Concetti Chiave
- Il corpus di Seneca è composto da dieci tragedie complete, un caso unico nella letteratura latina, divise tra mitologiche e una praetexta.
- Le tragedie più celebri sono Medea, Fedra e Tieste, la cui cronologia è incerta ma probabilmente scritte durante l'epoca di Nerone.
- Si ipotizza che le tragedie fossero destinate alla lettura privata anziché alla rappresentazione teatrale, data la critica ai tiranni.
- Temi principali includono il contrasto tra ragione e furor, con un focus sulla malvagità e le conseguenze delle passioni.
- Lo stile di Seneca è caratterizzato da un linguaggio magniloquente e declamatorio, con un'enfasi sulla parola rispetto all'azione.
Le Tragedie
Di Seneca ci è pervenuto un corpus di dieci tragedie, unico caso in tutta la letteratura latina in cui nessuna è frammentaria ma sono tutte complete. Le tragedie si dividono in due grandi gruppi: tragedie mitologiche (le prime nove) e la praetexta ( unica tragedia di ambientazione romana), che però viene considerata dalla critica come un’opera non di Seneca, ma di un suo imitatore. Delle dieci tragedie le più riuscite sono sicuramente: Medea, Fedra e Tieste.
Queste tragedie hanno un’unica incertezza, ossia la cronologia. L'ipotesi più accreditata è quella secondo la quale questi testi siano stati scritti durante il periodo in cui Seneca era accanto a Nerone come suo istitutore, in modo tale da mettere sotto la lente dell'imperatore gli effetti di una politica di tipo dispotica. Altro problema ampiamente discusso è se le tragedie siano state scritte per essere portate in teatro o per essere lette in occasione di alcune feste organizzate in case private. La seconda è quella più accreditata perché le tragedie hanno alcune caratteristiche che vanno in conflitto con le consuetudini del teatro antico. Inoltre gli imperatori in queste tragedie erano dipinti come degli odiosi tiranni e quindi risulta improbabile che accettassero la rappresentazione ad un pubblico vasto. Punto focale di queste tragedie è l'impulso delle passioni e le conseguenze che ne derivano.Infatti da un lato troviamo la ragione, che viene dipinta attraverso i personaggi secondari, mentre dall'altra troviamo il furor, l'impulso irrazionale presentato come una manifestazione della pazzia. C’è quindi una lotta tra queste due sfere, ma maggiore risalto è data alla prima, al versante oscuro, alla malvagità e alla colpa . Altra caratteristica di queste tragedie è la visione pessimistica dell'autore, l'insistenza sugli elementi cupi della realtà, che però vengono usati in funzione di un obiettivo, ossia l'ammaestramento morale. Altra caratteristica è il prevalere della parola a discapito dell'azione; infatti a Seneca interessano più le tirate moralistiche che la trama ed inoltre le vicende mitologiche non sono scritte in funzione del meccanismo drammatico. Tutto questo confluisce in uno stile magniloquente e declamatorio, che però risulta quasi ripetitivo per il lettore. È evidente un gusto per le tinte forti e per un'ornamentazione sovraccarica che nelle tragedie più riuscite raggiunge culmini d'intensa emozione. Infine in tutti i drammi la capacità di Seneca di tradurre il pensiero in delle formule incisive, produce degli effetti molto efficaci.
Domande da interrogazione
- Qual è la caratteristica distintiva delle tragedie di Seneca rispetto ad altre opere della letteratura latina?
- Qual è l'ipotesi più accreditata riguardo alla cronologia delle tragedie di Seneca?
- Per quale motivo si ritiene che le tragedie di Seneca fossero destinate alla lettura piuttosto che alla rappresentazione teatrale?
Le tragedie di Seneca sono uniche nella letteratura latina perché sono tutte complete e non frammentarie, a differenza di altre opere.
L'ipotesi più accreditata è che le tragedie siano state scritte durante il periodo in cui Seneca era accanto a Nerone come suo istitutore, per evidenziare gli effetti di una politica dispotica.
Si ritiene che fossero destinate alla lettura perché presentano caratteristiche in conflitto con le consuetudini del teatro antico e dipingono gli imperatori come tiranni, rendendo improbabile una rappresentazione pubblica.