Concetti Chiave
- Il racconto di Plinio il Giovane descrive l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., che distrusse Pompei, Ercolano e Stabia.
- Plinio il Vecchio parte da Miseno per osservare il fenomeno e aiutare la popolazione, ma muore a Stabia il giorno successivo.
- La lettera ha un tono descrittivo e solenne, destinato allo stoico Tacito, senza commenti naturalistici sul fenomeno.
- Plinio il Giovane ritrae lo zio come un saggio stoico, vittima della natura che aveva studiato.
- Gli antichi spesso vedevano le catastrofi naturali come una vendetta della natura contro l'uomo.
(Plinio il Giovane,epistola VI 16,4-20)
Il racconto della terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.C.,nella quale trovò la morte Plinio il Vecchio e furono distrutte le fiorenti città di Pompei,Ercolano e Stabia,è contenuto in una lettera del nipote Plinio il Giovane,così chiamato per distinguerlo dallo zio,il grande naturalista.
Plinio il Giovane e lo zio si trovano a Miseno,nel Golfo di Napoli.Verso l’una pomeridiana del 24 agosto del 79 d.C.
Plinio il Giovane presenta l’eruzione in termini sostanzialmente descrittivi:evidentemente il destinatario della lettera,lo stoico Tacito,richiedeva un tono solenne e distaccato.Nè,d’altra parte,Plinio il Giovane sarebbe stato in grado di commentare sul piano naturalistico un fenomeno così tremendo.Si limita,infatti,a delineare nella figura dello zio il ritratto del saggio stoico,vittima di quella stessa natura che aveva a lungo indagato.Tuttavia,se ci si attiene all’ordine di idee degli antichi,una connessione tra le catastrofi naturali e la vendetta della natura violata dall’uomo era abbastanza inevitabile.Plinio il Vecchio scriveva:>(Naturalis historia XXXIII 1).