Concetti Chiave
- Tacito, storico di grande importanza, è noto per le sue opere Annales e Historiae, che trattano delle dinastie imperiali precedenti alla sua epoca.
- In Agricola, Tacito presenta una visione critica dell'imperialismo romano attraverso il discorso di Calgaco, pur accettando l'imperialismo come necessario.
- Tacito, nel Dialogus de oratoribus, attribuisce la crisi dell'oratoria alla perdita della libertas sotto il principato, associando la decadenza dell'eloquenza al potere imperiale.
- Nonostante le critiche al potere imperiale, Tacito giustifica la sua collaborazione con esso, utilizzando Agricola come modello di comportamento equilibrato sotto un regime dispotico.
- Oltre a Agricola, Tacito scrisse Germania, un trattato etnografico che confronta i costumi dei Germani con la corruzione dei Romani, esprimendo un profondo pessimismo verso l'espansionismo romano.
Indice
Tacito
È un grandissimo storico, autore degli Annales e delle Historiae in cui parla delle dinastie imperiali che hanno preceduto la sua epoca.Ubi solitudinem faciunt, pacem appellant è la celebre definizione dell’imperialismo romano che è poi diventata una sorta di slogan. Questa citazione si trova nell’Agricola, un’opera monografica di Tacito: è contenuta nel discorso di Calgaco, capo dei Caledoni, ai suoi commilitoni (in Britannia, il quale per rafforzare lo spirito combattivo dei suoi soldati, parla dei Romani in questi termini (non sembra essere l’opinione di Tacito, ma egli si immedesima nella prospettiva dei nemici: dà la voce ai vinti). L’immagine negativa dei conquistatori romani, l’immagine negativa dell’imperialismo romano che viene fornito in questo discorso non sembra essere condivisa da Tacito, che ritiene lecito l’imperialismo romano e anzi accetta obtorto collo il potere imperiale anche perché ritiene che sia necessario per poter espandere Roma o comunque mantenere l’impero.
Oltre a Calgaco c’è anche la regina Boudicca, regina di una tribù piuttosto feroce e determinata, che guida una rivolta antiromana in Britannia.
Il problema dell’oratoria e la libertas
L’opinione che Tacito esprime è significativa del suo approccio nei confronti dell’impero, un male necessario per Quintiliano. Quintiliano trascura il problema politico, quello che invece è ben chiaro a Tacito che nel suo Dialogus de oratoribus individua come causa della decadenza dell’oratoria il venir meno della libertas, della libertà che era la base del dibattito politico; Tacito, che è molto critico nei confronti del potere imperiale, riconduce questo problema alla presenza di un potere politico assoluto. In Tacito c’è la consapevolezza della libertà: il fatto che ci sia un imperatore riduce la libertas e soprattutto la possibilità d’azione della classe senatoria.Nel Dialogus de oratoribus Tacito espone la propria teoria riguardo alla crisi dell'eloquenza. Le tesi che vengono esposte in questo trattato sono in parte riconducibili a Quintiliano: Messalla, uno dei protagonisti, riconduce la crisi dell’eloquenza all’immoralità dei costumi, alla crisi dell’educazione sia familiare sia scolastica, che era la tesi di Quintiliano; mentre Materno, l’interprete di Tacito, riconduce questo problema alla natura del principato, cioè al fatto che sotto al governo di un solo princeps, anche quando questo princeps è moderato, collaborativo, è venuta meno la libertà: stabilisce un nesso tra forma istituzionale dell’impero e la crisi, il venir meno della libertà di espressione (problema della valutazione da parte di Tacito del principato, lo ritiene un male necessario: essendo esponente della classe sanatoria rimpiange entro certi limiti la libertas repubblicana ma non può fare a meno di rassegnarsi al fatto che nelle circostanze storiche in cui vive il Principato è il minore dei mali sempre che l'imperatore non sia un tiranno; dal momento che e venuta meno la libertà il dibattito politico non ha ragione di essere e quindi l'oratorio è decaduta per questo).
Tacito è anche l’autore della descrizione del suicidio di Petronio e Seneca per ordine di Nerone.
Il rapporto con gli imperatori e intento giustificatorio si trovano nell’Agricola.
Ha una carriera politica molto brillante, sotto vari imperatori tra cui Domiziano, che aveva una pessima fama, era un tiranno dispotico che subisce addirittura la damnatio memoriae.
