Concetti Chiave
- L'autenticità del "Dialogus de oratoribus" è stata dibattuta a causa delle differenze stilistiche rispetto alle opere successive di Tacito, suggerendo un possibile legame con la scuola di Quintiliano.
- Il contenuto riguarda un dialogo tra quattro personaggi che discute la decadenza dell'oratoria nel periodo tra il 75 e il 77 d.C., osservato da un giovane Tacito.
- I temi includono il deterioramento dell'educazione e la perdita di libertà, considerati cause della decadenza oratoria; Materno accetta la perdita di libertà come costo della pace imperiale.
- Lo stile dell'opera è classicheggiante e neo-ciceroniano, riflettendo un'adesione ai modelli retorici di Cicerone o il periodo giovanile di Tacito.
Dialogus de oratoribus
Datazione e autenticità
L’autenticità di quest’opera venne a lungo discussa e messa in dubbio soprattutto a causa della grande differenza stilistica rispetto alle opere successive, tuttavia tale differenza si deve probabilmente al modello richiesto dal genere o a un legame più stretto con la scuola di Quintiliano, suggerendo così che potrebbe trattarsi di un’opera giovanile
Contenuto
Esso tratta di un dialogo avvenuto fra il 75 e il 77 d.C.
a cui Tacito aveva assistito da giovane; i quattro protagonisti di questo dialogo sono Materno, Apro, Messalla e Giulio Secondo e nasce a partire dal rimprovero fatto da Apro a Materno, in cui lo accusava di trascurare l’eloquenza a favore della poesia drammatica, diventando poi una discussione sulla decadenza dell’oratoria e la sua origine.
Temi
Il tema trattato è appunto quello della decadenza dell’oratoria: da una parte Messalla accusa il deterioramento e la decadenza dell’educazione, non solo familiare ma anche scolastica a causa di maestri impreparati e che insegnano solamente un’eloquenza vacua, mentre Materno (portavoce di Tacito) individua tale origine nella fine della libertà, evento che va comunque accettato senza troppe lamentale in quanto prezzo indispensabile per il periodo di tranquillità e pace portato dall’impero, di cui lui ribadisce quindi la necessità.
Stile
Quest’opera presenta, differentemente dalle successive, uno stile classicheggiante e neo-ciceroniano dovuto o al fatto che, essendo un’opera di retorica, egli si attenne al modello canonico di Cicerone o al fatto che appartenga al periodo giovanile di Tacito quando era ancora legato alla scuola di Quintiliano.