irene.mereu98
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Concetti Chiave

  • Ovidio, nato a Sulmona nel 43 a.C., abbandonò presto la carriera politica per dedicarsi alla poesia, entrando nel circolo di Messalla Corvino.
  • Scrisse opere di elegia amorosa come "Amores", "Heroides" e "Ars amatoria", caratterizzate da un approccio innovativo e ironico al tema amoroso.
  • Condannato all'esilio da Augusto, si trasferì a Tomi sul Mar Nero, dove continuò a scrivere, producendo opere come "Tristia" ed "Epistulae Ex Ponto".
  • "Fasti" e "Metamorfosi" rappresentano la sua fase più impegnativa, esplorando temi mitologici e celebrando la storia di Roma, sebbene entrambe le opere rimasero incompiute.
  • La "Metamorfosi" è un poema che narra trasformazioni mitologiche, unendo storie con uno stile narrativo fluido e intertestuale, senza eroi epici tradizionali.
Ovidio nacque a Sulmona nel 43 a. C.,frequentò da subito le scuole dei retori più famosi a Roma e in Grecia e intraprese la carriera politica ma l'abbandonò presto per dedicarsi alla poesia.Entrato nel circolo di Messalla Corvino,iniziò fin da giovane a pubblicare i suoi versi coltivando il genere dell'elegia amorosa,le quali raccolse in una raccolta chiamata Amores curandone una prima edizione in 3 libri.Agli Amores seguirono altre opere appartenenti allo stesso genere:le Heroides e l'Ars amatoria.Dall'1 A.c all'8 D.c si dedicò ad una poesia più impegnativa coltivando l'elegia di argomento romano nei Fasti che rimase incompiuta e quello mitologico nella Metamorfosi,sempre incompiuta poichè in quel periodo fu condannato da Augusto alla regolatio ossia un soggiorno obbligatorio in un posto lontano da Roma imposto ai personaggi considerati pericolosi,e andò a Tomi sul Mar Nero dove rimase circa 10 anni fino alla sua morte nel 18 D.c senza ottenere la remissione della pena.Non si conosce il motivo esatto della condanna ma Ovidio nella sua opera Tristia,scritta a Tomi,afferma di essere stato rovinato da due colpe,una poesia e un errore,e dicendo di aver visto ciò che non avrebbe dovuto vedere.Le due elegie scritte da Ovidio durante il suo esilio sono i cinque libri di Tristia e i quattro delle Epistulae Ex Ponto.Le Elegie di Tristia sono prive di specifici destinatari,le epistulae invece hanno diversi destinatari ai quali scrive illustrando la sua posizione da esule.Inoltre di Ovidio ci è pervenuto un poemetto dal titolo Ibis,uccello egizio,che è una violenta invettiva contro un nemico traditore e appartiene alla forma letteraria delle dirae(imprecazioni).Vi è anche la tragedia Medea,scritta prima dell'esilio;e Halieutica,opera sui pesci e l'arte della pesca.

Indice

  1. Gli Amores
  2. Le Heroides
  3. L'ars amatoria
  4. I Fasti
  5. La Metamorfosi

Gli Amores

La prima opera ovidiana appartiene al genere dell'elegia erotica,gli Amores(amori)e il suo titolo riprende quello della raccolta di Cornelio Gallo considerato da lui l'iniziatore di questo genere.La storia d'amore con una donna chiamata Corinna viene narrata nei 50 carmi che compongono la raccolta secondo lo schema tipico del genere:soggezione del poeta domina,sofferenza per le sue infedeltà,la contrapposizione tra amore e ricchezza e la deplorazione moralistica dell'avidità e dell'inconstanza delle belle donne.Pur riprendendo atteggiamenti e motivi tradizionali lui gli sviluppa con nuove tecniche e ne accentua il distacco dalla materia amorosa e la ricerca di effetti scherzosi e ironici.Ovidio concepisce l'amore non in modo passionale ma come esercizio stimolante e divertente da cui trarre emozioni superficiali;egli ribalta gli atteggiamenti tradizionali in particolare quando afferma di amare due donne contemporaneamente o confessa di essere attratto da entrambe per pregi o caratteristiche particolari.Non mancano però componimenti in cui il poeta sa dare espressione con serietà al sentimento amoroso dimostrando la sua capacità di conoscere la psicologia umana e in questi mantiene comunque un distacco intellettuale toccando l'opposto della passionalità di Catullo.