Nell’ Agricola c’è un intento giustificatorio da parte di Tacito, nel senso che vuole in qualche modo rintuzzare le critiche di coloro che gli rimproverano di aver sempre collaborato con il potere anche quando questo era incarnato da tiranni come Domiziano.
Tacito nelle sue opere esprime il punto di vista dell’élite senatoria che avverte la crisi dello Stato, ma a differenza di Livio o Sallustio, non ha più fiducia nella missione civilizzatrice dell’espansionismo romano ed è animato da un profondo pessimismo.
Tacito rimpiange il periodo repubblicano, ma è ormai consapevole che non si può più tornare indietro, perché il principato è una realtà storica necessaria.
Vita di Tacito
Nasce forse nel 55 d.C., quando è imperatore Nerone e muore intorno al 120: su questo autore non si hanno dati certi, si fanno supposizioni sulla base di indicazioni che si trovano o in autori contemporanei come Plinio il Giovane, il quale diceva di essere quasi pari di età e posizione sociale rispetto a Tacito, oppure dalle sue opere, oltre che dalle lettere che si scambiava con Plinio il Giovane che era suo amico; non si sa nemmeno da quale regione dell’impero egli fosse originario. Era di famiglia facoltosa ed esponente di quegli aristocratici che consideravano con una certa disapprovazione e sospetto il governo imperiale. Fu allievo di Quintiliano e sposò la figlia di Giulio Agricola (l’opera Agricola è un trattato scritto per celebrare il suocero, che era un importante generale e conquistatore e governatore della Britannia). Iniziò la sua carriera politica sotto Vespasiano, sotto Tito e anche sotto la tirannide di Domiziano (aspetto che forse qualcuno gli rimprovera). Ricoprì cariche importanti, entrò nel collegio sacerdotale dei Quindecemviri sacris faciundis, diventò legato anche in una provincia imperiale e cominciò la propria attività letteraria dopo la morte di Domiziano, sotto il principato di Nerva e Traiano (imperatori moderati e positivi).La sua carriera politica continuò, ricoprì anche la carica di consul suffectus e insieme a Plinio il Giovane sostenne anche l’accusa contro un proconsole d’Africa corrotto e poi ricoprì anche il proconsolato nella provincia d’Asia (si intrecciano gli incarichi di tipo politico-amministrativo con l’attività letteraria); morì intorno al 120 d.C. sotto Adriano.
Opere di Tacito
Oltre a scrivere l’Agricola, la biografia elogiativa del suocero, scrive anche la Germania (trattato molto famoso e usato male dai nazisti), un trattato etnografico, che illustra usi e costumi dei Germani, che sono barbari ma anche molto più moralmente corretti dei Romani: la descrizione di questo popolo barbarico feroce e molto valoroso serve a Tacito anche per creare una contrapposizione, per biasimare i costumi corrotti dei Romani (collegamento con Pascoli: la grande proletaria si è mossa che celebra un’impresa coloniale dell’Italia; tema dell’imperialismo, l’imperialismo come trasposizione sul piano nazionale dell’idealità del nido in Pascoli). Le altre opere di Tacito sono opere storiografiche di impostazione annalistica, che raccontano gli eventi e le dinastie imperiali che si succedono dal 69 al 96 dalla morte di Nerone a quella di Domiziano, le Historiae e l’altra opera è invece dedicata alla dinastia Giulio-Claudia, gli Annales, dalla morte di Augusto fino all’avvento di Nerone, riallacciandosi così alle Historiae.Tacito nelle sue opere esprime il punto di vista dell’élite senatoria che avverte la crisi dello Stato, ma a differenza di Livio o Sallustio, non ha più fiducia nella missione civilizzatrice dell’espansionismo romano ed è animato da un profondo pessimismo.
Tacito rimpiange il periodo repubblicano, ma è ormai consapevole che non si può più tornare indietro, perché il principato è una realtà storica necessaria.
L'Agricola
L'Agricola, il cui titolo esteso è De vita et moribus Iulii Agricolae, oltre ad essere una biografia elogiativa, encomiastica del suocero è anche un excursus di tipo etnografico, perché parla anche dei Britanni, dei popoli che vivono nel territorio che il generale conquista. Ha anche una componente di tipo politico: è una dichiarazione di ostilità soprattutto nei confronti di Domiziano e anche contro tutti quegli imperatori che usano il loro potere in modo dispotico e che lo usano per soffocare quella libertas del ceto senatorio (collegamento a Quintiliano) che a Tacito sta tanto a cuore.
