Concetti Chiave
- Orazio criticava la società che privilegiava beni materiali e potere, promuovendo invece valori autentici e la capacità di meravigliarsi delle piccole cose.
- Il poeta incoraggiava a vivere ogni giorno come fosse l'ultimo, sfruttando appieno ciò che la vita offre, senza temere la morte.
- Orazio non condannava la ricchezza, ma l'accumulo eccessivo e il desiderio sfrenato di beni, valorizzando invece il giusto equilibrio.
- Attraverso opere come "Paesaggio invernale" e "Carpe Diem", esortava a godere dei semplici piaceri della vita, come l'amore, le danze e il vino.
- Con "Lo Scorrere del Tempo", sottolineava la fugacità della vita e l'inutilità delle ricchezze nell'aldilà, esortando a vivere pienamente il presente.
Già duemila anni fa, in una società non così diversa dalla nostra, nella quale ricchezze e potere erano bramati e ricercati fino allo sfinimento e mentre cresceva la discriminazione nei confronti dei più deboli, molti intellettuali, tra i quali Orazio, avversarono questa mentalità che cercava di sostituire valori veri con valori effimeri.
In particolare Orazio si opponeva radicalmente allo sfrenato desiderio di beni materiali, predicando la filosofia del godere: è infatti, ancora oggi, fondamentale sapersi meravigliare di fronte alle piccole cose, solo così saremo in grado di provare gioia in ogni momento e poiché un giorno senza gioia è un giorno perso, non possiamo permetterci di non vivere la nostra vita sempre al massimo.
Nonostante l’ineluttabilità della morte, il poeta non la temeva, anzi, la utilizzava come slancio per il suo pensiero: “fra speranza e preoccupazione, fra timori e ire, fai conto che ogni giorno sorto sia per te l’ultimo”, così scrisse nella epistola “All’amico Tibullo”. Con questa citazione Orazio sprona il destinatario a vivere ogni attimo della sua vita sfruttando ciò che gli dei gli hanno donato: “bellezza, ricchezze e la capacità di goderne” e gli augura “in abbondanza favore, fama, buona salute e un dignitoso tenore di vita, senza che il borsellino rimanga vuoto”. Quest’ultima frase potrebbe far pensare a una contraddizione delle parole stesse del poeta, ma non è così: Orazio infatti non demonizza le ricchezze ottenute in modo corretto e in quantità giusta, bensì la corsa sfrenata ai beni materiali e il loro esagerato accumulo.
Anche in “Paesaggio invernale” emerge nuovamente il pensiero del poeta; discorrendo con Taliarco, Orazio lo esorta a vivere ogni giorno come se fosse il suo ultimo e a non disprezzare, finché è giovane, i dolci amori e le danze (“nec dulcis amores sperne puer neque tu choreas” versi 15-16). Viene citata chiaramente la poetica delle piccole cose semplici, appunto gli amori e le danze, che sono in grado di provocare gioia e passioni di valore molto più grande rispetto a ciò che può apparentemente provocare un bene materiale. Lo invita inoltre a “versa[re] il vino di quattro anni nell’anafora sabina e lascia[re] agli dei tutto il resto”; il vino rappresenta ciò che porta l’essere all’otium, alla riflessione e al godimento dell’attimo.
La citazione per la quale Orazio è oggi comunemente più conosciuto è “Carpe Diem”, letteralmente cogli il giorno (tematica spesso presente nei suoi scritti). Nell’ode il poeta esorta Leuconoe a “colare il vino”, elemento presente ancora una volta nella sua poesia e le ricorda che “mentre stiamo parlando, l’invidioso tempo sarà già sfuggito: cogli l’attimo”, e cioè che il tempo trascorso in compagnia degli amici e di ciò che ci fa stare bene (in questo caso il vino) non è tempo perso, è bensì vissuto e goduto appieno dando frutto a riflessioni profonde e disinvolte.
Infine, ne “Lo Scorrere del Tempo”, rivolgendosi a Postumo, Orazio ribadisce il tema della fuggevolezza della vita umana e la necessità di viverla appieno. Il poeta ricorda come siano effimere le precauzioni contro la morte, come i sacrifici agli dei, (“si trecenis quotquot eunt dies, amice, places illacrimabilem Plutona tauris” versi 5-7) e inutile l’accumulo delle ricchezze, che, una volta nell’oltretomba, non ci giovano più.
Il pensiero di Orazio si basa quindi sull’imminenza della morte e sulla conseguente necessità di vivere la vita nel migliore dei modi, accettando ciò che ci è stato dato, senza voler esagerare nella ricerca di potere e ricchezza ma soprattutto apprezzando e cogliendo le piccole cose semplici che le vita ci offre.
Domande da interrogazione
- Qual era la posizione di Orazio riguardo al desiderio di beni materiali?
- Come Orazio utilizzava il concetto di morte nei suoi scritti?
- Cosa rappresenta il vino nella poetica di Orazio?
- Qual è la citazione più conosciuta di Orazio e cosa significa?
- Qual è il messaggio principale di Orazio riguardo alla vita e alla morte?
Orazio si opponeva allo sfrenato desiderio di beni materiali, predicando l'importanza di godere delle piccole cose e vivere ogni giorno al massimo.
Orazio non temeva la morte, ma la usava come slancio per il suo pensiero, esortando a vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo.
Il vino rappresenta l'otium, la riflessione e il godimento dell'attimo, elementi centrali nella poetica di Orazio.
La citazione più conosciuta di Orazio è "Carpe Diem", che significa cogliere il giorno, esortando a vivere il presente e godere appieno del tempo.
Il messaggio principale di Orazio è che, data l'imminenza della morte, è necessario vivere la vita nel migliore dei modi, apprezzando le piccole cose e senza esagerare nella ricerca di potere e ricchezza.