In amore come in guerra:In questo testo Ovidio individua le analogie tra la vita del soldato e quella dell'amante;tra le fatiche che essi affrontano quotidianamente e tra i mezzi di cui si servono per raggiungere i loro scopi.È turpe sia un vecchio soldato che un vecchio amore;i comandanti richiedono gli anni in un soldato valoroso,quelli che la donna chiede al compagno;il soldato fa lunghi viaggi e in questi l'amante seguirà la fanciulla anche in capo al mondo nonostante gli ostacoli;il soldato è mandato come esploratore contro i nemici,mentre l'altro osserva il rivale.

Il collezionista di donne:In questo testo Ovidio si presenta come un uomo attratto da qualsiasi tipo di donna;dice che il suo amore per le donne è indiscriminato e non riesce a dominarsi ed elenca tipi fisici e caratteriali di una sua donna ideale.

Le Heroides

Una diversa versione dell'elegia amorosa è presentata dalle Heroides(eroine),scritte dopo il 15 A.c,che appartengono al filone erotico-mitologico.Sono infatti 21 lettere d'amore che si immaginano scritte da eroine del mito ai loro amanti o mariti e sono svolte in forma epistolare.Le lettere sono divise in 2 gruppi:le prime 15 sono di figure femminile tra le quali Penelope a Ulisse e Didone ad Enea;nelle altre sei lettere invece un personaggio maschile scrive alla donna amata come Paride ed Elena.Gli studiosi ovidiani hanno trovato analogie tra le Heroides e le suasoriae,ossia quei discorsi poetici rivolti ai personaggi del mito o della storia per persuaderli in determinate circostanze.I componimenti più interessanti sono quelli in cui il poeta dimostra l'intenzione di rinnovare una materia reinterpretando le vicende mitiche secondo prospettive diverse e i personaggi mitici vengono ridotti ad una dimensione quotidiana piuttosto che eroica.Un esempio di Ovidio che si accosta al mito è quello della lettera di Fedra a Ippolito in cui lei è innamorata del figliastro ma lui respinge il suo amore.

Didone ed Enea:Enea,che è sposato con Creusa e ha un figlio,sta per partire per un lungo viaggio ma l'amante Didone gli scrive una lettera per convincerlo a non partire dicendogli di non esporre il figlio ai pericoli della navigazione,ipotizza di essere incinta e gli dice di aspettare che il suo amore si calmi.La lettera si immagina scritta nel momento in cui Didone,abbandonata dall'amante Enea,sta per uccidersi con la spada da lui donata.

