Concetti Chiave
- Seneca contesta l'idea comune della brevità della vita, spostando l'attenzione dalla durata cronologica all'uso morale del tempo.
- La vita è considerata abbastanza lunga per chi sa viverla intensamente e saggiamente, godendo pienamente di ogni istante.
- Chi si lamenta della brevità della vita è spesso dominato dalle passioni e non padrone del proprio tempo, vivendo in una condizione di alienazione.
- Seneca utilizza una prospettiva sallustiana per enfatizzare la mortalità e la gestione saggia del tempo concesso.
- L'opera è dedicata a Paolino, un funzionario imperiale, sottolineando l'importanza di una vita ben spesa e vissuta consapevolmente.
Seneca - E' davvero breve il tempo della vita?
Che la vita sia troppo breve, soprattutto se confrontata con quella di molte specie animali, era un luogo comune presente nella trattatistica filosofica. Seneca contesta vivacemente tale affermazione spostando l’attenzione dal piano cronologico ( durata della vita in termini di anni) a quello morale ( il buon uso di essa) e giunge alla conclusione che la vita è abbastanza lunga per chi come il saggio sa vivere intensamente ogni istante. A lamentarsi della brevità dell’esistenza è invece lo stolto, poiché in realtà egli non domina le cose, ma ne è dominato e vive in una condizione di perenne alienazione: schiavo delle passioni e impegnato nell’inseguimento di beni che non gli appartengono, egli non è padrone di sé ne del suo tempo e paradossalmente giunge spesso alla fine della sua vita senza aver mai realmente vissuto.
Maior pars mortalium, Pauline, de naturae malignitate conqueritur, quod in exiguum aevi gignimur, quod haec tam velociter, tam rapide dati nobis temporis spatia decurrant, adeo ut exceptis admodum paucis ceteros in ipso vitae apparatu vita destituat. Nec huic publico, ut opinantur, malo turba tantum et imprudens vulgus ingemuit; clarorum quoque virorum hic affectus querellas evocavit. Inde illa maximi medicorum exclamatio est: "vitam brevem esse, longam artem"(...)
Con chiara ripresa sallustiana ( Decatiline coniuratione) , Seneca dà inizio al breve trattato, chiamando gli uomini mortales, e ponendo così l'accento sul tema specifico del saggio: la brevità del tempo che ci è concesso, l'incombere della morte. Ma la vita , dirà Seneca, è abbastanza lunga per chi la sa spendere bene. L'opera è dedicata a Paolino, un alto funzionario imperiale, curatore dell'annona, cioè della disponibilità e del prezzo corrente dei generi di prima necessità.