Concetti Chiave
- Seneca si descrive come un vecchio irascibile, pronto a criticare aspramente il fattore e a usare sarcasmo nei confronti di Felicione, sottolineando un'immagine sgradevole di sé.
- La durezza di Seneca potrebbe derivare dalla sua percezione della propria vecchiaia riflessa nel decadimento della sua residenza, provocando un profondo malumore.
- Seneca utilizza elementi della commedia, come ambientazioni vivaci e dialoghi brevi, per rappresentare una scena drammatica che coinvolge personaggi di condizione servile.
- Interpreta il ruolo del senex iratus, un personaggio tipico della commedia antica, mentre i suoi interlocutori reagiscono con rispetto e sorpresa ai suoi rimproveri.
- La riflessione di Seneca sulla vecchiaia evolve da una condanna prevista a un'accettazione gioiosa, vedendo la vita del vecchio come un'opportunità per apprezzare l'ultima volta di ogni esperienza.
Indice
Seneca e il tema della vecchiaia
Nel descrivere la propria visita al podere, Seneca ci restituisce di sé l'immagine di un vecchio facile all'ira, pronto a spadroneggiare sul fattore e a cogliere ogni pretesto per rimproverarlo. Il sarcasmo sul povero Felicione, le battute dure e crudeli nei suoi confronti (parla di lui in 3ª persona nominandolo iste, nonostante egli si sia rivolto a lui con affetto; lo chiama addirittura cadavere vivente) ci appaiono sgradevoli.
La durezza di Seneca
Anche il riferimento ai denti che cadono, che nell'epistola 83, 4 a proposito del piccolo Fario suonava come un'amabile impertinenza, qui risulta una grossolana presa in giro. A che cosa si deve tanta durezza? Come può essere spiegato un tono tanto aspro? Forse vedere la propria età riflessa nella decadenza generalizzata della propria residenza è una rivelazione così improvvisa e sgradevole da provocare a Seneca un malumore profondo e colmo di rancore.
Seneca e la commedia
Forse egli, che ben conosceva il teatro drammatico, ha voluto rappresentare una tipica scena da commedia, come sembrerebbero suggerire alcuni indizi. Ai moduli del teatro comico rinviano, infatti, l'ambientazione all'aperto, lo stile vivace e colloquiale, le frasi brevi e spezzate che riproducono il parlare quotidiano, gli "a parte" presentati come una sorta di ammiccamento all'amico Lucilio (Iratus illi proximam occasionem stomachandi arripio, Quod intra nos sit,), l'abbozzo di un monologo pronunciato ad alta voce (quid mihi futurum est,), la caratterizzazione dei personaggi.
Il Senex Iratus e i personaggi servili
Seneca assegna a sé la parte del senex iratus, frequente nella commedia antica, mentre i suoi due interlocutori, il fattore (vilicus) e il portinaio, sono di condizione servile. Davanti agli immeritati rimproveri del padrone il primo si difende con tono rispettoso, il secondo, invece, è sorpreso e addolorato dal mancato riconoscimento e si rivolge a Seneca con una confidenza non priva di deferenza. Le parole di Seneca, dunque, potrebbero essere volutamente pesanti e aggressive, come le battute di una commedia, per suscitare il riso del pubblico.
I due volti della vecchiaia
Nell'immaginario collettivo la vecchiaia è la più temuta tra le età della vita. Responsabile della debolezza e della disgregazione del corpo, viene in genere associata alla morte e dunque disprezzata e respinta. La prima parte del testo conferma questa opinione comune: la vecchiaia è sgretolamento (le pietre ridotte in polvere), rigidità e secchezza (i platani nodosi e secchi), anticipazione della morte (il figlio del fattore, un tempo bambino, è ora simile a un cadavere).
La riflessione di Seneca sulla vecchiaia
Questa prevedibile condanna della vecchiaia e deplorazione dei suoi effetti su ogni cosa inanimata o vivente viene però rovesciata in modo inatteso nella seconda parte del testo, quando si passa dalla narrazione alla riflessione: essa non deve essere temuta, e nemmeno sopportata, ma accolta con gioia e amata. Seneca afferma che la vecchiaia regala il piacere dell'ultima volta, la capacità di godere intensamente ciò che si sa sul punto di finire; la vita del vecchio è come una goccia che sta in extrema tegula: la voluttà è nel contemplare l'abisso sotto di sé, consapevoli che la caduta è inevitabile ma appagati dalla dolce ebbrezza dell'attesa.Domande da interrogazione
- Qual è l'immagine di Seneca che emerge dalla sua visita al podere?
- Perché Seneca mostra tanta durezza nel suo tono?
- In che modo Seneca utilizza elementi della commedia nel suo racconto?
- Come vengono caratterizzati i personaggi servili nel testo di Seneca?
- Qual è la riflessione finale di Seneca sulla vecchiaia?
Seneca appare come un vecchio facile all'ira, pronto a rimproverare il fattore e a fare battute dure e crudeli, come dimostrato dal suo sarcasmo verso Felicione.
La durezza di Seneca potrebbe derivare dalla sgradevole rivelazione della propria età riflessa nella decadenza del suo podere, provocando in lui un profondo malumore.
Seneca adotta elementi tipici della commedia, come l'ambientazione all'aperto, lo stile vivace e colloquiale, e la caratterizzazione dei personaggi, per rappresentare una scena teatrale.
I personaggi servili, il fattore e il portinaio, sono rispettosi e deferenti, con il primo che si difende rispettosamente e il secondo sorpreso dal mancato riconoscimento.
Seneca conclude che la vecchiaia non deve essere temuta ma accolta con gioia, poiché offre il piacere dell'ultima volta e la capacità di godere intensamente ciò che sta per finire.