questions about the responsibilities and challenges of bringing a child into the world.
- Written in simple, accessible language, the novel evokes empathy, allowing readers to connect deeply with the mother's internal struggles.
- The narrative presents various societal perspectives, highlighting the judgment and support from figures like doctors, parents, and friends.

Indice
Oriana Fallaci: cenni biografici, carriera letteraria
Oriana Fallaci nacque il 29 giugno del 1929 a Firenze ed è stata un’importante giornalista, scrittrice e attivista italiana.
Fece parte della Resistenza Italiana e fu mandata al fronte come inviata speciale. Si unì alle Brigate Giustizia e Libertà, vivendo in prima persona il dramma bellico, perché il padre, convinto antifascista, fu catturato e torturato dai fascisti e in seguito rilasciato. Nel dopoguerra, grazie a ciò che fece in qualità di staffetta, ricevette un riconoscimento d’onore dell’Esercito Italiano. Si diplomò al Liceo Classico e frequentò la facoltà di Medicina a Firenze. Decise di abbandonare l’Università per dedicarsi all’attività di giornalista, conoscendo Curzio Malaparte, che fu il suo primo maestro. Iniziò la carriera occupandosi di vari argomenti:
- cronaca nera
- cronaca giudiziaria
- costume
Fu molto criticata, durante la sua carriera, per le posizioni contro l’Islam, in particolare dopo i tragici avvenimenti legati all’11 settembre 2001 a New York, la città in cui risiedeva in quel periodo. I suoi libri hanno venduto circa 20 milioni di copie in tutto il mondo.
Scrisse:
- “I sette peccati di Hollywood”
- “Gli antipatici” [li“Lettera a un bambino mai nato”
- “Insciallah”
- “La rabbia e l’orgoglio”
- “La forza della ragione”
- “Oriana Fallaci intervista se stessa – L’Apocalisse”
- “Sveglia Occidente. Dispacci dal fronte delle guerre dimenticate”
Ci sono state anche molte pubblicazioni postume:
- “Un cappello pieno di ciliegie”
- “Le radici dell’odio. La mia verità sull’Islam”
- “La mia Toscana”
- “La vita è una guerra ripetuta ogni giorno”
“Lettera a un bambino mai nato”: caratteristiche del libro, ambientazione, tematiche
È un libro che riscosse molto successo e divenne bestseller in tutto il mondo. La prima edizione è del 1975 e l’opera appartiene al genere dell’epistolario biografico ed è in lingua italiana. L’ambientazione ha come sfondo gli anni Settanta. Il libro si concentra su alcuni temi:
- aborto
- famiglia
- amore
Il libro prese vita dopo una richiesta di Tommaso Giglio, editore dell’Europeo, che voleva avere un’inchiesta sull’aborto. Non vennero richiesti particolari contenuti, ma, la Fallaci ebbe solo quattro mesi di tempo per portare a termine il lavoro. Tuttavia, la scrittrice consegnò questo libro dopo sei mesi, provocando una reazione negativa dell’editore a causa della sua disobbedienza. Il nipote, dopo alcuni anni dalla morte della scrittrice, trovò una versione originale manoscritta del 1967, intitolata “Letter to Neverborn Child”, da cui si intuisce la natura autobiografica dello scritto.
Il romanzo è stato scritto in un periodo delicato, in cui una donna e per di più single non poteva essere esente da pregiudizi e sarebbe sicuramente stata mirino di discriminazioni di ogni tipo. L’aborto non era praticato e i medici non lo consentivano; tuttavia, questa donna sceglierà di portare avanti la gravidanza.
“Lettera a un bambino mai nato”: contenuto del libro
Il libro è un vero e proprio monologo di una donna, che, consapevole di aver scelto consapevolmente e responsabilmente la maternità, guarda alla vita che avrà alla nascita del figlio. Non sappiamo quasi alcuna informazione sulla donna: non conosciamo l’età, l’indirizzo, il nome o il volto. Sappiamo solo che vive nel nostro tempo, non è sposata, è indipendente ed è una donna lavoratrice. Il libro inizia nel momento in cui percepisce di essere incinta ed è proprio quel momento in cui lei si pone alcune domande:
- la volontà di mettere al mondo un figlio, è sufficiente per costringerlo alla vita?
- Al neonato che partorirò, piacerà nascere?
