Susanna Galli
Autore
Libri scolastici usati

È arrivato quel momento dell’anno in cui molti studenti si trovano davanti a un’altra missione: liberare spazio in libreria e trasformare i manuali dell’anno passato in qualche euro utile per i prossimi acquisti. 

C’è da dire che il mercato dei libri scolastici usati non è più un territorio caotico come un tempo: oggi ci sono canali consolidati, dalle librerie ai mercatini fino ai gruppi online, ma per muoversi bene servono accortezza e tempismo. I prezzi cambiano a seconda delle edizioni, le condizioni contano più di quanto si creda e spesso la differenza la fanno i rapporti personali. 

In poche mosse si può passare dall’avere pile di volumi ingombranti a un piccolo gruzzoletto da reinvestire. Ecco allora cinque consigli pratici per affrontare il momento senza stress e con qualche strategia in più.

Indice

  1. Stabilire un prezzo realistico
  2. Lo stato dei libri fa la differenza
  3. Giocarsi la carta degli amici
  4. Librerie e mercatini: tra pazienza e opportunità
  5. Tempismo: il vero alleato

Stabilire un prezzo realistico

Illudersi di recuperare l’intera cifra spesa non ha senso: le edizioni cambiano rapidamente e i manuali si svalutano quasi come la tecnologia. In media, da un libro scolastico usato si ricava tra il 20% e il 30% del prezzo di copertina, ma la forbice si amplia se le condizioni sono eccellenti o se si tratta di testi particolarmente richiesti. 

Vale la pena informarsi sugli elenchi aggiornati delle scuole: se l’edizione è la stessa adottata per l’anno successivo, le probabilità di vendita aumentano e con esse la possibilità di spuntare un prezzo più alto.

Lo stato dei libri fa la differenza

Chi compra un usato guarda prima di tutto alle condizioni. Annotazioni ordinate e sottolineature leggere possono addirittura risultare utili, ma evidenziatori fosforescenti a tappeto e pagine rovinate fanno crollare il valore. Un libro ben conservato, senza strappi o copertine sgualcite, può rendere fino a un terzo in più. 

In altre parole, curare i volumi durante l’anno – magari con copertine protettive e un po’ di attenzione in cartella – significa guadagnare qualcosa in più in un secondo momento. Perché, alla fine, la differenza tra un affare e un libro invenduto sta tutta lì.

Giocarsi la carta degli amici

Vendere ai compagni più giovani resta una delle opzioni più semplici e redditizie. Nessuno meglio di loro sa cosa serve davvero e spesso la trattativa è veloce e senza formalismi: basta un passaparola a fine anno o un messaggio nelle chat di classe per sistemare più libri in una volta sola. È un canale che premia soprattutto chi ha rapporti in sezioni parallele o conosce ragazzi appena promossi nella stessa scuola. 

In questo caso il guadagno può essere superiore rispetto a librerie e mercatini, perché non ci sono commissioni e il prezzo si concorda tra pari.

Librerie e mercatini: tra pazienza e opportunità

I canali più tradizionali restano però le librerie specializzate e i mercatini dell’usato. Qui le regole sono più rigide: serve tempo, ordine e libri leggibili. La valutazione dipende molto dallo stato del volume e dalla domanda del momento. Può capitare che un manuale perfetto venga pagato più del previsto, mentre un testo nuovo ma poco richiesto finisca quasi regalato. 

La pazienza è fondamentale: le file possono essere lunghe, ma la certezza di vendere anche volumi difficili da piazzare ripaga lo sforzo.

Tempismo: il vero alleato

Nel mercato dell’usato, muoversi per tempo è tutto. I genitori e gli studenti più organizzati acquistano già in estate, appena usciti gli elenchi ufficiali, per evitare esaurimenti a settembre. Chi arriva tardi trova meno acquirenti e prezzi più bassi. 

Per questo conviene informarsi subito sui testi adottati dalla classe che vi seguirà: sapere quali manuali resteranno in adozione permette di presentarsi pronti già a luglio, quando la domanda è più alta. Il risultato? Meno libri invenduti e più soldi a disposizione per affrontare l’anno nuovo. E, soprattutto, niente file chilometriche fuori dalle librerie.

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