Concetti Chiave
- Plinio il Vecchio, originario di Como, ricevette una solida formazione retorica a Roma e ricoprì incarichi civili e militari, soprattutto sotto Vespasiano.
- Morì durante l'eruzione del Vesuvio mentre era a capo della flotta di Miseno, cercando di studiare i fenomeni vulcanici.
- La sua opera principale, la Naturalis historia, è un vasto trattato enciclopedico sulla natura, destinato più alla consultazione che alla lettura continua.
- Plinio presenta una visione dualistica della natura, vista sia come benevola sia come matrigna, simile a quella di Leopardi, evidenziando un'alternanza tra provvidenza e pessimismo.
- L'opera di Plinio riflette limiti dovuti a superstizioni e moralismi, suggerendo che il progresso umano può essere dannoso per la società.
Le notizie sulla vita ci sono date dal nipote Plinio il Giovane. Si sa che è nato a Como per poi trasferirsi dopo poco a Roma dove ebbe la possibilità di farsi una solida formazione retorica. Ebbe numerosi incarichi civili e militari sotto vari imperatori, in modo particolare sotto Vespasiano. Fu così che era a capo della flotta di Miseno quando il Vesuvio eruttò seppellendo varie città tra cui Pompei ed Ercolano. In seguito, fu particolarmente vicino alle popolazioni colpite dal cataclisma e sfruttò l’occasione per approfondire i suoi studi su questo fenomeno, morendo a causa delle esalazioni soffocanti del vulcano.
La sua produzione letteraria fu vastissima ma a noi è pervenuta per intera soltanto un opera, la Naturalis historia, il suo capolavoro. Consiste in un enorme trattato sulla natura, prendendo in esame i vari fenomeni ad essa relativa, di ogni settore. Si tratta di un’enciclopedia del sapere, destinata più alla consultazione che alla lettura continua a causa della mancanza di un’elaborazione sistematica.
La parola historia che compare nel titolo va intesa nel suo senso greco, ossia di “ricerca”, che però è limitata dai tempi in cui fu compiuta.
Mentre nelle Naturales Quaestiones Seneca cerca di spiegare i fenomeni più importanti attraverso concetti puramente filosofici e legati alla metafisica, Plinio il Vecchio cerca di portare al meglio una descrizione diretta del fenomeno stesso.
L’opera si presenta soprattutto come uno studio dell’uomo, di cui si sottolinea la miseria ma anche la grandezza, che gli ha permesso di procedere, seppur lentamente, sulla strada del progresso.
A causa della sterminata dimensione dell’opera, in diversi punti si riscontra la totale assenza di un labor limae, assenza del tutto giustificabile.
Plinio ci propina una doppia visione della natura, molto vicina a quella leopardiana. Afferma, infatti, come questa sia benevola con l’uomo, fornendogli tutto ciò che è utile e piacevole, ma anche matrigna, negandogli tutto e costringendolo a sforzarsi per la sua sopravvivenza. Si nota, quindi, l’alternanza tra una visione provvidenziale e un pessimismo cosmico.
Nell’opera, l’autore si sforza di descrivere gli eventi di cui è in grado di riferire, ma su questa immensa riflessione si riscontrano dei limiti. Da un lato c’è la convinzione che l’uomo non deve oltrepassare le barriere poste dalla natura, poiché gli si potrebbe ritorcere contro; dall’altro lato, c’è un moralismo che distrugge l’idea in sé di progresso, in quanto porterebbe a forme di avarizia e di ambizione che sono entrambe dannose per la società. Si riscontrano, quindi, nell’opera, vari elementi di superstizione, che sembrano minare alla base la laicità del pensiero scientifico.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali opere di Plinio il Vecchio e quale è giunta interamente fino a noi?
- Come Plinio il Vecchio descrive la natura nella sua opera?
- Qual è l'approccio di Plinio il Vecchio rispetto ai fenomeni naturali rispetto a quello di Seneca?
- Quali sono i limiti e le critiche presenti nell'opera di Plinio il Vecchio?
Plinio il Vecchio ha prodotto molte opere letterarie, ma solo la "Naturalis historia" è giunta a noi nella sua interezza. È un vasto trattato sulla natura, considerato un'enciclopedia del sapere.
Plinio il Vecchio presenta una doppia visione della natura: benevola, poiché fornisce all'uomo ciò che è utile e piacevole, e matrigna, poiché lo costringe a lottare per la sopravvivenza, alternando una visione provvidenziale a un pessimismo cosmico.
Mentre Seneca spiega i fenomeni naturali attraverso concetti filosofici e metafisici, Plinio il Vecchio si concentra su una descrizione diretta dei fenomeni stessi, cercando di riportare fedelmente ciò che osserva.
L'opera di Plinio il Vecchio presenta limiti come la mancanza di un'elaborazione sistematica e la presenza di superstizioni che minano la laicità del pensiero scientifico. Inoltre, c'è un moralismo che critica il progresso, associandolo a avarizia e ambizione dannose per la società.