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Marziale, Marco Valerio - Vita e opere (5) Pag. 1
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Sintesi

Marziale


Nasce in Spagna e si trasferisce a Roma.
Nella sua opera si presenta più volte nella condizione del cliente. I testi più antichi che di lui ci rimangono risalgono all'80, quando pubblicò una raccolta di Epigrammi per l'inaugurazione dell'anfiteatro Flavio, rivolgendo grandi elogi a Tito. Ritorna in Spagna, nella natia Bilbilis dove una ricca signora, Marcella, gli donò una casa e un podere, e lì egli visse i suoi ultimi anni, provando nostalgia per Roma.

La sua opera comprende complessivamente 15 libri di epigrammi: Liber de spectaculis, Xenia e Apophoreta, libri 1-11 degli Epigrammata, libro 12 degli Epigrammata.

La poetica
Nonostante l'apparente facilità e un'affinità con la poesia di consumo, la produzione di Marziale possiede una grande consapevolezza critica. Contrario alla mitologia in quanto truculenta, inverosimile e falsa, Marziale sostiene la necessità di una poesia radicata nella realtà quotidiana e imperniata sull'essere umano. Egli identifica la realtà con i comportamenti umani.

Marziale preferisce rivolgere i suoi attacchi contro la culpa piuttosto che contro i colpevoli, si propone di risparmiare le persone e di parlare di vizi. Esclude ogni funzione moralistica dai suoi componimenti e indica il loro scopo unicamente nel piacevole intrattenimento del lettore.

Marziale ammette anche una disinvolta propensione verso i contenuti spesso volgari e osceni. Rivendica infatti il diritto di "parlar chiaro" seguendo una "licenziosa schiettezza di parola". Non esclude dunque l'uso di termini volgari e osceni che garantiscono l'immediatezza espressiva sancita dalla consuetudine del genere epigrammatico.

Il Liber de Spectaculis comprende una trentina di carmi dedicati ai giochi che inaugurarono l'anfiteatro Flavio. È notevole la volontà di lavorare sugli eventi cogliendone gli aspetti strani e inconsueti e magnificandoli con riferimenti al mito.

Xenia e Apophoreta sono strettamente collegati alla festa dei Saturnali durante la quale i Romani si scambiavano i doni. I componimenti di queste due opere si presentano come biglietti per accompagnare i regali: gli Xenia (dono ospitale) si riferiscono ai doni di cibi e di bevande, mentre una maggiore varietà di oggetti compare negli Apophoreta (da portar via).

Imprime ai versi il carattere di poesia d'occasione e di consumo, volta all'immediata fruizione dei lettori. Si adopera ad illustrare la sua materia. La maniera epigrammatica risulta alquanto limitata. L'adesione alla realtà si riduce l'attenzione esclusiva ai singoli oggetti.

• Gli Epigrammata
Nei 12 libri di epigrammi affronta il mondo dell'epigrammatica in tutta la sua ricchezza e complessità, una poesia legata alla realtà. Pone la propria attività sotto l'auspicio di Catullo che nei suoi epigrammi aveva interpretato i casi della vita quotidiana in modo giocoso, beffardo, mordace e osceno. Da lui riprende la vivace aggressività rinunciando all'attacco personale, caro invece a Catullo. Altra influenza catulliana è di usare altri metri accanto al tradizionale distico elegiaco, rinnova tale forma poetica; anche nella forma si riallaccia alla tradizione anteriore, concentrando gli elementi comici nella parte finale dei componimenti, conclusi da una battuta inaspettata.
L'affermazione finale giunge imprevista e fulminante. L'uso di brillanti e insistite enumerazioni che accendono spiritosamente le caratteristiche di un personaggio o di una situazione smentendole poi talora con un'improvvisa battuta finale. Il carme tende così a presentarsi come un commento che l'autore in determinate circostanze rivolge a caldo all'interlocutore.

I temi e lo stile
Componimenti brevi, ma talora estesi. Il mondo reale viene reinterpretato in modo brillante e spiritoso, fa ricorso all'iperbole e al paradosso. Materia privilegiata è l'esperienza quotidiana ai suoi livelli più semplici e bassi. L’epigrammista insiste volentieri sugli aspetti brutti, miseri e ripugnanti di persone o oggetti. Le attività, le abitudini e gli organi sessuali forniscono copiosa materia.

Caratteristici sono i componimenti dotati di una carica aggressiva che conferisce tono sarcastico e beffardo. Tra le funzioni dei clientes, costretti ad adulare sempre i loro patroni, si può ricordare quella di claque, svolta nelle recitationes.

Accanto al filone comico realistico troviamo carmi celebrativi rivolti ad amici o anche ad altre persone. Vi è anche l'epigramma funerario in cui l'autore rivive e rielabora in modo personale l'eredità della tradizione, raggiungendo spesso risultati molto suggestivi per la loro intensa e commovente mestizia.

Gli epigrammi descrittivi tratteggiano vivacemente luoghi o oggetti. Accanto a essi si pongono le rievocazioni di episodi del passato.

