Marziale
Nasce in Spagna e si trasferisce a Roma.Nella sua opera si presenta più volte nella condizione del cliente. I testi più antichi che di lui ci rimangono risalgono all'80, quando pubblicò una raccolta di Epigrammi per l'inaugurazione dell'anfiteatro Flavio, rivolgendo grandi elogi a Tito. Ritorna in Spagna, nella natia Bilbilis dove una ricca signora, Marcella, gli donò una casa e un podere, e lì egli visse i suoi ultimi anni, provando nostalgia per Roma.
La sua opera comprende complessivamente 15 libri di epigrammi: Liber de spectaculis, Xenia e Apophoreta, libri 1-11 degli Epigrammata, libro 12 degli Epigrammata.
• La poetica
Nonostante l'apparente facilità e un'affinità con la poesia di consumo, la produzione di Marziale possiede una grande consapevolezza critica. Contrario alla mitologia in quanto truculenta, inverosimile e falsa, Marziale sostiene la necessità di una poesia radicata nella realtà quotidiana e imperniata sull'essere umano. Egli identifica la realtà con i comportamenti umani.
Marziale preferisce rivolgere i suoi attacchi contro la culpa piuttosto che contro i colpevoli, si propone di risparmiare le persone e di parlare di vizi. Esclude ogni funzione moralistica dai suoi componimenti e indica il loro scopo unicamente nel piacevole intrattenimento del lettore.
Marziale ammette anche una disinvolta propensione verso i contenuti spesso volgari e osceni. Rivendica infatti il diritto di "parlar chiaro" seguendo una "licenziosa schiettezza di parola". Non esclude dunque l'uso di termini volgari e osceni che garantiscono l'immediatezza espressiva sancita dalla consuetudine del genere epigrammatico.
Il Liber de Spectaculis comprende una trentina di carmi dedicati ai giochi che inaugurarono l'anfiteatro Flavio. È notevole la volontà di lavorare sugli eventi cogliendone gli aspetti strani e inconsueti e magnificandoli con riferimenti al mito.
Xenia e Apophoreta sono strettamente collegati alla festa dei Saturnali durante la quale i Romani si scambiavano i doni. I componimenti di queste due opere si presentano come biglietti per accompagnare i regali: gli Xenia (dono ospitale) si riferiscono ai doni di cibi e di bevande, mentre una maggiore varietà di oggetti compare negli Apophoreta (da portar via).
Imprime ai versi il carattere di poesia d'occasione e di consumo, volta all'immediata fruizione dei lettori. Si adopera ad illustrare la sua materia. La maniera epigrammatica risulta alquanto limitata. L'adesione alla realtà si riduce l'attenzione esclusiva ai singoli oggetti.
• Gli Epigrammata
Nei 12 libri di epigrammi affronta il mondo dell'epigrammatica in tutta la sua ricchezza e complessità, una poesia legata alla realtà. Pone la propria attività sotto l'auspicio di Catullo che nei suoi epigrammi aveva interpretato i casi della vita quotidiana in modo giocoso, beffardo, mordace e osceno. Da lui riprende la vivace aggressività rinunciando all'attacco personale, caro invece a Catullo. Altra influenza catulliana è di usare altri metri accanto al tradizionale distico elegiaco, rinnova tale forma poetica; anche nella forma si riallaccia alla tradizione anteriore, concentrando gli elementi comici nella parte finale dei componimenti, conclusi da una battuta inaspettata.
L'affermazione finale giunge imprevista e fulminante. L'uso di brillanti e insistite enumerazioni che accendono spiritosamente le caratteristiche di un personaggio o di una situazione smentendole poi talora con un'improvvisa battuta finale. Il carme tende così a presentarsi come un commento che l'autore in determinate circostanze rivolge a caldo all'interlocutore.
• I temi e lo stile
Componimenti brevi, ma talora estesi. Il mondo reale viene reinterpretato in modo brillante e spiritoso, fa ricorso all'iperbole e al paradosso. Materia privilegiata è l'esperienza quotidiana ai suoi livelli più semplici e bassi. L’epigrammista insiste volentieri sugli aspetti brutti, miseri e ripugnanti di persone o oggetti. Le attività, le abitudini e gli organi sessuali forniscono copiosa materia.
Caratteristici sono i componimenti dotati di una carica aggressiva che conferisce tono sarcastico e beffardo. Tra le funzioni dei clientes, costretti ad adulare sempre i loro patroni, si può ricordare quella di claque, svolta nelle recitationes.
Accanto al filone comico realistico troviamo carmi celebrativi rivolti ad amici o anche ad altre persone. Vi è anche l'epigramma funerario in cui l'autore rivive e rielabora in modo personale l'eredità della tradizione, raggiungendo spesso risultati molto suggestivi per la loro intensa e commovente mestizia.
Gli epigrammi descrittivi tratteggiano vivacemente luoghi o oggetti. Accanto a essi si pongono le rievocazioni di episodi del passato.
La vena erotica è ben rappresentata da un certo numero di carmi, l'amore è sentito non come passione profonda, ma come desiderio fisico. Un gruppo di epigrammi è dedicato all'espressione di idee, convinzioni e gusti dell'autore.
Un altro importante nucleo tematico è quello letterario: il poeta svolge spunti di poetica ma dà ampio spazio alle polemiche contro critici e alle riflessioni sulla situazione del letterato. Lo stile muta a seconda delle varie specie di epigrammi. Il lessico è di tipo colloquiale con molti diminutivi, termini tecnici, grecismi e sporadiche voci del linguaggio infantile. Vi è la presenza di vocaboli bassi e volgari.
• I Priapea
Sotto il titolo di Priapea ci è stata tramandata una raccolta anonima di 80 epigrammi dedicati al dio della sessualità maschile e della fecondità, di origine greca, il culto di Priapo.
Tiene lontano il malocchio e propizia i raccolti.
È probabile che le poesie della raccolta siano state composte da un unico autore. La datazione è discussa ma probabilmente posteriore a Marziale. Il Dio stesso prende quasi sempre la parola, ci sono commenti alle enormi proporzioni dei suoi attributi virili e alle sue iperboliche prestazioni erotiche, minacce ai ladri di punizioni, consistenti in violenze sessuali di vario tipo, attacchi contro donne troppo vecchie o troppo vogliose. L’autore è un abile verseggiatore.