cichinella
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Concetti Chiave

  • Il mulino idraulico sfrutta gli stessi principi delle macchine a ruote, convertendo l'energia idraulica in forza meccanica.
  • Vitruvio descrive il mulino come un'invenzione che richiede l'aggiunta di un tamburo dentato all'asse della ruota per muovere la macina.
  • Questa tecnologia rappresenta un significativo progresso rispetto ai metodi di macinazione manuali e a quelli con forza animale.
  • Il mulino ad acqua, probabilmente di origine greco-ellenistica, si diffonde ampiamente nel mondo romano dal I secolo a.C. al VII d.C.
  • Resti archeologici di mulini idraulici sono stati trovati in diverse località, evidenziando la loro importanza nell'antichità.
Le macchine idrauliche e il mulino
(Vitruvio,De architectura X4,3-4;5,1-2)
Analisi del testo

Vitruvio presenta il mulino come un’invenzione che sfrutta gli stessi principi delle macchine a ruote per il sollevamento dell’acqua.Dopo aver parlato della ruota a cassetti,detta anche ‘noria’,egli osserva che,per ottenere il mulino,basta aggiungere all’asse della ruota un tamburo dentato,che a sua volta ingrani con un tamburo orizzontale a cui è fissata la macina.In realtà,si trattava anche di convertire il movimento della ruota da attivo in passivo:la ruota,cioè,non è fatta girare dall’uomo per attingere acqua,ma(previamente dotata di pale)è mossa dalla corrente dell’acqua e ne sfrutta l’energia per muovere la macina.
La sommaria descrizione di Vitruvio non sembra attribuire grande importanza a quella che fu l’unica macchina effettivamente usata nell’antichità.Essa si fondava sull’importante principio della ruota idraulica automotrice,capace di convertire l’energia idraulica in lavoro meccanico,come fa l’odierna turbina.Si trattava,peraltro,dell’unica macchina che sfruttasse una fonte di energia diversa da quella umana:in precedenza,infatti,si macinava il grano facendolo passare tra due pietre molari sovrapposte e fatte ruotare a braccia.Un deciso progresso fu rappresentato del cosiddetto ‘torchio di Catone’,una macina per olive o grano che,su una base fissa di mortaio,faceva compiere un completo movimento rotatorio a due semisfere,sostituendo la forza muscolare umana con quella di animali.Solo a partire dal I secolo a.C.,infine,fu applicata al mulino la forza motrice dell’acqua,ottenuta tramite una ruota messa in movimento dall’acqua,deviata in cascata sulle pale,o semplicemente dalla spinta dell’acqua corrente.
Inventato probabilmente nel mondo greco-ellenistico,il mulino ad acqua trovò largo impiego nel mondo romano,tanto che dal I secolo a.C. al VII d.C. ne sono note un’ottantita di attestazioni e ne sono stati ritrovati resti archeologici in almeno quaranta località,da Roma alla Gran Bretagna alla Provenza:a Barbegal,presso Arles,è stato scoperto un importante impianto molitorio,che poteva macinare farina per 80000 persone.

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