Concetti Chiave
- Seneca è un importante esponente della prosa filosofica romana e l'unico poeta tragico latino le cui opere sono pervenute fino a noi.
- Nato a Cordoba in una famiglia di rango equestre, ricevette un'istruzione retorica e filosofica a Roma, seguendo maestri come Papiro Fabiano, Attalo e Sozione.
- Nonostante il suo talento oratorio, ebbe relazioni turbolente con gli imperatori, culminate con l'esilio in Corsica per ordine di Claudio.
- Divenne precettore e consigliere di Nerone, sperando in un imperatore esemplare, ma fu deluso dalle azioni del suo allievo.
- Si ritirò a vita contemplativa nel 62 d.C., ma fu accusato di complicità nella congiura pisoniana e si tolse la vita nel 65 d.C., ispirato dalle morti filosofiche di Socrate.
Lucio Anneo Seneca - Vita
Seneca è considerato uno degli esponenti più illustri della prosa filosfica romana; inoltre, è l'unico poeta tragico latino di cui ci sono pervenute le sue opere.
Era un personaggio complesso, in perenne conflitto con i detrattori antichi e moderni per le sue contraddizioni. Tuttavia, le sue tragedie esercitarono un influsso determinante sul teatro tragico e sul dramma elisabettiano.
Lucio Anneo Seneca nacque a Cordoba da una famiglia benestante di rango equestre.
La sua istruzione retorica e filosofica avvenne a Roma presso maestri chiamati:
- Papiro Fabiano (retore e filosofo)
- Attalo (stoico)
- Sozione (neopitagorico).
Portò avanti tutta la vita i loro insegnamenti.
Da ragazzo fece la scelta della vita contemplativa, ma, per non ferire suo padre, decise di abbandonare questo stile di vita e intraprese il "cursus honorum" e rivestì la questura.
Per quanto fosse un eccellente oratore, ebbe dei grandi problemi con gli imperatori: essi erano ostili nei suoi confronti (ad esempio Caligola voleva farlo uccidere soltanto perché era stato convinto da una donna che egli era gravemente malato e che sarebbe morto).
Ma il culmine delle ostilità si raggiunse con l'imperatore Claudio, quando nel 41 d.C lo mandò in esilio in Corsica poiché fu accusato di adulterio con Giulia Livilla.
Rimase in Corsica fino a quando nel 49 d.C, lo richiamò (per merito di Agrippina - nuova moglie - che lo volle come precettore del figlio Nerone).
Nel 54 d.C. quando Claudio morì e gli successe Nerone, ebbe praticamente il governo dell'impero tra le mani poiché era diventato consigliere di Nerone.
Seneca riponeva la sua fiducia in Nerone: infatti, si aspettava che fosse un imperatore pieno di valori ed esemplare, ma ben presto dovette ricredersi. Ad esempio, Nerone si macchiò di un delitto ai danni di sua madre (non si sa quale ruolo avesse Seneca in questo delitto ma rimase lo stesso al suo fianco dopo il matricidio).
Si ritirò a vita privata nel 62 d.C. e finalmente si dedicò alla vita contemplativa, ma nel 65 d.C fu accusato di essere tra i complici della congiura pisoniana e decise di togliersi la vita con coraggio, ispirandosi alle morti filosofiche di Socrate.
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'influsso delle tragedie di Seneca sul teatro?
- Quali furono le principali difficoltà politiche affrontate da Seneca?
- Come si concluse la vita di Seneca?
Le tragedie di Seneca hanno esercitato un influsso determinante sul teatro tragico e sul dramma elisabettiano.
Seneca ebbe problemi con gli imperatori, come Caligola e Claudio, che lo mandarono in esilio in Corsica nel 41 d.C. per un'accusa di adulterio.
Seneca si ritirò a vita privata nel 62 d.C., ma nel 65 d.C. fu accusato di complicità nella congiura pisoniana e decise di togliersi la vita, ispirandosi alle morti filosofiche di Socrate.