martinabulgari
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Concetti Chiave

  • Il romanzo esplora il rapporto tra giovani e lettura, cercando di capire perché spesso sono percepiti come distanti.
  • Descrive il percorso del bambino verso la lettura, che da piacere diventa obbligo, causando disinteresse.
  • La tecnologia moderna affascina gli adolescenti, rendendo i libri meno attraenti e percepiti come noiosi.
  • La scuola e i professori contribuiscono al disamore per la lettura, imponendo testi considerati noiosi e statici.
  • Si propone di separare la lettura didattica da quella per piacere, per aiutare gli studenti a trovare l'amore per i libri.

Indice

  1. La disaffezione dei giovani alla lettura
  2. Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza
  3. L'influenza della tecnologia e della scuola

La disaffezione dei giovani alla lettura

«E naturalmente non amano leggere. Troppi vocaboli nei libri. E troppe pagine. Per farla breve, troppi libri.

No, decisamente, non amano leggere.

Almeno questo è quanto si desume dalla selva di mani alzate quando il prof. Chiede:

“A chi non piace leggere?”

[…] Quanto alle rare mani che non si sono alzate , è per ostinata indifferenza al problema

Il romanzo è incentrato sulla figura dei giovani e della lettura, che troppo spesso sono presentati come due realtà distinte, e si preoccupa di trovarne le cause e ipotizzare una possibile spiegazione, che chiarisca come si è arrivati a far disinteressare i giovani alla lettura.

Il passaggio dall'infanzia all'adolescenza

Si parte da una condizione zero, neutra in cui l’adolescente è ancora bambino e la lettura è a lui estranea.

Viene descritto il passaggio di formazione del bambino: quando da piccolo viene rasserenato dai genitori con la lettura e inizia ad associare i libri a qualcosa di positivo; impara a leggere e i genitori non sono più così disposti a farlo per lui, ma preferiscono indirizzare il figlio ad una lettura individuale, presentata ancora come un piacere personale; questo piacere con gli anni diventa un obbligo e il bambino sente di volere allontanarsi dalla lettura: vedendola come un obbligo e non più come un premio, quest’ultima perde il suo fascino, perde quel velo di intrigo che al contrario prima il bambino trovava. Non è più un puro piacere personale, ma una lettura sterile.

L'influenza della tecnologia e della scuola

L’adolescente si vede di fronte un mondo tecnologico che rimpiazza e svaluta la capacità dei libri di far provare sensazioni sconvolgenti se si pensa che vengono da fogli di carta. Parlo a nome degli adolescenti e credo che l’arrivo del computer e dello smartphone, delle televisione e dei media abbia condizionato la nostra mente fino ad ipnotizzarla, colpendola con notizie rumorose, veloci, continue, appariscenti, di cui non siamo mai sazi. Il nostro cervello si è quindi abituato ad un mondo frenetico e vario, che è riuscito a svalutare i libri etichettandoli come noiosi e scontati. Però sono convinta che ogni adolescente sia ancora consapevole della bellezza di un libro, della soddisfazione che il libro giusto possa dare. Tuttavia è lo sforzo di cercare il libro adatto, l’autore migliore che frena gli adolescenti: scegliamo la via più comoda e ci buttiamo nella tecnologia dove sappiamo esserci ciò che cerchiamo senza alcuno sforzo. A toglierci la speranza e la volontà di ritrovare finalmente l’amore per la lettura è la scuola, i professori in particolare. Non si può pretendere di insegnare l’amore per la lettura ne’ tanto meno illudersi di trasmetterlo assegnando agli studenti libri noiosi e statici da un punto di vista stilistico, seguiti da montagne di esercizi correlati ancora più noiosi. Senza dubbio questi esercizi hanno una finalità ben precisa nell’apprendimento della lingua italiana e nella composizione di testi, ma non sono affini col trovare il piacere nella lettura: non si possono vedere che come un obbligo. Non stimolano alla lettura, non incantano il lettore, ne’ lo rapiscono: potrebbero anche farlo, ma, parlando da studentessa, l’ansia di cogliere tutti i dettagli e tutti i dati necessari per raggiungere le competenze richieste dall’insegnante è traviante: distacca troppo lo studente dalla realtà del libro, ci impedisce di affezionarci in qualche modo alla storia, impedendole di incantarci.

Bisognerebbe distinguere la lettura a fine didattico da quella fine a se stessa, per puro piacere personale, in modo da offrire una visione distinta di entrambi gli stili di lettura e concedere ad uno studente la possibilità di appassionarsi ad essa, sperando che riconosciuta la differenza, insegua da sé una lettura ideale, dettata da un puro piacere personale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema centrale del romanzo "Come un romanzo" di D. Pennac?
  2. Il romanzo si concentra sulla relazione tra i giovani e la lettura, esplorando le cause del disinteresse giovanile verso i libri e proponendo spiegazioni su come si è giunti a questa situazione.

  3. Come viene descritto il rapporto iniziale dei bambini con la lettura?
  4. Inizialmente, i bambini associano la lettura a un'esperienza positiva grazie ai genitori, ma con il tempo, la lettura diventa un obbligo, perdendo il suo fascino e diventando sterile.

  5. Quali fattori tecnologici influenzano la percezione dei libri tra gli adolescenti?
  6. L'arrivo di computer, smartphone, televisione e media ha ipnotizzato le menti degli adolescenti, abituandoli a un mondo frenetico e svalutando i libri, considerati noiosi e scontati.

  7. Qual è il ruolo della scuola e degli insegnanti nel disinteresse dei giovani per la lettura?
  8. La scuola e gli insegnanti contribuiscono al disinteresse assegnando libri noiosi e statici, accompagnati da esercizi che non stimolano il piacere della lettura, ma la rendono un obbligo.

  9. Quale soluzione viene proposta per riavvicinare i giovani alla lettura?
  10. Si suggerisce di distinguere tra lettura didattica e lettura per piacere personale, offrendo agli studenti la possibilità di appassionarsi alla lettura per puro piacere, senza obblighi.

Domande e risposte

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