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Tacito, Publio Cornelio - Vita e opere (5) Pag. 1
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Sintesi

Tacito



Introduzione:
Vedi dinastia Giulio-Claudia etc. (anno dei 4 imperatori “annus longus”)
Vespasiano
Dinastia Flavia (69-96) Tito
Domiziano
Alla morte di Domiziano sale al trono COCCEIO NERVA (96-98) “pater patrie” .
Nel 98 prende il potere Traiano (introduzione della successione per adozione) che compì riforme che non urtassero senatori e milites.
Nerva e Traiano: età in cui torna la libertà espressiva che in realtà risultò una mera illusione in quanto non era una libertà conquistata. Questa consapevolezza portò Tacito a cambiare opinione.

Epistolografia: Plinio il Giovane
Si affermano 3 generi Satira: Giovenale
Storiografia*: Tacito

Tacitò operò in due direzioni:
1. tentò di recuperare il “mos maiorum”;
2. analizzò la necessità dell’impero come necessità storica (Tacito non è un passatista).

Vita

Di Cornelio Tacito si ignorano sia la data di nascita che la patria. Le uniche notizie che abbiamo provengono da una lettera di Plinio il Giovane da cui sembra legittimo affermare che Tacito provenisse probabilmente dalla Gallia Narbonense o da Terni o da Roma. È, inoltre, ragionevole collocare la sua nascita attorno al 55 d.C.
Di famiglia facoltosa, Tacito concluse gli studi a Roma, dove frequentò la scuola di retorica di Quintiliano.
Negli anni successivi, grazie ad Agricola che nel 78 divenne suo suocero, intraprese il cursus honorum.
Lasciò successivamente Roma per recarsi in una regione nord-occidentale dell’impero. Tornò a Roma solo nel 93. Nel 97, sotto Nerva, entrò nel consolato al posto di Virginio Rufo.
Nel primo decennio del 100 fu proconsole in Asia.
Morì nei primi anni del principato di Adriano.

Stile

 Multiforme anche all’interno di un’opera stessa;
 Opere storiografiche, classico stile tacitiano;
 Modello è Sallustio: predilezione termini rari, coloritura arcaica e poetica;
 Evita tecnicismi, termini bassi e comuni;
 “Brevitas” o “Concinnitas”.

*Metodo storiografico:
 attenzione rivolta alle fonti, volontà di aderire ad una verità storica (presenta tutte le ipotesi del caso);
 centralità dell’uomo, gli dei non sono responsabili quanto il singolo cittadino;
 largo spazio alla psicologia dei personaggi (analizza le sfaccettature);
 moralismo, giudica il fatto storico in base ad un sistema di valori (mos maiorum)

Opere

Agricola

L’attività di scrittore di Tacito cominciò dopo la fine del principato di Domiziano. Nel 98, qualche anno dopo la morte di Agricola, pubblicò una biografia del suocero: “De vita et moribus Iulii Agricolae”.
L’opera aveva un obiettivo apologetico (= discorso in difesa di qualcosa o qualcuno) che andava ben oltre il mero intento encomiastico. È infatti una notevole analisi storica sui meccanismi della politica, sulla psicologia del potere assoluto, sul contrasto tra monarchia e libertà; contiene inoltre un interessante excursus etnografico sui Britanni e una parentesi sui discorsi tra uno dei loro capi e Agricola. Esaltare Agricola in una biografia era prima di tutto una manifestazione di fiducia del clima politico, raccontare la sua vita significava, perciò, toccare anche un punto cruciale dell’età imperiale.

Germania

Sempre del 98. Il titolo completo era “De origine et situ Germanorum”.
Da un nucleo originario, limitato forse ai primi 5 capitoli, l’opera si sarebbe accresciuta, fino a diventare un libro autonomo. Prese spunto da diverse fonti tra cui Cesare e Sallustio, viene ripresa la tematica dei Germani nel VI libro del De bello gallico e nel III delle Historiae. Altre fonti importanti furono certamente le opere perdute di Plinio il Vecchio, Bella Germaniae, e di Aufidio Basso, Bellum Germanicum. L’opera di Tacito è comunque troppo vasta e precisa per essere riconducibile ad un semplice assemblaggio di fonti: contiene informazioni raccolte di prima mano.
Il contenuto dell’opera è diviso fondamentalmente in due parti: la prima tratta caratteristiche generali del popolo; la seconda tratta invece dei singoli popoli germanici, fornendo un elenco dettagliato di tutte le tribù.
Tacito si avvale dei modelli di pensiero della tradizione etnografica greco-latina, primo fra tutti è il determinismo geografico. Nei confronti dei barbari c’è, in Tacito, più ammirazione che disprezzo.

