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Concetti Chiave

  • La recitatio nacque a Roma nel I secolo a.C. come una moda che permetteva agli autori di leggere pubblicamente le loro opere e ricevere il giudizio degli ascoltatori.
  • Questo raffinato intrattenimento era spesso sostenuto da ricchi padroni di casa che organizzavano eventi in sale arredate o dopo banchetti.
  • Durante l'età imperiale, la recitatio influenzò la produzione letteraria, trasformandola in uno spettacolo, con autori che cercavano di stupire il pubblico con effetti drammatici.
  • La recitatio fu criticata per l'eccessiva enfasi sugli effetti spettacolari a scapito della sostanza, con testi spesso ricchi di luoghi comuni e mitologia ripetitiva.
  • Persio criticò l'attenzione agli aspetti esteriori delle performance, sottolineando come la vanità degli autori potesse generare critiche nascoste piuttosto che un sincero apprezzamento.

Indice

  1. L'origine della recitatio a Roma
  2. La recitatio come forma di intrattenimento
  3. La diffusione della recitatio in età imperiale
  4. L'effetto della recitatio sulla produzione letteraria
  5. Le critiche alla recitatio
  6. Il ruolo dell'autore-attore nelle recitationes
  7. La critica di Persio alle recitationes

L'origine della recitatio a Roma

Intorno al I secolo a.C., si affermò a Roma quella che in fin dei conti era la moda della recitatio: chi scriveva in prosa o, più spesso, addirittura in versi, poteva leggere in pubblico la sua opera e sottoporla al giudizio degli ascoltatori che votavano.

La recitatio come forma di intrattenimento

Questa forma di raffinato e colto intrattenimento aveva luogo in genere grazie alla "sponsorizzazione" di ricchi padroni di casa, che potevano mettere a disposizione sale appositamente arredate o prevedere la recitatio subito dopo un banchetto.
Altre volte, le pubbliche letture si tenevano nei teatri o in luoghi aperti, come il Circo o il Foro.

La diffusione della recitatio in età imperiale

Questa consuetudine si diffuse soprattutto in età imperiale e condizionò i modi della produzione letteraria e della diffusione dei testi, strettamente dipendenti dalla performance dell'autore-attore (che poteva coincidere con il padrone di casa che ospitava un pubblico appositamente selezionato): la letteratura diveniva in questo modo una forma di "spettacolo".

L'effetto della recitatio sulla produzione letteraria

Come osserva Gian Biagio Conte: «se il metro di valutazione di un pezzo letterario diventa l'applauso dell'uditorio, non sarà strano che il poeta finisca per comportarsi come un prestigiatore della parola, sempre alla ricerca dell'effetto capace di suscitare uno stupore ammirato. I poemi scritti per le sale, opere come le tragedie, ad esempio possiamo portare quelle di Seneca o i vari componimenti d'occasione di Stazio, sono costruiti possiamo dire come una serie di "pezzi di bravura", tesi a strappare l'applauso, più per singole parti autonome che secondo un disegno complessivo» (G. B. Conte, La letteratura dell'età imperiale, in Introduzione alla filologia latina, a cura di F. Graf, Salerno Editrice 2003).

Le critiche alla recitatio

Un aspetto negativo delle recitationes, pertanto, era proprio l'eccessiva attenzione agli effetti che potevano produrre sul pubblico alcune trovate (l'uso, ad esempio, di argute sententiae o l'insistenza sugli aspetti patetici o raccapriccianti di una vicenda narrata), a discapito della cura dei contenuti: era facile che il discorso fosse infarcito di luoghi comuni e di exempla tratti dalla mitologia, che alla lunga stancavano con la loro ripetitività.

Il ruolo dell'autore-attore nelle recitationes

Inoltre, il rapporto diretto tra autore e pubblico poteva comportare il ricorso a "effetti speciali" non solo legati alla parola, ma anche all'abbigliamento del declamatore, alla sua gestualità, alla modulazione della voce.

La critica di Persio alle recitationes

Una critica che viene mossa da Persio ai poeti dediti alle recitationes è, pertanto, l'eccessiva attenzione agli aspetti esteriori della performance, piuttosto che alla sostanza del testo. Nella satira I, il poeta mette in ridicolo l'atteggiamento del declamatore che, elegantemente vestito e imbellettato, modula artificiosamente la voce, con un affettazione che già tradisce l'inautenticità della sua poesia. Inoltre, chi viene invitato ad assistere a una pubblica lettura difficilmente oserà avanzare delle critiche obiettive al padrone di casa, ma simulerà il suo gradimento, per poi ridere alle spalle del vanesio artista.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine della recitatio a Roma?
  2. La recitatio si affermò a Roma intorno al I secolo a.C. come una moda che permetteva agli autori di leggere pubblicamente le loro opere e ricevere il giudizio degli ascoltatori.

  3. Come si svolgeva la recitatio come forma di intrattenimento?
  4. La recitatio avveniva spesso grazie alla sponsorizzazione di ricchi padroni di casa, in sale appositamente arredate o dopo un banchetto, e talvolta in teatri o luoghi aperti come il Circo o il Foro.

  5. Qual era l'effetto della recitatio sulla produzione letteraria?
  6. La recitatio influenzava la produzione letteraria, portando gli autori a cercare l'applauso del pubblico con effetti sorprendenti, spesso a scapito di un disegno complessivo coerente.

  7. Quali critiche venivano mosse alla recitatio?
  8. Le critiche riguardavano l'eccessiva attenzione agli effetti sul pubblico, con discorsi pieni di luoghi comuni e exempla mitologici, a discapito della sostanza e originalità dei contenuti.

  9. Come Persio criticava le recitationes?
  10. Persio criticava l'attenzione eccessiva agli aspetti esteriori della performance, come l'abbigliamento e la modulazione della voce, che tradivano l'inautenticità della poesia, e la mancanza di critiche obiettive da parte del pubblico.

Domande e risposte