Concetti Chiave
- Il Dialogus de oratoribus di Tacito affronta la decadenza dell'arte oratoria nel contesto storico dell'autore.
- L'opera si distingue per uno stile originale ed è ambientata nel 75, con personaggi come Marco Apro e Giulio Secondo.
- Il dibattito tra oratoria e poesia tragica si svolge tra Apro, Materno e successivamente Messalla.
- Apro vede la trasformazione dell'oratoria come un adattamento all'epoca, mentre Messalla ne sottolinea la decadenza.
- Materno attribuisce il declino della retorica alla mancanza di competizione politica e all'educazione inadeguata dei giovani.
Tacito, Publio Cornelio - Dialogus de oratoribus (contenuti)
Il Dialogus de oratoribus imposta il tema della decadenza dell'arte oratoria, tipica dell'epoca in cui Tacito vive. Questo trattato si differenzia dalle altre precedenti opere grazie all'impiego uno stile differente e originale.
L'opera è ambientata nel 75. Marco Apro e Giulio Secondo, noti avvocati dell'epoca di Tacito, fanno visita a Curiazio Materno, che ha abbandonato l'arte oratoria e si è dedicato alla poesia tragica. Qui avviene un confronto tra arte oratoria e poesia.
Apro sostiene che le procedure giudiziarie non siano soggetti a decadenza, ma a trasformazione, e che questo fenomeno aderisca alla sua epoca.
Messalla si aggiunge successivamente alla discussione tra i due personaggi, e sostiene che l'arte oratoria contemporanea sia in decadenza, e passa in rassegna le cause principali di questo fenomeno. Le cause di questo declino sono individuate nella negligenza dei giovani e la loro scarsa educazione.
Materno, per spiegare il fenomeno di decadenza dell'arte oratoria, la paragona ad una fiamma che deve essere continuamente alimentata. Nell'età repubblicana c'è una vivace competizione dal punto di vista politico, che alimenta l'arte oratoria. Questo non succede durante l'Impero, in cui il potere accentrato nelle mani di un solo individuo.