Concetti Chiave
- La letteratura giullaresca del Duecento e Trecento si rivolgeva al popolo analfabeta, escluso dalle opere dei grandi autori dell'epoca.
- I giullari erano figure itineranti che utilizzavano il teatro e il canto per trasmettere storie e critiche sociali in forma orale.
- Questi artisti mettevano in ridicolo i potenti e rappresentavano la condizione di sottomissione del popolo, creando un effetto di riflessione oltre al semplice intrattenimento.
- La loro arte era caratterizzata da un umorismo pungente che lasciava un "retrogusto amarognolo" nella popolazione, evidenziando le ingiustizie sociali.
- I giullari operavano principalmente nel Nord Italia e in Sicilia, rispecchiando una tradizione simile alla trasmissione orale dei poemi omerici.
La letteratura del Duecento e Trecento
Quando si pensa alla letteratura del Duecento e del Trecento, fioccano nomi famosi come Dante, Boccaccio e Petrarca, Jacopone da Todi e Cecco Angiolieri, che scrivevano però solo per una ristretta parte della popolazione, la borghesia colta, l'aristocrazia e il clero. Ma ci si dimentica che esiste una classe sociale al di sotto del "popolo minuto" che comprende la stragrande maggioranza della popolazione.
Questa non poteva essere minimamente toccata dalle storie d'amore platonico e cavalleresco del Dolce Stil Novo in quanto inesistenti nella loro vita. Né il popolo (e con popolo intendiamo i poveri e i contadini) era capace di leggere o di scrivere, ed era quindi estromesso da ogni forma di letteratura. Almeno a prima vista.
Il ruolo dei giullari
Ricordiamoci però che, come i poemi omerici furono tramandati oralmente per generazioni, prima di essere redatti, così il popolo aveva una sua forma di letteratura non scritta, ma tramandata, e strettamente legata alle forme del teatro e del canto. Chi andava in giro per borghi e comuni nel Duecento, soprattutto nel Nord Italia ma anche nella Sicilia di Federico II, erano degli strani personaggi: i giullari. Erano individui sempre, o quasi allegri, l'equivalente dei clown nei nostri circhi. Ma la loro vera intenzione, al di là di quella apparente della semplice risata, era il far capire al popolo che la sua condizione era di sottomissione cronica ai potenti, tra i quali rientravano la classe borghese, che si era affermata al potere nei comuni, ed il clero, da sempre alleato con la classe al potere. I giullari mettendo in ridicolo i personaggi più in vista e calcando all'inverosimile la condizione di "cornuto e mazziato" del popolo, anche con manifestazioni pubbliche in piazza con piena partecipazione del popolo, riuscivano a suscitare, oltre al riso, un "retrogusto amarognolo".
Domande da interrogazione
- Qual era il pubblico principale della letteratura del Duecento e Trecento?
- Qual era il ruolo dei giullari nel contesto sociale del Duecento?
- In che modo i giullari contribuivano alla diffusione della cultura tra il popolo?
La letteratura del Duecento e Trecento era principalmente destinata alla borghesia colta, all'aristocrazia e al clero, escludendo la maggior parte della popolazione, come i poveri e i contadini, che non erano in grado di leggere o scrivere.
I giullari, simili ai clown moderni, viaggiavano per borghi e comuni, utilizzando il teatro e il canto per trasmettere al popolo la consapevolezza della loro condizione di sottomissione ai potenti, suscitando risate ma anche un "retrogusto amarognolo".
I giullari contribuivano alla diffusione della cultura tra il popolo attraverso la tradizione orale, mettendo in ridicolo i potenti e coinvolgendo il pubblico in manifestazioni pubbliche, rendendo accessibile una forma di letteratura non scritta.