terridance
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Concetti Chiave

  • Giovenale rappresenta la vita frenetica di Roma, tra obblighi sociali e fatica, evidenziata dalla sua corsa mattutina tra i colli della città.
  • Marziale, al contrario, descrive una vita provinciale più serena, con ritmi lenti e una certa bonaria ironia verso la rusticità del luogo.
  • La campagna è vista come un rifugio accogliente, dove si può vivere dignitosamente lontano dai stressanti obblighi della città.
  • Il contrasto tra i due poeti sottolinea una scelta di vita: la frenetica e obbligata vita cittadina di Giovenale contro la tranquilla esistenza provinciale di Marziale.
  • Marziale decide di abbracciare definitivamente la vita di campagna, sottolineando la sua preferenza per la serenità e la semplicità.

Indice

  1. Giovenale e i doveri del cliente
  2. Vita in provincia di Marziale
  3. Campagna come rifugio e luogo di un’esistenza dignitosa
  4. Confronto Giovenale e Marziale

Giovenale e i doveri del cliente

Il componimento si apre con la vivace rappresentazione di Giovenale, intento a svolgere i suoi doveri di cliente: egli si sta affrettando per porgere il quotidiano omaggio della salutatio mattutina ai suoi patroni, in un andirivieni incessante e faticoso fra il popolare quartiere della Suburra, pieno di confusione e di rumori, l’Aventino e il Celio. I riferimenti ai colli di Roma incorniciano la “scenetta” principale (vv. 4-5) che vede il povero Giovenale, tutto sudato, farsi vento con un lembo della toga, l’abito nazionale romano che era prescritto ai clienti e che l’autore gratifica dell’epiteto di nuovo conio sudatrix (“che fa sudare”).

Vita in provincia di Marziale

Marziale descrive quindi la sua vita nella città natale: ci informa del suo ritorno in patria con un periodo ampio e contrappone ai frenetici impegni di Giovenale quelli leggeri e piacevoli che svolge nelle cittadine dei dintorni: gli insoliti nomi geografici non hanno qui (come spesso nella letteratura latina) la funzione di evocare realtà favolose ed esotiche, ma sottolineano con una certa bonaria ironia la rustica grossolanità della provincia. I versi 13-16 sono dedicati al motivo del sonno, di cui il poeta sottolinea la profondità e la durata: esso costituisce la rivalsa per i trent’anni di veglia passati a Roma, come cliente. Questo particolare mette a fuoco la scena iniziale: mentre Giovenale, affannato e accaldato, si affretta a porgere l’omaggio ai patroni alle prime luci dell’alba, l’amico Marziale dorme placidamente. Al suo risveglio, il poeta precisa che non lo attende la toga, ma una più pratica veste, appoggiata a una poltrona rotta (un particolare che conferma icasticamente il clima di rozzezza contadina che precedentemente il poeta aveva evocato). Domina poi, ai versi 19-21, l’immagine di un focolare acceso, in cui brucia un bel fuoco e su cui sono ordinatamente disposte molte pentole: si ricava l’impressione di una modesta agiatezza che garantisce riscaldamento confortevole e abbondanza di cibo. Infine i versi 22-25 sono dedicati all’incontro con la servitù, già anticipato al verso 21 dalla presenza della fattora.

Campagna come rifugio e luogo di un’esistenza dignitosa

La campagna è vista dunque come il rifugio dove non vi sono impegni molesti e si vive liberi, come già per Orazio. Inoltre essa è presentata come il luogo che consente a un cittadino romano non ricco di condurre un’esistenza dignitosa, lontana dalle ristrettezze economiche e non priva di comodità e di piaceri. A questa vita di campagna, intesa come tranquillo ritiro e sicura risorsa, Marziale afferma di volersi convertire con una decisione definitiva, come dichiara con solennità nell’ultimo verso dell’epigramma: Sic me vivere, sic me iuvat perire.

Confronto Giovenale e Marziale

In tutto il confronto tra Giovenale e Marziale si capisce che Roma è faticosa e stressante, piena di obblighi e sudore, mentre la provincia è più calma e umana. Giovenale corre sempre, si stanca, fa il cliente e non ha mai pace, invece Marziale dorme, mangia bene e vive senza troppi pensieri. La campagna quindi sembra meglio della città, perché anche se è più rozza permette di vivere tranquilli e senza troppi problemi, cosa che a Roma è quasi impossibile.

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