In quel frangente, la donna decide di spiegare al bambino tutto ciò che dovrà subire in questa vita e in un mondo in cui è necessario sviluppare un istinto di sopravvivenza, in cui libertà vuol dire utopia e in cui l’amore assume vari significati e sfumature.
Il libro crea un forte impatto con il lettore, tanto da commuoverlo, entrare in empatia con la scrittrice e sentirsi come la madre che parla in quelle pagine: "Stanotte ho saputo che c'eri: una goccia di vita scappata dal nulla"
La storia è dedicata a tutte le donne che attraversano un periodo così profondo e importante, ma anche a chi, ha vissuto l’esperienza della maternità con dolore e tragicità per la perdita del proprio bambino: "Mi son sempre posta l'atroce domanda: e se nascere non ti piacesse? E se un giorno tu me lo rimproverassi gridando "Chi ti ha chiesto di mettermi al mondo, perché mi ci hai messo, perché?". La vita è una tale fatica, bambino. È una guerra che si ripete ogni giorno, e i suoi momenti di gioia sono parentesi brevi che si pagano un prezzo crudele".
Ci sono molte riflessioni, che caratterizzano la vita di ogni madre:
- le responsabilità di una madre verso un figlio
- i sacrifici che si fanno per dare la vita a una creatura
- il grande peso morale di educare una nuova vita
Il romanzo è scritto in prima persona, con un linguaggio molto semplice che permette di arrivare a tutti i lettori: “Non è vero che non credi all’amore, mamma. Ci credi tanto da straziarti perché ne vedi così poco, e perché quello che vedi non è mai perfetto. Tu sei fatta d’amore. Ma è sufficiente credere all’amore se non si crede alla vita?”
La donna si impegna a crescere con il proprio figlio, instaurando con lui un legame intenso:
- da un lato, prova affetto, amore, complicità
- dall'altro, è consapevole dei rimpianti, litigi e discussioni
Sono due vite distinte, ma per sempre legate indissolubilmente sin dal momento in cui la donna percepisce che il suo corpo inizia a cambiare. Inizia poi anche la paura, paura di tenere quel bambino: «Come faccio a sapere che non sarebbe giusto buttarti via? […] darei tanto bambino perché tu mi aiutassi con un cenno, un indizio».
L'epilogo è drammatico, come si evince dal titolo stesso, però porta ad una conclusione fondamentale: "la vita non ha bisogno né di te né di me. Tu sei morto. Forse muoio anch'io. Ma non conta. Perché la vita non muore".
Nel romanzo vengono messe in rilievo anche figure che contornano la vita della donna, che, nonostante la propria indipendenza, sono giudicanti e discriminanti:
- le resistenze del medico
- la vigliaccheria del padre
- il femminismo delle amiche
- il sostegno dei genitori
- l'appoggio di una dottoressa
- la mancanza di profondità e comprensione del datore di lavoro
L'autrice di fronte alle domande che la madre si pone, non dà mai un giudizio, non esprime mai favore o condanna e questo è forse il più grande pregio di questo libro, perchè permette al lettore di dare una propria visione allo scritto che si trova di fronte.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali tematiche trattate nel libro "Lettera a un bambino mai nato"?
- Qual è il contesto storico e sociale in cui è ambientato il libro?
- Come viene presentata la protagonista del libro?
- Qual è lo stile narrativo utilizzato da Oriana Fallaci nel libro?
- Qual è il messaggio finale del libro?
Le principali tematiche del libro includono l'aborto, la famiglia e l'amore, esplorando le complessità e le responsabilità della maternità.
Il libro è ambientato negli anni Settanta, un periodo in cui le donne, specialmente quelle single, affrontavano pregiudizi e discriminazioni, e l'aborto non era legalmente praticato.
La protagonista è una donna indipendente e lavoratrice, di cui non si conoscono molti dettagli personali, che riflette sulla sua scelta di maternità e sulle implicazioni di portare un figlio nel mondo.
Il libro è scritto in forma di monologo in prima persona, con un linguaggio semplice e diretto che permette di entrare in empatia con la protagonista e le sue riflessioni.
Il messaggio finale del libro sottolinea che, nonostante le difficoltà e le tragedie personali, la vita continua e non dipende da singoli individui, come evidenziato dalla conclusione drammatica ma riflessiva.