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La filosofia non è nelle parole ma nei fatti
Spiega come si ricerca l’umanità, la virtù attraverso la filosofia. La filosofia è per educare se stessi, non è un mezzo per vantarsi. Educazione delle persone è nei fatti. Aiuta a ricercare il senso della vita. Timoniere capace, che sa guidare in qualsiasi circostanza. L’immagine del timoniere ha un'eco importante perché si trova spesso l’idea della nave rivolta allo Stato, ma la nave di Seneca è individuale e al timone non c’è la politica ma la filosofia.
La filosofia fa vivere in un modo diverso. Questo percorso di educazione non finisce mai. Un continuo andare, per Seneca non si è mai arrivati. Rende la vita più sicura, fa vivere con coraggio tutto quello che capita perché ti dà una capacità di valutazione.
“fatum…deus…casus” posizioni diverse. Casus è un destino, fatum si pensa che ci possa essere uno spirito, deus che è guida. Uno può chiedere a cosa giova se la vita è in mano ad altri.
Torna il linguaggio giuridico o militare per essere concreto. La filosofia ci tutela. Nel pezzo finale rifà le stesse situazioni. Cola costruiti allo stesso modo. Farlo tuo. L’uomo padrone del destino con la filosofia. Il saggio vive tutto ma lo vive bene perché in quanto saggio non è toccato da niente.
“L’uomo è per sua natura assetato di conoscenza”: grande dignità dell’otium. Contemplazione dell’universo, se l’uomo non guardasse questo compimento non vedrebbe frutto e questo frutto andrebbe perso.
Tutte le opere
Dialoghi è il grande nome con il quale sono stati tramandati i suoi scritti. Il titolo indica solo il contenuto, a sfondo filosofico che riprende da Platone, ma non la forma. Le 3 consolazioni sono le tre opere giovanili.
La filosofia non è nelle parole a nei fatti
Spiega come si ricerca l’umanità, la virtù attraverso la filosofia. La filosofia è per
educare se stessi non è un mezzo per vantarsi. Educazione delle persone è nei fatti.
Aiuta a ricercare il senso della vita. Timoniere capace che sa guidare in qualsiasi
circostanza. L’immagine del timoniere ha un eco importante perché si trova spesso
l’idea della nave rivolta allo stato, ma la nave di Seneca è individuale e al timone non
c’è la politica ma la filosofia. La filosofia fa vivere in un modo diverso. Questo percorso
di educazione non finisce mai. Un continuo andare, per Seneca non si è mai arrivati.
Rende la vita più sicura, fa vivere con coraggio tutto quello che capita perché ti dà una
capacità di valutazione. “fatum…deus…casus” posizioni diverse. Casus è un destino,
fatum si pensa che ci possa essere uno spirito, deus che è guida. Uno può chiedere a
cosa giova se la vita è in mano ad altri. Torna il linguaggio giuridico o militare per
essere concreto. La filosofia ci tutela. Nel pezzo finale rifà le stesse situazioni. Cola
costruiti allo stesso modo. Farlo tuo. L’uomo padrone del destino con la filosofia. Il
saggio vive tutto ma lo vive bene perché in quanto saggio non è toccato da niente.
“L’uomo è per sua natura assetato di conoscenza”: grande dignità dell’otium.
Contemplazione dell’universo, se l’uomo non guardasse questo compimento l’uomo
non vedrebbe frutto e questo frutto andrebbe perso.
Tutte le opere
Dialoghi è il grande nome con il quale sono stati tramandati i suoi scritti. Il titolo
indica solo il contenuto, a sfondo filosofico che riprende da Platone, ma non la forma.
Le 3 consolationi sono le tre opere giovanili.
De ira: è in tre libri e tratta le manifestazioni che l’uomo può avere se preso
dall’istinto, se non riesce a guidare sé con razionalità. L’ira è l’istinto più grave. L’ira
sconvolge i tratti del viso, li rovina. Ciò che riguarda l’animo riguarda anche il corpo.
Un animo corrotto è di un corpo corrotto. Novato è il fratello al quale dedica questo
libro. Novato poi prende il nome di Gallione quando viene adottato e c’è un’opera
dedicata a Gallione. L’opera in questione e il “De vita beata” scritta probabilmente
durante il quinquennio felice. Tratta il rapporto tra ricchezza e saggezza. Secondo lui
un saggio non è condannato alla povertà, può vivere una vita che incontra agi. Se il
saggio domina il denaro va bene, se il denaro domina l’uomo è sbagliato. Il problema è
non farsi possedere dal denaro. Seneca aderisce a una filosofia stoica moderata
mentre nell’estrema l’uomo non doveva avere nulla. Il problema non è il denaro ma il
rapporto che l’uomo ha con il denaro. La vita di Seneca aveva suscitato delle critiche
cioè di essersi arricchito. Lui sta rispondendo a queste critiche e la datiamo nel 58
perché è il momento in cui lui è famoso, ha agi alla corte. Nel momento in cui lui è
famoso fa dei prestiti a usura (gli dovevano ridere 4 volte quanto aveva dato) ma non
tratta questo nell’opera. Ci sono tre opere dedicate all’amico Sereno: “De costantia
sapienti” “De otio” “De tranquillitate animi”.
“De costantia sapienti” tratta il fatto che il sapiente non è toccato da nulla, è
superiore e non si fa trascinare dagli eventi e per non essere turbato poteva scegliere
il suicidio. Può essere vicina al “De otio” come datazione quindi intorno al 62 d.C.
Dedica un’opera all’amico Paolino “De brevitate vitae” dove tratta la questione del
tempo. Le tematiche e le riflessioni che si trovano nella prima epistola a Lucilio sono le
stesse di quest’opera. Idea di un tempo soggettivo che bisogna vivere. È precedente
all’epistola quindi l’epistola è la sintesi. Forse è stata scritta prima del 62d.C. la
questione del tempo abbraccia tutta la riflessione filosofica di Seneca.