Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • Il racconto "Argo e il suo padrone" di Italo Svevo utilizza il punto di vista di un cane per esplorare la realtà umana con ironia e distanza critica.
  • Svevo evidenzia i comportamenti imprevedibili e spesso violenti dell'uomo, mettendo in luce il giudizio che gli animali possono avere sugli esseri umani.
  • Il protagonista, un cane, vive una situazione di disorientamento e incredulità di fronte alla violenza irrazionale del suo padrone.
  • Il racconto si sviluppa con una tensione crescente che culmina in un lieto fine, sottolineando la difficoltà di accettare la realtà umana.
  • Un narratore esterno usa un linguaggio sobrio e forbito per evidenziare l'ipocrisia del padrone, rendendo la critica più incisiva senza cadere nel moralismo.

Indice

  1. Osservare con occhi diversi
  2. Il punto di vista canino
  3. Critica al padrone

Osservare con occhi diversi

Quando una realtà a noi familiare viene osservata con gli occhi di qualcuno di una cultura, di una razza o, come in questo caso, addirittura di una specie animale differente, vizi e costumi della realtà osservata vengono subito in primo piano, alla luce dell’ironia.

In Argo e il suo padrone Italo Svevo cerca di mettersi nei panni di un cane, di immaginare il suo punto di vista e di riprodurre l’attività della sua coscienza.

L’adozione del punto di vista di una specie animale diversa da quella umana è un modo per prendere “distanza” e fare emergere nuovi particolari sulle caratteristiche dell’Homo sapiens, che si comporta in modo imprevedibile, che ha sconcertanti scatti di violenza, che non sa che gli altri animali ci guardano e ci giudicano.

Il punto di vista canino

L’episodio è composto con una tensione crescente, per poi risolversi in un lieto fine. Un cane, che ha seri problemi a seguire l’evoluzione degli imprevedibili umori del suo padrone, si trova in una situazione di particolare disorientamento. La violenza patita lo getta in uno stato di incredulità: il verbo “credere” è ripetuto insistentemente, a sottolineare la difficoltà di accettare la realtà e lo sconcerto del protagonista di fronte al carattere del tutto irrazionale e illogico dell’atteggiamento umano.

Il punto di vista canino emerge da tutta una serie di elementi, come l’importanza che per la voce narrante rivestono la vita tranquilla, le effusioni tra cane (bisognoso di affetto e proverbialmente fedele all’uomo) e padrone, la comunicazione di tipo gestuale.

Argo e il suo padrone di Svevo

Critica al padrone

Una voce narrante esterna e un punto di vista “umano” avrebbero potuto criticare il padrone dispensatore di calci e pugni, ma il tono sarebbe stato magari pietoso o moralistico. L’ipocrisia del padrone verso dei visitatori che evidentemente gli sono sgraditi e che lo mettono di cattivo umore (fino a sfogarsi sull’incolpevole bestia) diventa invece ancor più evidente proprio perché raccontata serenamente e sobriamente, con tono saggio e linguaggio forbito, nello stile dei migliori libri di memorie.

per approfondimenti vedi anche:

Italo Svevo: La vita, il pensiero letterario, la poetica e le opere

Svevo, Italo - Vita, opere, pensiero e poetica

Domande da interrogazione

  1. Qual è il punto di vista adottato da Italo Svevo in "Argo e il suo padrone"?
  2. Italo Svevo adotta il punto di vista di un cane per osservare e criticare i comportamenti umani, mettendo in luce i vizi e i costumi della realtà umana attraverso l'ironia.

  3. Come viene rappresentato il padrone nel racconto?
  4. Il padrone è rappresentato come un individuo imprevedibile e violento, la cui ipocrisia emerge chiaramente attraverso il racconto sereno e sobrio del cane, che evidenzia la sua natura irrazionale e illogica.

  5. Qual è l'effetto dell'adozione del punto di vista canino nel racconto?
  6. L'adozione del punto di vista canino permette di prendere distanza dalla realtà umana, facendo emergere nuovi particolari sulle caratteristiche dell'Homo sapiens e sottolineando l'importanza della comunicazione gestuale e dell'affetto tra cane e padrone.

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