L'ars amatoria

Con Ars amatoria(arte di amare),tre libri composti tra il 1 A.C e il 1 D.c,Ovidio sviluppa un tipico atteggiamento del poeta didascalico,in quest'opera egli traspone la materia erotica sul piano dell'epica didascalica appunto di cui adotta gli schemi:le affermazioni sull'utilità del compito che il poeta si assume,i proemi,le invocazioni agli dei e le formule di passaggio da un argomento all'altro.Ovidio punta sulla mescolanza di generi diversi e sulla ricchezza dei riferimenti letterari spesso con effetto di lusus ossia divertimento raffinato e fa ricorso alla mitologia.Nei primi due libri i dedicatari sono gli uomini e contengono precetti sulla scelta della donna da conquistare,sulle tecniche di seduzione e quelle per far durare una relazione ossia l'intelligenza,il carattere mite e la sottomissione ai capricci dell'amata,mentre i tradimenti devono rimanere nascosti.Il terzo libro invece è quello delle donne e contiene le caratteristiche che la donna deve possedere per piacere agli uomini,ossia saper cantare,conoscere le poesie,frequentare i teatri ed essere allegra,disponibile e capace di farsi desiderare;ma anche queste devono saper tollerare le infedeltà senza gelosia.Ovidio inoltre ribadisce che la donna deve temere il marito come vogliono le leggi e si fa maestro di un amore che imita l'amore elegiaco poichè prescinde dai sentimenti e si serve dell'inganno per la conquista.Completano la produzione erotico-didascalica i Remedia Amoris,un libro di 800 versi in cui sono illustrati i rimedi dell'amore,ossia terapie per liberarsi di un amore non corrisposto.

I Fasti

Nei 6 libri dei Fasti Ovidio tentò la strada della poesia celebrativa;il nome indica in questo caso l'elenco dei giorni:secondo il calendario il poeta si sofferma sulle singole ricorrenze e festività illustrando i fatti della storia di Roma che ne sono alle origini.L'opera iniziata nel 2 D.c è stata concepita in 12 libri,uno per ogni mese dell'anno,ma quando lui dovette lasciare Roma ne aveva composti soltanto sei.Il poeta,prendendo spunto dai giorni e dalle feste,insegna nozioni di astronomia con usanze e credenze popolari,narrando favole e aneddoti di Roma.I fasti sono monotoni per la struttura cronologica,risulta un'opera frammentaria in cui l'intento celebrativo non è sorretto ne dall'interesse storico ne dal senso patriottico della grandezza di Roma.

La Metamorfosi

Si tratta di un poema in esametri diviso in 15 libri,il titolo viene dal greco Metamorphoses(libri delle trasformazioni)e si tratta di una sorta di enciclopedia della mitologia classica che rivoluzionò la letteratura moderna.Il poema inizia dal Caos originario e segue via via il procedersi delle età mitiche fino all'età contemporanea:si parla delle origini del mondo e del diluvio universale,la nascita del genere umano,storie di Minosse ed episodi riguardanti Ercole e Orfeo,miti legati alla guerra di Troia e del viaggio di Enea e storie e leggende di
Roma con l'inserimento del discorso pitagorico sulla metempsicosi.Ovidio appunto narra singole scene che unisce evitando la monotonia e trasforma i personaggi narrati in narranti.Componente essenziale di un poema in cui le voci narranti,i personaggi e i toni variano è la metamorfosi che costituisce il fondamentale elemento unificatore del poema che garantisce una struttura complicata in cui regna il disordine e la pone anche in rilievo poichè investe l'universo(tutto muta,nulla perisce)e consegna gli esseri ad un futuro sempre nuovo.L'impostazione del poema asseconda la propensione di Ovidio verso l'intertestualità che lo spinge a recuperare altri testi poetici attraverso la trama.Nessuno dei personaggi può aspirare alla complessità dell'eroe epico e nel caso delle eroine l'elemento caratterizzante è l'amore;le divinità non appaiono più come esseri superiori che determinano il destino dei mortali ma vengono coinvolte nella loro dimensione personale,in amori,gelosie e vendette.L'unico personaggio presente dall'inizio alla fine è il narratore epico che continua ad esporre mutamenti ma non in maniera impersonale e di tanto in tanto interviene per commentare il racconto ma non esprime simpatia verso i personaggi ne emozione di fronte ai fatti narrati infatti le sue osservazioni mirano principalmente a mostrare la sua abilità nell'ottenere straordinari risultati con le sue opere.L'opera adotta una lingua e uno stile elevato ma facile e fluido.