La vena erotica è ben rappresentata da un certo numero di carmi, l'amore è sentito non come passione profonda, ma come desiderio fisico. Un gruppo di epigrammi è dedicato all'espressione di idee, convinzioni e gusti dell'autore.

Un altro importante nucleo tematico è quello letterario: il poeta svolge spunti di poetica ma dà ampio spazio alle polemiche contro critici e alle riflessioni sulla situazione del letterato. Lo stile muta a seconda delle varie specie di epigrammi. Il lessico è di tipo colloquiale con molti diminutivi, termini tecnici, grecismi e sporadiche voci del linguaggio infantile. Vi è la presenza di vocaboli bassi e volgari.

I Priapea
Sotto il titolo di Priapea ci è stata tramandata una raccolta anonima di 80 epigrammi dedicati al dio della sessualità maschile e della fecondità, di origine greca, il culto di Priapo.
Tiene lontano il malocchio e propizia i raccolti.

È probabile che le poesie della raccolta siano state composte da un unico autore. La datazione è discussa ma probabilmente posteriore a Marziale. Il Dio stesso prende quasi sempre la parola, ci sono commenti alle enormi proporzioni dei suoi attributi virili e alle sue iperboliche prestazioni erotiche, minacce ai ladri di punizioni, consistenti in violenze sessuali di vario tipo, attacchi contro donne troppo vecchie o troppo vogliose. L’autore è un abile verseggiatore.
Estratto del documento

MARZIALE

Nasce vicino Spagna e si trasferisce a Roma.

Nella sua opera si presenta più volte nella condizione del cliente. I testi più antichi che

di lui ci rimangono risalgono all'80, quando pubblicò una raccolta di epigrammi per

l'inaugurazione dell'anfiteatro Flavio, rivolgendo grandi elogi a Tito. Ritorna in Spagna,

nella natia Bilbili una ricca signora, Marcella, li donò una casa e un podere, e lì egli

visse i suoi ultimi anni, provando nostalgia per Roma. La sua opera comprende

complessivamente 15 libri di epigrammi: Liber de spectaculis, Xenia e Apophoreta, libri

1-11 degli epigrammata, libro 12 degli epigrammata.

La poetica:

Nonostante l'apparente facilità e un'affinita con la poesia di consumo, la produzione di

marziale possiede una grande consapevolezza critica. Contrario alla mitologia in

quanto truculenta, inverosimile e falsa, marziale sostiene la necessità di una poesia

radicata nella realtà quotidiana e imperniata sull'essere umano. Marziale identifica la

realtà con i comportamenti umani. Marziale preferisce rivolgere i suoi attacchi contro

la culpa piuttosto che contro i colpevoli, si propone di risparmiare le persone e di

parlare di vizi. Esclude ogni funzione moralistica dai suoi componimenti e indica il loro

scopo unicamente nel piacevole intrattenimento del lettore. Marziale ammette anche

una disinvolta propensione verso i contenuti spesso volgari e osceni. Rivendica infatti

il diritto di "parlar chiaro" seguendo una "licenziosa schiettezza di parola". Non esclude

dunque l'uso di termini volgari e osceni che garantiscono l'immediatezza espressiva

sancita dalla consuetudine del genere epigrammatico. Il liber de Spectaculis

comprende una trentina di carmi dedicati ai giochi che inaugurarono l'anfiteatro Flavio.

È notevole la volontà di lavorare sugli eventi cogliendone gli aspetti strani e inconsueti

e magnificandoli con riferimenti al mito. Xenia e

apophoreta sono strettamente collegate alla festa dei saturniali durante la quale i

romani si scambiavano i doni. I componimenti di queste due opere si presentano

come biglietti per accompagnare i regali: gli Xenia (dono ospitale) si riferiscono ai doni

di cibi e di bevande, mentre una maggiore varietà di oggetti compare negli

Apophoreta (da portar via). Imprime ai versi il carattere di poesia d'occasione e di

consumo, volta all'immediata fruizione dei lettori. Si adopera ad illustrare la sua

materia. La maniera epigrammatica risulta alquanto limitata. L'adesione alla realtà si

riduce l'attenzione esclusiva ai singoli oggetti.

Gli Epigrammata:

Nei 12 libri di epigrammi affronta il mondo dell'epigrammatica in tutta la sua ricchezza

e complessità, una poesia legata alla realtà. Pone la propria attività sotto l'auspicio di

Catullo che nei suoi epigrammi aveva interpretato i casi della vita quotidiana in modo

giocoso, beffardo, mordace e osceno. Da lui riprende la vivace aggressività

rinunciando all'attacco personale, caro invece a Catullo. Altra influenza catulliana è di

usare altri metri accanto alla tradizionale distico elegiaco, rinnova tale forma poetica,

anche nella forma si riallaccia alla tradizione anteriore, concentrare gli elementi comici

nella parte finale dei componimenti, conclusi da una battuta inaspettata.

L'affermazione finale giunge imprevista e fulminante. L'uso di brillanti e insistite

enumerazioni che accendono spiritosamente le caratteristiche di un personaggio o di

una situazione smentendole poi talora con un'improvvisa battuta finale. il carme tende

così a presentarsi come un commento che l'autore in determinate circostanze rivolge a

caldo all'interlocutore.

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