Prosatori minori della Dinastia Flavia

Prosatori minori della dinastia Flavia

Durante la dinastia dei Flavi si distinsero soprattutto tre autori nell’ambito della prosa tecnica: Sesto Giulio Frontino, Asconio Pediano e Valerio Probo. Il primo, Sesto Giulio Frontino, ricoprì diverse cariche militari e amministrative prima sotto i Flavi, poi sotto Nerva e Traiano, e morì all’inizio del II secolo. Di lui ci restano parti di un’opera di agrimensura (in latino “gromatica”, da groma, strumento con cui si misuravano i terreni), quattro libri di “Strategemata”( stratagemmi, ossia esordienti, accorgimenti, furbizie a cui ricorrere in guerra) e due libri “De aquae ductu urbis Rimane” ( Gli acquedotti della città di Roma), di grande interesse storico e antiquario. Per quanto riguarda Asconio Pediano, sappiamo che nacque a Padova sotto Augusto e morì nell’epoca di Domiziano. Redasse un dotto commento alle orazioni ciceroniane, di cui si è conservata una piccola parte, e scrisse un’opera, perduta, “Contra obtrectatores Vergilii” (Contro I detrattori di Virgilio), in difesa del poeta, accusato da altri grammatici di errori e soprattutto di plagio. Infine ci fu Marco Valerio Probo, originario di Berito, che svolse a Roma la sua attività di studioso nella seconda metà del I secolo. Sotto il suo nome ci sono state tramandate opere grammaticali di età più tarda. Si occupò inoltre di critica.