Apollo e Dafne: Dopo aver ucciso il serpente Pitone,Apollo si sentì fiero di sé e si vantò della sua impresa con Cupido,sorridendo del fatto che anche lui portasse arco e frecce e affermando che quelle non sembravano armi adatte a lui.Cupido decise allora di vendicarsi:colpì il dio con la freccia facendolo innamorare della ninfa Dafne alla quale scagliò invece la freccia di piombo che faceva rifuggire l’amore,appunto per dimostrare di cosa fosse capace il suo arco.La fanciulla non ricambiando il suo amore quando lo vide iniziò a fuggire,Apollo iniziò allora ad inseguirla finché lei,ormai sfinita,chiese al padre Peneo di aiutarla trasformandola in un albero di alloro(che in greco si dice appunto Daphne).

Piramo e Tisbe:L'amore dei due giovani,Piramo e Tisbe,era contrastato dalle famiglie,e i due,che erano vicini di casa,erano costretti a parlarsi attraverso una crepa nel muro che separava le loro abitazioni.Questa situazione li indusse a programmare la loro fuga d'amore e decisero anche di sposarsi;Tisbe si reca per prima all'appuntamento vicino ad un gelso dove incontra una leonessa dalla quale si mette in salvo perdendo un velo che viene stracciato e macchiato di sangue dalla belva.Piramo,appena arrivato,trova il velo macchiato dell'amata e,credendola morta,si suicida con una spada sotto il gelso.Tisbe torna,lo trova in fin di vita e, mentre tenta di rianimarlo gli sussurra il suo nome,lui la guarda e dopodichè muore;Tisbe allora si lancia sulla spada dell'amato sotto il gelso.Gli dei ebbero pietà di loro e colorarono di rosso i fiori del gelso.

Ecuba:Ecuba,moglie di Priamo,re di Troia,e madre di 19 figli;ormai anziana venne fatta prigioniera da Agamennone e scopre che il figlio Polidoro è stato ucciso per avidità da Polimestore,re di Tracia,al quale era stato affidato.Ecuba,assetata di vendetta,acceca Polimestore prima di essere trasformata in cagna.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il percorso formativo e professionale di Ovidio prima di dedicarsi completamente alla poesia?
  2. Ovidio nacque a Sulmona nel 43 a.C. e frequentò le scuole dei retori più famosi a Roma e in Grecia. Intraprese una carriera politica, che abbandonò presto per dedicarsi alla poesia, entrando nel circolo di Messalla Corvino.

  3. Quali sono le opere principali di Ovidio e a quale genere appartengono?
  4. Le opere principali di Ovidio includono gli "Amores", le "Heroides", l'"Ars amatoria", i "Fasti" e la "Metamorfosi". Queste opere appartengono principalmente al genere dell'elegia amorosa e mitologica.

  5. Quali sono le caratteristiche distintive degli "Amores" di Ovidio?
  6. Gli "Amores" sono caratterizzati da un approccio ironico e distaccato all'amore, considerato da Ovidio come un esercizio stimolante e divertente. La raccolta narra la storia d'amore con Corinna attraverso 50 carmi, esplorando temi come la soggezione del poeta, la sofferenza per le infedeltà e la contrapposizione tra amore e ricchezza.

  7. In che modo Ovidio ha reinterpretato il mito nelle "Heroides"?
  8. Nelle "Heroides", Ovidio presenta 21 lettere d'amore immaginate scritte da eroine mitologiche ai loro amanti o mariti. Ha reinterpretato le vicende mitiche riducendo i personaggi a una dimensione quotidiana piuttosto che eroica, come nella lettera di Fedra a Ippolito.

  9. Qual è il tema centrale della "Metamorfosi" e come Ovidio lo sviluppa?
  10. Il tema centrale della "Metamorfosi" è la trasformazione, che Ovidio utilizza come elemento unificatore del poema. Narra singole scene mitologiche, unendole per evitare la monotonia, e trasforma i personaggi narrati in narranti, mantenendo una struttura complessa e intertestuale.

Domande e risposte