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Concetti Chiave

  • Cicerone, attraverso il filosofo Lucilio Balbo, difende la posizione stoica che identifica la divinità con la natura, vista come un fuoco speciale che nutre e costruisce.
  • Gli stoici ritornano a Eraclito, considerando il fuoco come principio di ogni cosa, ma lo interpretano come un dio artigiano che opera all'interno del mondo.
  • La natura è intesa dagli stoici come un principio artistico e razionale, che organizza il cosmo in modo provvidenziale e intenzionale.
  • Il dio stoico è descritto come «provvidenza», un artigiano razionale che agisce nel mondo, conducendo ogni cosa secondo un disegno divino.
  • Il mondo stoico è deterministico, regolato da un progetto divino, senza spazio per libertà e caso, in netto contrasto con la visione epicurea.

Indice

  1. Cicerone - Dio e Natura
  2. Altri aspetti

Cicerone - Dio e Natura

Secondo il tipico modo di argomentare dei suoi dialoghi, Cicerone fa difendere la posizione stoica sulla divinità da un interlocutore, che in questo caso è il filosofo Lucilio Balbo. Gli stoici, e di conseguenza lo stoicismo, erano a favore dell’essere indipendenti dalle cose terrene: le passioni ma anche allo stesso tempo le virtù. Per gli stoici bisognava sostenere questa corrente filosofica, ma anche idea di vita, per avere la sicurezza di raggiungere come obiettivo una certa salute mentale ed anche intellettuale allo stesso tempo. Egli cita la definizione della natura fornita da Zenone di Cizio: la divinità è identificata con la natura, a sua volta identificata con un tipo di fuoco. Così come Epicuro era tornato a Democrito, gli stoici ritengono di tornare a Eraclito, che aveva concepito il fuoco come principio di ogni cosa. Tuttavia, Zenone spiega che la natura divina è un tipo particolare di fuoco. Esso non.consuma (come il fuoco che vediamo nella nostra esperienza), ma nutre e costruisce.
Inoltre, procede con metodo nella sua opera. È un vero e proprio dio artigiano, corporeo e interno al mondo. Fin da questa lapidaria definizione, è evidente l'enorme differenza tra la posizione stoica e quella epicurea.
Così come accadeva per Epicuro, gli stoici concepiscono il loro principio prendendo come punto di partenza cio che è manifesto alla nostra esperienza. Gli stoici partono dai prodotti dell'arte, generati secondo un metodo, un disegno razionale. Questo dovrà valere a molto maggior ragione per il fuoco divino, che è artefice dell'ordine cosmico ed è chiamato «maestro di tutte le altre arti».

Altri aspetti

Il punto esposto nel passaggio precedente è ulteriormente sviluppato. Per Zenone, la natura di ogni cosa è artistica.
Essa, cioè, produce in base a un disegno razionale. Ciò, però, vale ancor più per la natura del cosmo. Essa contiene tutto al suo interno: è, come si è notato, un principio interno a ogni cosa. Si tratta, insomma, di un dio provvidente che fornisce il mondo di tutto ciò che è utile e opportuno.
L'analogia è spiegata meglio. La natura del tutto procede esattamente come le nature individuali: ciascuna di esse si sviluppa in base a "semi", ossia a principi razionali che ne organizzano l'azione. Parimenti, la natura del mondo dispiega i suoi movimenti e le sue azioni in modo volontario.
In questo è simile a noi, che siamo mossi dall'anima e dai sensi. È dunque un principio che agisce in modo intenzionale.
Nella conclusione del passo compare il termine più importante: il dio stoico è «provvidenza» (prónoia). È un artigiano razionale che agisce dentro il mondo, lo costruisce e lo fornisce di ogni bellezza e ornamento. Mentre tutto, nel mondo di Epicuro, conduce a escludere l'intervento degli dei, tutto, nel mondo di Zenone, conduce ad affermarlo. Il mondo stoico è dunque internamente deterministico: tutto è regolato dal disegno divino e non sembra esserci margine alcuno per la libertà e il caso.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la posizione degli stoici riguardo alla divinità secondo Cicerone?
  2. Gli stoici, rappresentati da Lucilio Balbo nei dialoghi di Cicerone, identificano la divinità con la natura, concepita come un tipo di fuoco che nutre e costruisce, in contrasto con il fuoco distruttivo della nostra esperienza quotidiana.

  3. Come Zenone di Cizio definisce la natura e la divinità?
  4. Zenone definisce la natura come artistica, che produce secondo un disegno razionale, e la divinità come un fuoco particolare che è un dio artigiano, corporeo e interno al mondo.

  5. In che modo la natura del cosmo è simile alle nature individuali secondo Zenone?
  6. La natura del cosmo, come le nature individuali, si sviluppa in base a principi razionali o "semi" che organizzano l'azione, agendo in modo volontario e intenzionale.

  7. Qual è la differenza tra il mondo stoico e quello epicureo riguardo all'intervento divino?
  8. Nel mondo stoico, tutto è regolato dal disegno divino e la divinità è un artigiano razionale che agisce nel mondo, mentre nel mondo epicureo si esclude l'intervento degli dei.

Domande e risposte

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