Concetti Chiave
- Dopo la morte di Cesare, Cicerone spera in un ritorno all'indipendenza del senato, ma è contrastato da Antonio e Ottaviano.
- Cicerone si schiera con Ottaviano credendo che voglia ristabilire l'equilibrio con il senato, ma scrive contro Antonio le Filippiche.
- Le 14 orazioni contro Antonio, chiamate Filippiche, mirano a dimostrare la sua pericolosità, ma portano alla condanna di Cicerone.
- Cicerone viene ucciso nel 43 a.C. su ordine del secondo triumvirato, con le sue mani esposte nel foro come simbolo delle Filippiche.
- I progetti di Cicerone per un equilibrio politico, il concordia ordinum e il consensus omnium bonorum, falliscono per mancanza di supporto militare e clientelare.
Le Filippiche
Subito dopo la morte di Cesare, Cicerone vede un evento positivo, perché si illude che il senato possa riacquistare la tanto agognata indipendenza, ma ciò non avviene perché il tutto è ostacolato dall'intervento di Antonio (il nipote di Cesare) e di Ottaviano (il luogotenente di Cesare).
Marco Tullio Cicerone sta dalla parte di quest’ultimo, perché gli sembra che vuole ristabilire un equilibrio con il senato. Scrive contro Antonio 14 orazioni, nominate le Filippiche, titolo assegnato dall’autore in modo scherzoso, di tipo deliberativo, per convincere della pericolosità di Antonio. Ma ciò gli torna contro, perché nel secondo triumvirato Antonio lo segna nella lista di prescrizione, Ottaviano non lo difende perché non ne trae alcun beneficio, quindi è ucciso nel 43 a Formia, le sue mani sono tagliate e poste nel foro romano, perché avevano generato le Filippiche.
Il concordia ordinum e il consensus omnium bonorum corrispondono all’idea di equilibrio che Cicerone ha sempre cercato. Questi due progetti non furono realizzati perché era privo di un sostegno politico e militare, non disponeva di un esercito personale e gli mancava la clientela, ovvero dei cittadini liberi che svolgevano varie faccende, che servivano anche per il consenso politico, ma per averli si doveva essere molto ricchi.