Dialogus de oratoribus

Trattato sulla decadenza dell’eloquenza.


Di Tacito abbiamo due opere storiografiche: Historiae e Annales.


Historiae

Opera incompiuta. Con le Historiae, composte entro il 110 Tacito dice di voler celebrare il principato di Nerva e l’impero di Traiano ma narra il periodo dal 69 al 96, l’anno di Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano.
Si ritiene oggi che le Historiae fossero in 14 libri; tuttavia, a noi ne restano solo i primi 4 e alcuni capitoli del quinto libro, concernenti gli anni 69-70.
I Libro: si apre con la ribellione delle legioni romane stanziate sul Reno. Galba adotta Pisone Liciniano come suo successore ma non ebbe il consenso dell’esercito che riconobbe invece come nuovo imperatore, Otone.

Annales

Costituiscono un passo indietro rispetto alle opere precedenti: viene infatti celebrata l’età Giulio-Claudia (età in cui la decadenza dei costumi mette radici).
Il titolo originario dell’opera era: Ab excessu divi Augusti (“dalla morte del divo Augusto”).
Augusto, di solito celebrato, viene rappresentato da Tacito in tutte le sue sfaccettature. Vengono sottolineati gli aspetti negativi del suo operato:
 Politica delle donazioni, usate per altri scopi;
 Accentramento del potere, l’imperatore svolge ruoli del Senato;
 Eliminazione del dissenso;
 Servilismo del Senato.
L’opera doveva in origine raggiungere i 18 libri ma sono giunti sino a noi solo i libri tra l’I-VI e quelli tra il XI-XVI. L’opera per noi si conclude con Nerone (viene lasciato largo spazio all’incendio su Roma del 54).

Trama (Cose essenziali da sapere dei libri):
Nel I libro/introduzione viene fatto un rapido excursus dall’età regia all’età augustea.
Nell’opera assumono un ruolo importante anche le donne, si veda Messalina nel XI libro e Agrippina nel XII.
Nel XV libro viene ripresa la congiura dei Pisoni in cui morirono Seneca, Lucano e Petronio.
Estratto del documento

CORNELIO TACITO

Introduzione:

Vedi dinastia Giulio-Claudia etc. (anna dei 4 imperatori “annus longus”)

Vespasiano

Dinastia Flavia (69-96) Tito

Domiziano

Alla morte di Domiziano sale al trono COCCEIO NERVA (96-98) “pater patrie” .

Nel 98 prende il potere Traiano (introduzione della successione per adozione) che compì riforme

che non urtassero senatori e milites.

Nerva e Traiano: età in cui torna la libertà espressiva che in realtà risultò una mera illusione in

quanto non era una libertà conquistata. Questa consapevolezza portò Tacito a cambiare opinione.

Epistolografia: Plinio il Giovane

Si affermano 3 generi Satira: Giovenale

Storiografia*: Tacito

Tacitò operò in due direzioni:

1. tentò di recuperare il “mos maiorum”;

2. analizzò la necessità dell’impero come necessità storica (Tacito non è un passatista).

VITA

Di Cornelio Tacito s’ignorano sia la data di nascita che la patria. Le uniche notizie che abbiamo

provengono da una lettera di Plinio il Giovane da cui sembra legittimo affermare che Tacito

provenisse probabilmente della Gallia Nerbonense o da Terni o da Roma. È inoltre ragionevole

collocare la sua nascita attorno al 55d.C.

Di famiglia facoltosa, Tacito concluse gli studi a Roma, dove frequentò la scuola di retorica di

Quintiliano.

Negli anni successivi, grazie ad Agricola che nel 78 divenne suo suocero, seguì il cursus honorum.

Lasciò successivamente Roma per recarsi in una regione nord-occidentale dell’impero. Tornò a

Roma solo nel 93. nel 97, sotto Nerva, entrò nel consolato al posto di Virginio Rufo.

Nel primo decennio del 100 fu proconsole in Asia.

Morì nei primi anni del principato di Adriano.

STILE

Multiforme anche all’interno di un’opera stessa;

 Opere storiografiche, classico stile Tacitiano;

 Modello è Sallustio: predilezione termini rari, coloritura arcaica e poetica;

 Evita tecnicismi, termini bassi e comuni;

 “Brevitas” o “Concinnitas”.

*METODO STORIOGRAFICO:

attenzione rivolta alle fonti, volontà di aderire ad una verità storica (presenta tutte le ipotesi del caso);

 centralità dell’uomo, gli dèi non sono responsabili quanto il singolo cittadino;

 largo spazio alla psicologia dei personaggi (analizza le sfaccettature);

 moralismo, giudica il fatto storico in base ad un sistema di valori (mos maiorum)

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