Concetti Chiave
- Plinio il Giovane, intellettuale romano, ha lasciato un epistolario che offre un ritratto della società tra il I e II secolo d.C.
- Le "Epistulae", suddivise in 10 libri, trattano temi vari con uno stile elegante, rivelando dettagli sulla vita e le abitudini dell'epoca.
- Nel decimo libro delle "Epistulae", Plinio discute con l'imperatore Traiano, mostrando un rapporto professionale e affrontando la questione dei cristiani.
- Il "Panegyricus" è un discorso di ringraziamento a Traiano che si trasforma in un elogio delle virtù dell'imperatore e un manifesto politico dell'aristocrazia senatoria.
- Nonostante il tono ottimistico del "Panegyricus", emerge una certa ansia verso i principi "malvagi" e un tentativo di controllo sull'imperatore.
Plinio il Giovane
Plinio il Giovane è un intellettuale per inserito nella vita politica e nella società del suo tempo, ci ha lasciato un epistolario da cui emerge un affresco della società romana tra il I e il II secolo d.C.Gaio Cecilio Secondo nacque a Como nel 61 o 62 d.C e dopo la morte del padre venne adottato da Plinio. A Roma studiò retorica sotto la guida di Quintilino, iniziò subito la carriera forense e il cursus honorum, diventando in fine Praefectus aerarii Saturni. Negli anni 100 insieme a Tacito sostenne l’accusa contro Mario Prisco e fu successivamente nominato consul suffectus. Traiano lo nominnò nel 111 suo legato in britannia.
Plinio il Giovane fu un autore prolifico tuttavia ci giunsero solo due opere: le Epistulae e il Panegyricus
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- Le Epistulae è divisa in 10 libri, di cui i primi 9, pubblicati dallo stesso Plinio contengono le lettere composte tra il 97 e il 108. Il decimo libro conserva la corrispondenza privata e pubblica tra Traiano e Plinio
- Il Panegyricus consiste in una versione ampliata del discorso di ringraziamento a Traiano che Plinio fece in occasione della sua nomina nel 100 d.C
Epistulae
Nella lettera proemiale a Setticio Claro Plinio sostiene di non aver seguito nessun ordine e alcun criterio per il raggruppamento delle lettere, anche se è molto probabile che egli abbia seguito un criteio di alternanza di argomenti. Ciascuna lettera tratta di un singolo tema che viene sempre trattato con cura attenta all’eleganza letteraria --> pensa fin da subito di pubblicarle ≠ Cicerone a cui premeva l’urgenza della comunicazione.L’autore intrattiene spesso i suoi interlocutori sulle proprie attività di grande proprietario terriero --> importante tema della natura e della campagna. Plinio registra inoltre molti avvenimenti contemporanei dandci informazioni su personaggi di spicco e le abitudini dell’autore e dei suoi contemporeanei. Nelle sue lettere non mancano mai elogi o frasi di cortesia fino a diventare stucchevoli.
Lo stile epistolario ricerca l’eleganza tramite un saldo autocontrollo, prende come modello di riferimento Cicerone di cui riprende il fraseggio limpido e gli schemi ritmici anche se utilizza periodi più brevi. Nel suo stile è evidente una predilezione per le antitesi, asindeti e anastrofe oltre a una particolare attenzione nell’evitare le ripetizioni. Nel libro X Plinio si vanta di avere un rapporto confidenziale con Traiano, ma tuttavia egli si comporta come un funzionario scrupoloso, ma alquanto indeciso che informa Traiano di ogni problema. Talora è possibile cogliere un lieve senso di fastidio nelle risposte di Traiano. È importante del X libro il carteggio che riguarda la questione dei cristiani: Traiano da istruzione a Plinio di procedere solo in caso di denunce non anonime e di non perseguire coloro che dimostrano di non essere più cristiani
Panegyricus
Il termine inizialmente indicava i discorsi tenuti nelle solennità panelleniche e successivamente venne ad indicare l’encomio del monarca. Il ringraziamento per la nomina diventa molto presto in un vero e proprio encomio dell’imperatore esalta vitù dell’optimus princeps di Traiano che aveva reintrodotto al libertà di pensiero e parola e inoltre auspica un periodo di rinnovata collaborazione con il senato, succettivamente delinea un modello di comportamento per i principi collaborazione con l’aristocrazia e tra l’aristocrazia e il ceto equestre, si pone dunque come un manifesto politico dell’aristocrazia senatoria, tuttavia è evidente l’ideale di idealizzazione --> l’opera risulta priva di un vero argomento plitico.Il tono dell’opera è essenzialmente ottimistico, tuttavia traspare un sentimento di paura per quei principi “malvagi” e traspare un blando tentativo di esercitare una forma di controllo sull’imperatore.
Domande da interrogazione
- Chi era Plinio il Giovane e quale ruolo ha avuto nella società romana?
- Quali sono le opere principali di Plinio il Giovane e cosa contengono?
- Come è strutturata l'opera "Epistulae" e quali temi affronta?
- Qual è lo stile letterario di Plinio nelle sue lettere?
- Qual è il significato del "Panegyricus" e quale tono adotta?
Plinio il Giovane era un intellettuale e politico romano del I e II secolo d.C., noto per il suo epistolario che offre un affresco della società romana. Fu adottato da Plinio e studiò retorica a Roma, intraprendendo una carriera forense e politica che lo portò a diventare Praefectus aerarii Saturni e consul suffectus.
Le opere principali di Plinio il Giovane sono le "Epistulae" e il "Panegyricus". Le "Epistulae" sono una raccolta di lettere divisa in 10 libri, mentre il "Panegyricus" è un discorso di ringraziamento a Traiano, che esalta le virtù dell'imperatore e auspica una collaborazione con il senato.
"Epistulae" è divisa in 10 libri, con i primi 9 pubblicati da Plinio stesso. Le lettere trattano vari temi, tra cui la vita di campagna, eventi contemporanei e personaggi di spicco, sempre con un'eleganza letteraria. Il decimo libro include la corrispondenza con Traiano, affrontando anche la questione dei cristiani.
Lo stile epistolare di Plinio è caratterizzato da eleganza e autocontrollo, ispirato a Cicerone ma con periodi più brevi. Utilizza antitesi, asindeti e anastrofe, evitando ripetizioni. Le lettere sono ricche di elogi e cortesia, a volte eccessivi.
Il "Panegyricus" è un encomio a Traiano, esaltando le sue virtù e promuovendo la collaborazione con il senato e l'aristocrazia. Il tono è ottimistico, ma traspare una paura dei principi malvagi e un tentativo di controllo sull'imperatore. L'opera funge da manifesto politico dell'aristocrazia senatoria.