La figura di Agricola
Agricola che fu un glorioso generale, proprio per i suoi successi si attira l’ostilità dell’invidioso Domiziano e a causa di questo si deve poi ritirare a vita privata e molto probabilmente la sua morte è dovuta ad avvelenamento. La figura di Agricola viene rappresentata non come un oppositore a un regime dispotico, ma come un collaboratore: Agricola infatti collaborò con vari imperatori da Nerone a Domiziano. L’intento di Tacito è quello di presentare questa figura sotto una luce positiva e quindi di togliere ad Agricola quel discredito che sarebbe potuto cadere su di lui considerando che collaborò con un governo dispotico; quindi Tacito lo rappresenta come un uomo valoroso, come un vir bonus, un uomo onesto, moderato ma che si trovò comunque ad operare con un governo ingiusto.Agricola vuole essere un modello di un comportamento che secondo Tacito è preferibile rispetto ad un’opposizione o a un eroismo che può portare al suicidio, ma che è piuttosto sterile; invece Agricola è riuscito a compiere grandi imprese pur dovendo fare i conti con un pazzo come Domiziano; c’è l’intento da parte di Tacito di difendere se stesso dalle accuse di aver continuato a collaborare con il potere, quando questo era detenuto da un personaggio come Domiziano; c’è la componente di implicita giustificazione e Agricola è un modello di medietas, un esempio di come si possa essere grandi uomini anche sotto un cattivo principe; come ci si deve comportare in modo equilibrato
Lo scopo di questo trattato, di genere non ben definibile perché ci sono varie componenti, è quello di fornire il ritratto ideale di un politico e anche di un generale che si riesce a destreggiarsi: non assume nei confronti del potere degli atteggiamenti di tipo servile, ma neppure porta la sua opposizione fino al punto di scontrarsi o comunque di dover poi suicidarsi (come successe a vari personaggi): la personalità di Agricola è presentata come modello di compromesso, anche se la sua fine dimostra come la cautela e la prudenza non siano sufficienti quando il potere è detenuto da un tiranno com’era Domiziano; quindi ‘anche sotto cattivi imperatori possono esservi uomini grandi. Per questo motivo si ritiene che l’Agricola serva a giustificare il comportamento stesso di Tacito, il quale aveva continuato ad esercitare le sue funzioni anche nell’epoca della tirannia di Domiziano.
I modelli a cui si ispira Tacito sono:
- Sallustio, per quanto riguarda la narrazione delle vicende militari e in parte anche per quanto riguarda la storiografia moralistica;
- Livio per l’inserimento di discorsi contrapposti di generali;
- Cicerone per l’impostazione dei capitoli, sintatticamente complessi e caratterizzati da simmetria.
Nella prefazione Tacito esprime la sua condanna verso il regime di Domiziano ed espone il suo programma storiografico.
Domande da interrogazione
- Qual è l'opinione di Tacito sull'imperialismo romano?
- Come Tacito descrive la crisi dell'oratoria nel suo Dialogus de Oratoribus?
- Qual è l'intento di Tacito nell'opera Agricola?
- Quali sono le principali opere di Tacito e cosa trattano?
- Come viene rappresentata la figura di Agricola nell'opera di Tacito?
Tacito sembra accettare l'imperialismo romano come un male necessario, pur riconoscendo la perdita della libertas e criticando il potere assoluto dell'imperatore.
Tacito attribuisce la crisi dell'oratoria alla perdita della libertas sotto il principato, collegando la decadenza dell'eloquenza alla natura del potere imperiale.
Nell'Agricola, Tacito cerca di giustificare la sua collaborazione con il potere imperiale, presentando Agricola come un modello di medietas e un uomo valoroso anche sotto un regime dispotico.
Le principali opere di Tacito includono gli Annales, le Historiae, l'Agricola e la Germania, che trattano delle dinastie imperiali, delle conquiste romane e delle usanze dei popoli germanici.
Agricola è rappresentato come un generale valoroso e un uomo onesto, che riesce a compiere grandi imprese nonostante operi sotto un governo dispotico, servendo come esempio di equilibrio e compromesso.